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Turismo, asse tra la Locride e la Grecia

Grazie al progetto Interreg Italia-Grecia al via una nuova narrazione dei territori e nuovi modelli di marketing territoriale che puntano al turismo lento

di Donata Marrazzo

3' di lettura

La Storia, la mitologia, il Mediterraneo come fattori comuni di sviluppo: la Locride si riscopre Magna Grecia e trova il suo spazio all'interno di un nuovo distretto turistico che unisce il lembo più estremo della Calabria all'acropoli di Atene, al sito archeologico di Delfi, alla città di Olimpia, ai monasteri delle Metore.

Levantina, tappa nella Locride

È la mission di Levantina, evento ideato da Myth Euromed, che ha portato a Locri Despina Koukoulopoulou, vice capo missione dell'Ambasciata greca, per una ricognizione dal vivo di un territorio in cui si ritrovano infinite assonanze e corrispondenze (i siti archeologici, le tracce bizantine, i paesaggi e anche la lingua) con la Grecia. E si studiano nuove forme di cooperazione transnazionale «per creare un ponte ideale lungo il quale realizzare progetti congiunti», come ha dichiarato la diplomatica greca, «perché abbiamo lo stesso passato e dobbiamo lavorare a un futuro comune». Partendo da una nuova narrazione dei territori e da nuovi modelli di marketing territoriale: il turismo lento, esperienziale, culturale, «sostenibile per definizione – spiega Alberto Cotrona, fondatore di Myth Euromed - ma anche l'intermodalità e la blue economy, considerata, ad esempio, la presenza nella Locride di un'eccellenza come il porto di Roccella, così come la valorizzazione della filiera agroalimentare locale, già pronta a superare i confini regionali e nazionali».

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Interreg Italia-Grecia

Sta tutto dentro il programma europeo Interreg Italia-Grecia, che promuove lo sviluppo integrato fra regioni confinanti che hanno frontiere marittime e terrestri in due o più Stati membri, finanziando progetti di cooperazione. «Per la prima volta la Calabria, con il suo patrimonio materiale e immateriale, risulta territorio eleggibile. E noi vogliamo dimostrare – continua Cotrona - che i confini non sono barriere e che è possibile affrontare le sfide comuni creando nuove opportunità».

Il ruolo del Gal Terre Locridee

A sostenere l'iniziativa, il Gal Terre Locridee che persegue un'idea di sviluppo del territorio che si proietta su scenari internazionali: «Parliamo di un'area geografica ricca di potenzialità – afferma Francesco Macrì, presidente del Gal - dal patrimonio culturale a quello naturale, dall'Aspromonte allo Ionio, comprese tante nuove esperienze imprenditoriali». Ed è la stessa idea che ha animato quest'anno la candidatura della Locride, con ben 42 comuni, da Africo a Stilo, da Casignana a Palizzi, da Caulonia a Gerace, da Locri a Siderno, da San Luca a Staiti, a capitale italiana della cultura: “Locride 2025” non ha superato la selezione, ma il percorso di crescita culturale continua. Un sogno partito dal basso che fa del territorio un grande laboratorio per l'inclusione, la formazione, l'incontro interculturale, la creazione di nuovi linguaggi. E anche per l'ampliamento dell'offerta turistica, la valorizzazione del patrimonio culturale, la promozione di imprese creative.

Locri, «Fiore d'Italia»

Pietra Cappa, Gerace, Stilo, Bivongi, Roccella Jonica: il tour di Despina Koukoulopoulou ha toccato alcune fra le destinazioni più rappresentative della Calabria greca e si è concluso nel museo e parco archeologico di Locri Epizefiri. Un concentrato di grecità che la direttrice Elena Trunfio ha illustrato con entusiasmo agli ospiti di Levantina (diplomatici, scrittori, giornalisti, esperti di marketing del territorio arrivati da tutta Italia) per sottolineare l'identità comune e «la bellezza di ritrovarsi come anime trapiantate nello stesso luogo: la Madre Grecia». In collegamento da Napoli per la visita del patriarca ecumenico Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli, anche l'ambasciatrice Eleni Souranì che, citando Platone, ha parlato della Locride e di Locri come «fiore d'Italia». E della necessità di «usare la cultura come leva per la cooperazione, unendo due sponde con tratti così comuni». Anche come riscatto per un territorio segnato dallo stigma della criminalità.

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