Turchia, Unicredit riduce la quota in Yapi Kredi ed esce dalla joint venture con Koc
Il gruppo italiano scende sotto il 32%
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Unicredit diluisce la propria presenza in Turchia e esce dalla joint venture (Koc Finansal Hizmetler, Kfs) che controlla Yapi Kredi. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti scende al 31,93% mentre Koc holding sale al 49,99% (di cui il 40,95% indirettamente tramite Kfs e il 9,04%) della banca turca. Il restante circa 18% delle azioni di Yapi continuerà ad essere quotato alla Borsa di Istanbul.
Nell'ambito dell'operazione, il Gruppo Koc - si legge in una nota - diventerà azionista unico di Koç Finansal Hizmetleri (Kfs) , il veicolo attraverso il quale il Gruppo Koç eUnicredit hanno condotto con successo le attività bancarie in Turchia a partire dal 2002. Nell'ambito dell'accordo, il 31,93% delle quote di YapÕ sarà trasferito da Kfs a UniCredit mentre il 9,02% di Yapi sarà trasferito da Kfs a Koç Holding.
Il corrispettivo complessivo per UniCredit, al netto della penale concordata per lo scioglimento anticipato del patto (circa 110 milioni di euro, incluse le relative imposte) e di tutte le imposte applicabili che si prevede di pagare a livello di Kfs (ovvero circa 150 milioni di euro) e liquidate da UniCredit, avrà un impatto di cassa sostanzialmente nullo.
L'impatto dell'operazione Yapi Kredi sul conto economico Unicredit sarà di 1 miliardo di euro. Quello «sul conto economico consolidato, di -0,4 miliardi di euro, sarà contabilizzato - si legge in una nota Unicredit - alla sottoscrizione dell'accordo, nel quarto trimestre 2019. Alla chiusura dell'operazione, il rilascio della riserva negativa di cambio su base pro-rata sarà stornato a conto economico generando un ulteriore impatto di -0,6 miliardi, mentre sarà neutrale sul Cet1».
Alla chiusura dell'operazione, si prevede un impatto positivo sul CET1 ratio di UniCredit intorno a 5 punti base, tenendo conto sia dell'impatto negativo a conto economico di cui sopra, sia del rilascio delle attività ponderate per il rischio per circa 5 miliardi, dovuto alla riduzione del 9,02% della quota di Yapi, su un totale di circa 23 miliardi al 30 settembre 2019.
Il completamento dell'operazione è soggetto ad autorizzazioni regolamentari in tutte le giurisdizioni competenti e si prevede che avvenga nella prima metà del 2020. Sono attualmente in discussione con la Bce le condizioni per il deconsolidamento della partecipazione da un punto di vista regolamentare (passando dal consolidamento proporzionale al metodo del patrimonio netto), al fine di ottenere il rilascio delle restanti attività ponderate per il rischio .
L'operazione rientra nella strategia di UniCredit di semplificazione della struttura del gruppo e di ottimizzazione dell'allocazione del capitale. Il motivo, a detta degli analisti, sarebbe la priorità strategica che il ceo Jean Pierre Mustier assegna al rafforzamento del Cet1 del gruppo ben oltre i livelli di capitale richiesti dalla Vigilanza Bce.
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