Trump incriminato per il tentativo di sovvertire le elezioni e restare al potere
Quattro reati parte di tre cospirazioni descritte in un documento d’accusa di 45 pagine redatto dal procuratore speciale Jack Smith
I punti chiave
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Quattro reati per tre cospirazioni, volte a sovvertire la democrazia americana e a restare al potere. Donald Trump, l'ex Presidente americano, è stato incriminato dal procuratore speciale Jack Smith per le sue responsabilità negli eventi che portarono all'attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 e agli sforzi di bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden nelle elezioni alla Casa Bianca.
“L’attacco al Congresso della nazione è stato un assalto senza precedenti alla sede della democrazia americana - ha detto in una breve conferenza stampa Smith -. E’ stato alimentato da menzogne, menzogne dell’imputato”.
La terza incriminazione
Per Trump si tratta della terza incriminazione, dopo le accuse di pagamenti illeciti per coprire un affaire nelle elezioni del 2016 e per il possesso illegale di documenti top secret sottratti al governo alla fine del suo mandato. Ed è di sicuro l'incriminazione più pesante, per le implicazioni di attacco al cuore della democrazia. In arrivo è inoltre probabilmente una quarta incriminazione, in Georgia, per gli sforzi di ribaltare l'esito delle urne presidenziali in quello stato.
Le cospirazioni
Le tre cospirazioni addebitate a Trump, illustrate in un documento d'accusa di 45 pagine, sono: truffa ai danni degli Stati Uniti, ostruzione di un'attività ufficiale del governo (la certificazione del voto) e violazione dei diritti civili (il tentativo di privare gli americani del diritto di voto). I reati diventano quattro perché l'ostruzione viene sdoppiata in due reati, sforzo di bloccare la certificazione del voto e cospirazione a questo fine.
I co-cospiratori
Smith, che ottenuto l'incriminazione da una grand jury che ha vagliato il caso a Washington, ha menzionato anche il ruolo di sei stretti collaboratori e co-cospiratori di Trump, senza al momento accusarli formalmente. Tra questi dovrebbe esserci Rudolph Giuliani, allora avvocato personale di Trump. L'ex Presidente dovrà comparire davanti al tribunale della capitale giovedì alle 4 del pomeriggio americane davanti al giudice Moxila A. Upadhyaya.
“Sforzi criminali per restare al potere”
L'atto d'accusa afferma che “nonostante avesse perso, l'imputato era determinato a rimanere al potere”. Descrive “sforzi criminali per ribaltare i legittimi risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Più in dettaglio: “Con il pretesto di accuse di truffa senza fondamento nel voto, l'imputato ha spinto funzionari in alcuni stati a ignorare il voto popolare, a privare del diritto di voto milioni di elettori, e in ultima analisi alla nomina di grandi elettori illeciti che votassero per l'accusato”.
“Falsità destabilizzanti”
“Ciascuna delle cospirazioni – costruite sulla vasta sfiducia creata dall'imputato attraverso pervasive e destabilizzanti falsità su truffe elettorali – ha preso di mira una funzione fondamentale del governo federale degli stati Uniti: le procedure della nazione per raccogliere, contare e certificare i risultati delle elezioni presidenziali”. Trump, in omaggio alla prudenza dei procuratori, non viene tuttavia accusato di aver direttamente incitato l'insurrezione e l'assalto al Parlamento il 6 gennaio, piuttosto di aver sfruttato la violenza e il caos.
Pence “troppo onesto”
Se molte delle prove e testimonianze citate nell'incriminazione erano emerse già in occasione del lavoro della Commissione d'inchiesta del Congresso sul 6 gennaio, non mancano alcune nuove rivelazioni: tra queste una conversazione con il vice-presidente Mike Pence, che Trump apostrofa come “troppo onesto” per le sue resistenze a farsi parte della manovra sovversiva. Durante l’attacco al parlamento, i manifestanti violenti avevano inneggiato all’impiccagione di Pence.
Impatto sui sondaggi e le elezioni del 2024?
Restano ora da vedere le prossime tappe giudiziarie e le ripercussioni politiche. Smith, il procuratore speciale, ha affermato di voler chiedere un processo spedito. Sotto il profilo politico, ad oggi le saghe giudiziarie non hanno indebolito Trump nella sua nuova corsa alla Casa Bianca del 2024: stando ad un una rilevazione del New York Times dei giorni scorsi rimane ampiamente in vantaggio ai sondaggi per la nomination repubblicana ed è testa a testa in un eventuale scontro con Biden. Numerosi esponenti del partito conservatore rimangono fedeli all’ex Presidente e anche i rivali nelle primarie evitano di criticarlo esplicitamente. Se la nuova incriminazione spezzerà la presa di Trump, è l’interrogativo in cerca di risposte.
Insurrezione e taglio del rating
Gli eventi del 6 gennaio 2021, tuttavia, hanno avuto e hanno anche riflessi economici oltre che giudiziari. Sono stati citati dall’agenzia di valutazione del credito Fitch nella sua decisione, a sua volta avvenuta nelle ultime ore, di declassare il rating del debito Usa da tripla A a AA+ a causa del “deterioramento degli standard di governance”. Fitch ha citato, con il 6 gennaio, il crescente indebitamento del Paese e le tensioni attorno alla sua gestione esemplificate dalle ripetute battaglie tra repubblicani e democratici sull'innalzamento del tetto del debito federale con gli associati rischi di default e paralisi del governo. L'amministrazione Biden ha protestato contro il declassamento, che il Segretario al Tesoro Janet Yellen ha definito “arbitraria”.
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