Usa

Trump minaccia la transizione pacifica, poi aggiusta il tiro. Romney: senza c’è la Bielorussia

A chi gli chiede del passaggio dei poteri in caso di vittoria di Joe Biden il presidente americano risponde: “Vedremo”. I repubblicani prendono le distanze

Donald Trump durante un comizio (Reuters)

3' di lettura

“Vedremo quello che succede...”. Donald Trump risponde così a chi gli chiede se ci sarà una transizione pacifica in caso di vittoria di Joe Biden il prossimo 3 novembre. Ed è una risposta che pesa come un macigno, e che alimenta quello che viene considerato il peggior incubo di queste elezioni americane: un presidente che per la prima volta nella storia potrebbe rifiutarsi di accettare il responso delle urne. Anche se la Casa Bianca si affretta a precisare: “Il presidente accetterà il risultato di elezioni libere e imparziali”. Così la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany ha risposto a chi gli chiedeva di commentare le parole di Trump.

La battaglia sul voto per posta

Ma sono settimane che Trump agita lo spettro di elezioni truccate, puntando il dito soprattutto sul voto per posta, un sistema che l'emergenza pandemia ha reso più che mai indispensabile in un Paese che ha superato i 7 milioni di contagi e le vittime sono ormai oltre le 202mila. Così una campagna elettorale già ad altissima tensione, con lo scontro sulla Corte Suprema e le proteste razziali che tornano a rialzare la testa, rischia di finire nel peggiore dei modi. Tanto che l'establishment del partito repubblicano è stato costretto a prendere immediatamente le distanze dalle esternazioni del presidente.

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Le rassicurazioni dei repubblicani

“Ci sarà una transizione ordinata”, ha assicurato il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, pur senza mai nominare o criticare direttamente Trump: “Il vincitore delle elezioni di novembre si insedierà il prossimo 20 gennaio, esattamente come è avvenuto ogni quattro anni dal 1792”, ha aggiunto il senatore. Più netta la reazione dell'ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney, che ha definito l'ipotesi di un rifiuto del risultato del voto “impensabile e inaccettabile”: “La transizione pacifica del potere è uno dei fondamentali della democrazia: senza di questo c’è la Bielorussia” ha twittato Romney. “Sosterremo in ogni modo la Costituzione che garantisce un pacifico passaggio dei poteri da un presidente all'altro”, ha assicurato anche la deputata Liz Cheney, figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney.

Il Senato Usa ha approvato all'unanimità una risoluzione che riafferma “il suo impegno per il trasferimento ordinato e pacifico del potere richiesto dalla Costituzione degli Stati Uniti”, il giorno dopo che Donald Trump si è rifiutato di impegnarsi in tal senso nel caso dovesse perdere alle elezioni di novembre. Nella risoluzione non vincolante, proposta dal dem Joe Manchin, il Senato appoggia inoltre l'idea che “non ci devono essere ostruzioni da parte del presidente o di qualsiasi persona al potere per rovesciare la volonta' del popolo degli Stati Uniti”.

Le reazioni dei democratici

I democratici definiscono le parole di Trump “vergognose” e le considerano in tempi di tensioni sociali un pericoloso messaggio inviato alla sua base, allo zoccolo duro dei suoi sostenitori. “Nessuna sorpresa”, ha commentato la speaker della Camera Nancy Pelosi, affermando come Trump abbia sempre dimostrato “disprezzo” per le regole e per l'autorità.

La contestazione davanti alla bara di Ruth Bader Ginsburg

Intanto il presidente è stato vivacemente contestato in occasione della sua visita alla Corte Suprema, dove si è recato con la first lady Melania per rendere omaggio alla giudice Ruth Bader Ginsburg. Mentre (indossando stavolta una mascherina) era in silenzio davanti al feretro decine di contestatori - come testimoniano le immagini tv e postate sui social media - hanno continuato a scandire in coro slogan come “Cacciatelo via col voto!”, o “Rispetta le sue volontà!”. Quest'ultimo un riferimento al desiderio espresso prima di morire dalla Ginsburg: procedere alla nomina del suo successore dopo le elezioni presidenziali e dopo l'insediamento del nuovo Congresso. Desiderio che si scontra con la volontà di Trump di procedere il più velocemente possibile, con la nomina del nuovo giudice attesa già per sabato.

È atteso per martedì 29 settembre il primo duello in tv con Joe Biden. E se l'ex vicepresidente deve stare attento ad alcuni Stati chiave come la Florida e l'Arizona, per Trump suona il campanello d'allarme in tre Stati vinti nel 2016: Texas, Georgia e Iowa. Secondo l'ultimo sondaggio condotto dal Siena College per il New York Times, in Texas il presidente americano è in vantaggio su Joe Biden di soli tre punti (46% a 43%). In Georgia è un vero e proprio testa a testa, con entrambi i candidati al 45%, mentre in Iowa Trump è avanti di soli tre punti (45% a 42%).

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