Turismo, corre la Liguria e Genova cresce
Nei primi sette mesi dell’anno i visitatori che hanno soggiornato nel capoluogo ligure sono stati oltre 1,3 milioni, in crescita dell’11% sul 2022
di Raoul de Forcade
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Cresce l’attrattività turistica della Liguria grazie anche all’aumento delle presenze a Genova, ma non tutti gli albergatori sono soddisfatti della percentuale di riempimento delle camere, insidiata, in qualche misura, dagli affitti brevi degli appartamenti. E se il Levante della regione segna dati generalmente positivi, qualche difficoltà in più si registra nel Ponente.
Le sempre migliori performance del capoluogo ligure si leggono nei dati forniti dall’assessorato al Turismo della Regione. Se nel 2022 Genova ha superato, per la prima volta, i 2 milioni di presenze, nei primi sette mesi del 2023 i turisti che sono venuti a soggiornare nel capoluogo ligure sono stati 1,3 milioni, con una crescita dell’11% rispetto all’anno precedente, dovuto, sottolineano alla Regione, all’aumento dei visitatori stranieri.
Per quanto riguarda più strettamente i mesi estivi, dicono sempre in Regione, dopo che il mese di agosto ha battuto il record di turisti, con 74mila presenze tra italiani e stranieri, segnando un +3% rispetto al 2022, anche settembre per il capoluogo è apparso un mese positivo. Dall’1 al 17 settembre Genova ha registrato 115.600 presenze: mentre gli italiani sono rimasti invariati rispetto al 2022 (660mila ), le presenze straniere sono cresciute di 130mila unità.
Allargando lo sguardo all’intera Liguria, nei primi 8 mesi dell’anno sono stati registrate 12 milioni di presenze (+3,65%), con un incremento in quasi tutte le province, rispetto allo stesso periodo del 2022: in testa c’è la provincia della Spezia (+6,01%), seguita da quella di Genova (+5,98%), poi Imperia (+4,98%) e in fondo Savona, unica col segno meno (-0,15%). Dai numeri emerge un notevole aumento dei turisti stranieri, in termini di presenze (5,25 milioni, pari a +11,07% sul 2022), mentre si registra una una flessione degli italiani (6,85 milioni, -1,4%), forse, spiega l’assessore regionale al Turismo, Augusto Sartori, «a causa dei rincari dovuti all’aumento dell’inflazione». Tra i turisti europei, restano in cima alla classifica delle presenze la Germania (1,04 milioni, +7,82%) e la Francia (797mila, +7,06%). Emerge il ritorno degli americani, con un +28,74% di presenze (da 288mila a 371mila), rispetto al 2022. Al secondo posto gli Australiani, con presenze a +182,77% .
Da parte sua, il governatore ligure Giovanni Toti, pone l’accento sul fatto che «la stagione della Liguria si sta prolungando, confermando la tendenza che vede la parte dell’anno tra estate e autunno dare risultati particolarmente soddisfacenti».
Aldo Werdin, presidente di Federalberghi Liguria, conferma che Genova «è andata benissimo quest’anno anche in estate, periodo che, una volta, era di bassa stagione per il capoluogo. Ha trovato la vena giusta, anche con manifestazioni culturali che attirano, come i Rolli days (l’apertura al pubblico degli antichi palazzi nobiliari genovesi, che quest’anno ha totalizzato 80mila presenza nella versione primaverile, dal 28 aprile all’1 maggio e 71mila in quella autunnale, dal 13 al 15 ottobre, ndr). La città, dunque, si è creata la sua fetta di mercato».
A livello ligure, poi, sottolinea Werdin, «quest’anno siamo andati meglio dell’anno scorso, in cui l’avvio della stagione turistica era stato lento. Nel 2023, invece, siamo partiti bene, forse anche grazie al maggiore incremento di clientela americana che ha supplito alla mancanza di quella dei dei Paesi dell’Est, dovuto al conflitto tra Russia e Ucraina. Lì c’è stato un decremento rispetto agli anni pre Covid, a fronte, invece, di un aumento di altri ospiti: quelli statunitensi e sudamericani, quelli dal Medio Oriente e anche quelli europei, soprattutto da determinati Stati. Sono aumentati, ad esempio, i clienti da Francia e Svizzera ma non quelli tedeschi, a causa probabilmente della recessione che ha colpito il Paese, e neppure gli inglesi».
Secondo Werdin si è percepito «un decremento delle presenze degli italiani, dovuto alla crisi e all’aumento dei prezzi , che ha riguardato non solo i costi energetici ma anche, ad esempio, quelli del settore alimentare e, per gli alberghi, quelli delle lavanderie industriali per la pulizia delle lenzuola. Di questa situazione hanno sofferto soprattutto gli alberghi di media e bassa categoria, perché fanno riferimento a quella fetta di clientela che ha risentito di più dell’aumento del costo della vita. I cinque stelle e i quattro stelle superiori lo hanno percepito meno: chi aveva larga disponibilità di denari prima, continua ad averla. In ogni caso, le presenze di stranieri hanno compensato quelle degli italiani che hanno rinunciato alla vacanza in Italia, scegliendo magari l’Albania, o hanno accorciato il periodo di ferie. Sicuramente da gennaio a settembre 2023 la Liguria ha registrato un aumento di presenze che penso sia stato di circa il +20%. Tuttavia l’aumento di fatturato, per gli alberghi, benché superiore al 2022, è stato inferiore al numero delle presenze, perché i clienti hanno speso meno».
Il punto di vista di Laura Gazzolo, vicepresidente della sezione Turismo di Confindustria Genova e referente per gli alberghi, non coincide esattamente con quello di Werdin. «L’estate, in particolare luglio e agosto – dice – non è andata benissimo per Genova: abbiamo perso tutto il mercato italiano, che invece l’anno scorso non era ancora andato all’estero. Ma abbiamo lavorato grazie agli eventi tra maggio e giugno e settembre e ottobre. Per quanto riguarda, invece, la Liguria, il Levante è andato bene, mentre a Ponente, ad esempio nel savonese, c’è stato un 15% di presenze in meno».
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