DODD FRANK ACT

Trump smantella la riforma della finanza di Obama

di Marco Valsania

(EPA)

2' di lettura

La grande controriforma di Donald Trump arriva a Wall Street. La legge Dodd-Frank, varata dall’amministrazione di Barack Obama per scongiurare nuovo collassi provocati dagli abusi della finanza, ha i giorni contati. Donald Trump questa volta ha firmato ordini e memorandum per dare il via alla demolizione anzichè alla costruzione di un «muro», quello delle regole per le banche. «Oggi firmiamo i principi chiave per la regulation del sistema finanziario: taglieremo molto della Dodd-Frank», ha annunciato dallo Studio Ovale apponendo il proprio nome in calce ai documenti.

I “principi quadro” - ai quali seguiranno altre azioni presidenziali e del Congresso a maggioranza repubblicana, dove sta nascendo la nuova legge Choice Act - prescrivono al Dipartimento del Tesoro e alle authority una revisione della riforma del 2010 che a quanto emerso ha molteplici obiettivi. Ridimensionare il Financial Stability Oversight Council, il consiglio presieduto dalla Federal Reserve che imbriglia società bancarie e non bancarie di importanza sistemica. Eliminare misure complesse come i “living will”, i testamenti biologici degli istituti perché liquidino attività in caso di crack senza ricorrere al contribuente. E, forse, sbarazzarsi della Volcker Rule, che preclude la speculazione con capitali propri. La ragione? La finanza americana sarebbe ormai sicura e curata dagli scandali.

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Un altro memorandum chiede al Dipartimento del Lavoro, che dovrebbe essere guidato dal magnate dei fast food Andrew Puzder, di muoversi per annullare la «fiduciary rule», che non è parte della Dodd Frank ma da aprile obbligherebbe broker e consulenti nel settore da tremila miliardi del risparmio pensionistico ad agire nel rigido rispetto del «miglior interesse» del cliente. L'argomentazione? Limiterebbe troppo, con le commissioni, la scelta dei consumatori. Trump intende anche accelerare la riorganizzazione dei colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac.

L’intero disegno di controriforma finanziaria ha un artefice ed è uno dei più stretti e potenti collaboratori di Trump: Gary Cohn, ex direttore generale di Goldman Sachs adesso capo-consigliere economico della Casa Bianca. Ne ha rivendicato la paternità prima della stessa firma, alla quale era presente, dalle colonne del Wall Street Journal e dagli schermi tv di Fox. Cohn ha assicurato gli scettici che siamo davanti a «un ritorno al passato», semplicemente alla constatazione che «abbiamo le banche migliori e più capitalizzate al mondo come le più appesantite da regolamentazioni».

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