Truffe sul green pass: da chi si finge positivo al mercato delle falsificazioni sul web
Le inchieste su medici e infermieri e le offerte sui canali Telegram per ottenere il green pass senza vaccinazione
I punti chiave
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Ci sono le truffe tradizionali (l’infermiere che simula la vaccinazione, il medico che firma certificati in assenza di vaccinazione, l’offerta di soldi all’operatore sanitario per fingere l’iniezione) e quelle che sfruttano la tecnologia (furto e rivendita di certificazioni, accessi illegali al sistema sanitario): tutto per ottenere il green pass, misura di contrasto alla pandemia da coronavirus, alla cui versione rafforzata ormai indispensabile per un’ampia gamma di attività, si può accedere solo attraverso la vaccinazione.
L’infermiere che vendeva false dosi a 300 euro
Si faceva pagare 300 euro per ogni prestazione Emanuele Luchetti, l’infermiere professionale di Falconara arrestato con l’accusa di aver finto di somministrare vaccini all’hub “Paolinelli” di Ancona. Quattro persone sono ai domiciliari perché ritenute intermediari nel giro di vaccini ’bluff’ in cambio di soldi. Obbligo di dimora per altre 45: i destinatari dei Green pass indebiti.
Il medico che firmava false vaccinazioni per 100 euro
Giuseppe Rossi è il medico di Ascoli Piceno arrestato il 4 gennaio perché avrebbe favorito l’ottenimento di Green pass falsi a 73 persone senza che queste sottoponessero a vaccinazione anti Covid e buttando le dosi. Il medico ha riferito che per ogni green pass fasullo riceveva 100 euro.
L’offerta di denaro per simulare vaccinazione
È finito invece ai domiciliari, con l’accusa di istigazione alla corruzione, un ventunenne che ha cercato di convincere un infermiere a simulare la vaccinazione in cambio di denaro. È accaduto nell’hub vaccinale di Fasano (Brindisi). Nel disporre l’ordinanza il gip ha evidenziato il pericolo di reiterazione, sottolineando la «pervicacia» dell’uomo: in un’altra occasione e sempre a Fasano, aveva anche presentato un presunto falso certificato di esenzione vaccinale rilasciato in un’altra regione per cercare di indurre la struttura sanitaria a validarne i contenuti anche in Puglia.
La truffa no vax in farmacia
Un ulteriore truffa per non doversi sottoporre alla vaccinazione e ottenere comunque la certificazione verde è stata segnalata dalla Federfarma (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani): a Roma - come riporta dal Messaggero - si sarebbero verificati casi di persone positive che, favorendo amici e parenti no vax, si presentano in farmacia per sottoporsi a un tampone esibendo però la tessera sanitaria di un’altra persona. Il quale, al termine della quarantena e in caso di test negativo, ottiene la certificazione per guarigione.
Nas in centri tamponi e farmacie in Alto Adige
Il Nas sta effettuando in questi giorni controlli in centri tamponi e farmacie in tutto l’Alto Adige. I militari accertano in prima linea che gli addetti ai test siano effettivamente abilitati a farli e che tutto si svolga nel rispetto delle norme. In Alto Adige sono state sospese 31 delle tremila postazioni per l’inserimento degli esiti dei tamponi, per il sospetto che siano stati registrati dei risultati “falsi positivi” per facilitare ai no vax l’accesso al super green pass in quanto - almeno sulla carta - “guariti”.
Il mercato sui canali social
Ma il mercato delle false certificazioni corre soprattutto sul web. Uno degli ultimi casi segnalati è quello di un gruppo Telegram (nome “Università di Firenze contro il Green pass”, ma l’ateneo fiorentino è estraneo alla vicenda) che in un post proponeva la vendita di false certificazioni verdi. «Non preoccuparti - recita il post pubblicato sul gruppo Telegram e riportato sulle pagine di Repubblica - grazie a noi potrai dimenticarti del vaccino. Come? Attraverso l’acquisto dei nostri green pass con Qr code valido senza doversi sottoporre alla somministrazione del siero anti Covid. E riaccedere così a cinema, ristoranti e a qualsiasi altra attività che richieda il certificato verde». Il tariffario: trecento euro per ogni certificato.
I reati sul web: intrusioni, furti e truffe
Le truffe «basate sulla pubblicazione, su darkweb e canali social, di annunci fraudolenti in cui sedicenti falsari, al solo scopo di adescare le proprie vittime convincendole a rivelare i propri dati personali e a disporre pagamenti anticipati, si dichiarano in grado di fabbricare falsi green pass» è per la Polizia postale una delle tre forme assunte dal mercato delle falsificazioni del green pass. L’altro è il furto di archivi con green pass appartenenti a cittadini italiani da rivendere o in alcuni casi messi a disposizione del pubblico su piattaforme di file-sharing. Il terzo è l’intrusione informatica nei sistemi sanitari regionali per poter inserire vaccinazioni e tamponi mai eseguiti.
Nel 2021 sono stati 5.434 gli attacchi a sistemi informatici critici nazionali, sia pubblici che privati, gestiti dal Cnaipic (la struttura specializzata in cybersicurezza della Polizia postale e delle comunicazioni), che ha diramato 110.524 alert e denunciato 187 persone.
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