Dopo Huawei Trump ora vuole bandire China Telecom
Richiesta alla Federal Communication Commission di revocare per ragioni di sicurezza la licenza assegnata nel 2007
di Stefano Carrer
2' di lettura
Invocando ragioni di sicurezza nazionale, l'Amministrazione Trump si muove per bandire dagli Stati Uniti non solo i produttori cinesi di apparati per telecomunicazione, ma anche il gestore China Telecom, che aveva ottenuto l'autorizzazione a operare fin dal 2007.
Il Dipartimento della Giustizia e altre agenzie federali hanno chiesto alla Federal Communication Commission (FCC) di revocare la licenza a China Telecom (Americas) Corp per fornire servizi internazionali di telecomunicazione da e per gli Usa. Quasi un anno fa la FCC aveva negato la licenza a un altro gestore cinese di tlc, China Mobile, allegando il rischio che il governo di Pechino potesse condurre attività di spionaggio contro il governo statunitense e aveva inoltre reso noto di aver messo sono scrutinio le autorizzazioni concesse in precedenza a China Telecom e China Unicom.
Richiesta alla Federal Communication Commission di revocare per ragioni di sicurezza la licenza assegnata nel 2007.
Cybersicurezza a rischio
Numerose branche dell'Amministrazione (dalla Difesa al Commercio, dagli Esteri agli Interni) hanno sottolineato i pericoli «sostanziali e inaccettabili» per la sicurezza nazionale e l'applicazione delle leggi connesse alle attivita' di China Telecom, basate in particolare sul fatto che il governo cinese ne abbia in ultima analisi il controllo o comunque possa avere influenza , esponedendo il Paese a rischi di cyberspionaggio anche economico e a interruzioni delle comunicazioni.
Il gruppo cinese ha respinto i rilievi e sottolineato di aver avuto un atteggiamento «estremamente collaborativo e trasparente con le autorità di regolamentazione», andando anche oltre quanto richiesto al fine di dimostrare gli elevati standard internazionali con cui opera. Ha anche dichiarato di esser pronta a fornire ulteriori informazioni per chiarire la sua posizione e venire incontro a ogni eventuale preoccupazione.
Limitazioni anche a Google verso Hong Kong
Il Dipartimento della Giustizia questa settimana ha anche deciso che il collegamento sottomarino diretto via cavo con Hong Kong potrebbe porre problemi di sicurezza, consentendo a Google e Facebook di utilizzarlo solo fino a Taiwan per il traffico dei dati.
Anche se la crisi determinata dall'esplosione dell'epidemia da coronavirus rende in questo momento gli Usa dipendenti in parte dalle forniture sanitarie cinesi per alleviarne le conseguenze, prosegue dunque
l'offensiva dell'Amministrazione contro le società tecnologiche cinesi attive nel settore delle comunicazioni.
Huawei e altri
Il caso più noto è quello di Huawei, società che Washington chiede anche ai Paesi alleati di escludere dalle proprie reti avanzate creando a loro seri grattacapi diplomatici. Anche per la Casa Bianca del resto, non è facile escludere del tutto i produttori cinesi dal mercato statunitense nel quadro dei complessi rapporti con Pechino, tanto che sono state introdotte alcune deroghe nel quadro dei negoziati commerciali tra i due Paesi. Per altre Nazioni è ancora più difficile prendere provvedimenti ai quali Pechino si oppone con forza e abilità (in queste settimane ad esempio, da Huawei a China Telecom, i gruppi cinesi di telecomunicazioni stanno regalando mascherine in vari Paesi, italia compresa, per aiutare la lotta alla diffusione del coronavirus).
Un report del Pentagono dell'anno scorso aveva sottolineato che, anche se le Amministrazioni Obama e Trump hanno moltiplicato gli sforzi contro lo spionaggio economico e i furti di proprietà intellettuale, le attività cinesi di intercettazione di comunicazioni e dati negli Usa restano «aggressive».
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