Trussardi in crisi, fase cruciale per la procedura di composizione. Il nodo dei lavoratori
L’azienda del Levriero ha in agenda il 9 novembre un nuovo incontro nell’ambito della procedura avviata a marzo. Per ora nessuna delle manifestazioni di interesse per rilevare il marchio o la società operativa Trs Evolution si è concretizzata e i sindacati chiedono chiarezza sul futuro dei lavoratori
di Marta Casadei
I punti chiave
3' di lettura
Il 9 novembre è una data cruciale per Trussardi: secondo quanto riferito dalle sigle sindacali, oggi si terrà un nuovo incontro nell’ambito della procedura di composizione negoziata avviata lo scorso marzo dall’azienda bergamasca presso il Tribunale di Milano. La procedura di composizione, rinnovabile per un totale di 6+6 mesi, è già stata prorogata dal gestore della crisi in accordo con i creditori.
L’azienda attualmente è controllata da QuattroR che nel 2019 ha rilevato una quota di circa il 60% della maison, attraverso la costituzione di una Newco partecipata al 70% da QuattroR e da Tomaso Trussardi al 30%, che controlla l’86% della holding Finos, azionista unico di Trussardi S.p.A. A curare la ristrutturazione dell’azienda in forte difficoltà - a marzo era esposta per oltre 50 milioni di euro di debiti; a luglio una nota dei sindacati parlava di una perdita di 20 milioni di euro su un bilancio complessivo di 65 milioni - è stata chiamata un’altra società bergamasca, la 3X Capital di Angelo Rodolfi.
Tre scenari: dal prendere tempo alla liquidazione giudiziale
Gli scenari alternativi a un accordo (che al momento non pare tra le soluzioni) sono tre: il prolungamento ulteriore della procedura extragiudiziale, di fatto una “misura protezionistica” che ha lo scopo di appianare debiti della società (mentre si cerca un potenziale compratore); la chiusura della procedura con un concordato preventivo o con una misura ad hoc, considerata di extrema ratio, cioè il concordato semplificato liquidatorio che non prevede, per esempio, la nomina di un commissario giudiziale, non riconosce il diritto di voto ai creditori e non prevede una percentuale minima di soddisfacimento ai chirografari. L’ultima opzione è invece quella della liquidazione giudiziale, la procedura che sostituisce il fallimento. Queste due opzioni potrebbero aprire la strada a un eventuale compratore che potrebbe rilevare l’azienda o solo il marchio.
Nessuna conferma sul «cavaliere bianco» (ma molti rumor)
Sebbene i rumor, in questi mesi, abbiano riportato di una serie di manifestazioni di interesse da parte di realtà finanziarie o industriali (da ultimo il gruppo piemontese Miroglio) in merito all’acquisto dell’azienda del Levriero, al momento nessuna di queste si è concretizzata. Da marzo a oggi, nel tentativo di sforbiciare i costi di circa 15 milioni di euro, l’azienda ha chiuso due negozi (ad Arese e a Roma), ha chiuso alcune filiali estere tra cui quelle in Polonia, Repubblica Ceca e Austria a cui seguiranno quelle in Francia, Spagna e Cina. Per i dipendenti di Trs Evolution (la società operativa, con circa 200 dipendenti a oggi) è stata attivata nel mese di maggio la cassa integrazione straordinaria, in scadenza il 31 dicembre 2023: l’uso dell’ammortizzatore sociale, tuttavia, sembra essere limitato ai dipendenti della sede amministrativa di Milano e, secondo quanto dichiarato dai sindacati, non sembra utilizzabile per i punti vendita, sia sui negozi full price che sugli outlet.
Sempre il 9 novembre Trussardi avvierà una vendita speciale di capi e accessori della collezione autunno inverno 2023 (l’ultima presentata, prima delle dimissioni del ceo Sebastian Suhl e del Cda, seguite dall’addio dei direttori creativi Benjamin A. Huseby e Serhat Işık), un appuntamento “family and friends” con sconti fino all’80% su tutta la collezione presente nel flagship store di Piazza della Scala 5, negozio simbolo dell’ascesa di Trussardi nella Milano degli anni ’80: una campagna di forti ribassi che potrebbe però portare liquidità nelle casse dell’azienda.
Il timore dei sindacati: lavoratori in bilico
Lo scorso 7 novembre tre sigle sindacali nazionali hanno diffuso un comunicato congiunto affinché l’azienda facesse luce sul futuro dei lavoratori e si sono dette preoccupate «che l’interesse dei nuovi ipotetici investitori, sia esclusivamente finalizzato al brand e non alla struttura aziendale così come oggi composta. È questa grande preoccupazione si può limitare solamente attraverso la condivisione puntuale delle informazioni con tutte le parti coinvolte in questa vertenza e con un confronto continuo per valutare chi davvero vuol fare impresa con senso di responsabilità e chi invece è interessato al marchio e poco al disagio sociale e occupazionale che scelte, non orientate alla tutela del lavoro, potrebbero portare».
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