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Turismo: da Bezos a Russell Crowe, la cultura attira il «jet set» internazionale

Un patrimonio di 4.300 siti, punto di forza dell’Italia rispetto alla concorrenza. L’arrivo dei «vip» fa da volano anche per il turismo di massa

di Giovanna Mancini

(ABACA via Reuters Connect)

4' di lettura

Nell’estate del mancato «sold out» degli alberghi a Ferragosto, l’Italia fa il pieno di celebrità internazionali in vacanza: cantanti, attori, imprenditori e manager della finanza o delle Big-Tech, soprattutto americani, confermano la passione per il nostro Paese e le sue bellezze artistiche e culturali, oltre a quelle paesaggistiche e culinarie.

Google ha confermato il parco archeologico di Selinunte per ospitare il suo «Camp» estivo, a cui hanno preso parte personalità come Jeff Bezos, fondatore di Amazon (avvistato anche a Capri con il suo yacht) e Mark Zuckerberg, presidente e ceo di Meta. Ma c’erano anche tante star dello spettacolo (da Tom Cruise ai Coldplay), i principi William e Kate e la presidente della Bce Christine Lagarde. Gli scavi di Pompei sono l’ultima passione di Russell Crowe, da tempo amante del nostro Paese, che sta girando da Nord a Sud in vacanzA. A Capri ha fatto parlare di sé lo show improvvisato di Jennifer Lopez, mentre il marito Ben Affleck visitava Firenze con i figli. Portofino ha fatto da sfondo alle nozze tra il fondatore di Social Capital, già vicepresidente di Facebook, Chamath Palihapitiya, e Nathalie Dompé, ex modella e manager di un’industria farmaceutica, a cui ha partecipato anche il numero uno di Tesla e Twitter Elon Musk.

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E se in cima ai luoghi prediletti dal jet set internazionale ci sono mete intramontabili come Capri, Portofino, Roma o Venezia, non manca chi esplora zone meno note come l’Umbria (Gwyneth Paltrow) o l’Appennino laziale (Harry Styles).

Turismo, l'estate italiana fa il pieno di vip

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Egoturismo, un fenomeno da valorizzare

Un volano per il nostro turismo nazionale. Gli esperti parlano di «Egoturismo», spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di JFC: «Il tema dei vip che visitano una località e poi funzionano come testimonial e traino per quella meta è molto importante per la promozione del territorio», dice Feruzzi. «È importante che gli enti di promozione riescano a valorizzare questo fenomeno e infatti stanno aumentando gli operatori che lavorano assieme agli influencer – aggiunge –. Ma quando si tratta di grandi celebrità, che generano promozione anche all’estero, la faccenda è diversa: questi personaggi non si comprano, ma si conquistano. È necessario che si appassionino a un luogo, ci tornino, invitino amici altrettanto famosi e allora nasce il fenomeno».

Proprio come la maggior parte dei turisti che ogni anno visitano il nostro Paese, anche le celebrità arrivano in Italia, la prima volta, soprattutto per conoscere il suo patrimonio artistico e culturale, spiega Marina Lalli, presidente di Federturismo. «Poi se ne innamorano e tornano per vederne le bellezze naturalistiche o sperimentare altri tipi di vacanza, come quelle enogastronomiche o sportive – spiega Lalli –. Attrarre personaggi noti è importantissimo per l’effetto che generano anche sul turismo dei grandi numeri. Dobbiamo essere attrattivi per tutte le tipologie di visitatori, a cominciare dai giovani, ma certamente il turismo altospendente è una grande opportunità per il nostro settore».

La crescita del turismo di lusso

È quello, infatti, che cresce di più, conferma Magda Antonioli, docente all’Università Bocconi e vice-presidente della European Travel Commission, e che da alcuni anni a questa parte può contare su un’offerta ricettiva riqualificata, grazie anche all’arrivo nel nostro Paese di importanti investimenti da parte di grandi catene (aumentate da 1.324 hotel nel 2013 a 2.105 nel 2022 secondo la ricerca Thrends) e di fondi internazionali. «Si è innescato un circolo virtuoso, grazie al quale una maggiore offerta di pregio ha attratto questo tipo di clientela, che a sua volta ha stimolato nuovi investimenti, anche in località meno note», spiega Antonioli.

Un patrimonio artistico unico al mondo

Non c’è dubbio che il ruolo chiave, nella scelta di fare una vacanza in Italia, sia quello giocato dal suo sistema artistico-culturale, che conta quasi 4.300 realtà, per oltre la metà di proprietà pubblica, di cui il 78% rappresentato da musei, gallerie d’arte, monumenti e siti archeologici, secondo i dati del ministero della Cultura. «Il patrimonio culturale e artistico, grazie soprattutto alla sua grande varietà, dai siti rupestri della Val Camonica all’antiva Roma, all’arte moderna, è un punto di forza dell’attrazione del nostro Paese, in una competizione internazionale sempre più difficile, anche in conseguenza della crisi ambientale – osserva Andrea Cancellato, presidente di Federculture –. Il turismo culturale è un turismo migliore rispetto ad altri, anche dal punto di vista economico. Perciò è importante investire sulla tutela e implementazione di questo sistema, in grado di generare ricchezza».

Prima della pandemia, questi 4.300 istituti raccoglievano quasi 130 milioni di visitatori l’anno; nel 2022 c’è stato un forte recupero dopo il biennio di calo post Covid e anche quest’estate i primi dati resi disponibili dal Ministero sono incoraggianti, con quasi 500mila ingressi nei siti statali durante il ponte di Ferragosto, di cui 96mila al Colosseo, oltre 62mila a Pompei e 35mila agli Uffizi. Ma importanti risultati si sono registrati anche fuori dei grandi circuiti tradizionali, dal Museo Nazionale d’Abruzzo (circa 3.200 visitatori) a quello delle Marche (quasi 5mila), al Museo Archeologico di Reggio Calabria (5.730 ingressi).

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