Turismo, cresce la domanda ma è emergenza per il personale
Lalli: «Il più grande problema dell'estate sarà trovare stagionali». Migliorano le aspettative sulla ripresa del settore, bene il Ponte del 25 aprile
di Enrico Netti
3' di lettura
Nel complesso sono andati come previsti i flussi turistici del Ponte del 25 aprile ma questo secondo ponte ha visto esplodere in tutta la sua gravità l’emergenza stagionali, ovvero la grande difficoltà con cui le aziende turistiche cercano di reclutare personale per l’imminente stagione estiva ma senza successo. «Il più grande problema delle imprese turistiche quest’estate sarà trovare personale stagionale - avverte Marina Lalli, presidente Federturismo -. Avremo clienti, ma non avremo chi se ne prenderà cura. Nessuno è disposto a rinunciare ai sussidi per un lavoro stagionale».
Rinaldis: serve una riorganizzazione del lavoro
Brigate di cucina dimezzate, personale di sala a ranghi ridotti, reception vuote sono i segni tangibili di come l’industria dell’ospitalità sia a corto di personale. Chi si candida vuole lavorare in nero sfuggendo a tasse e contributi mantenendo magari il reddito di cittadinanza (rdc). Nella provincia di Savona, per esempio, servirebbero tra i 12mila e i 15mila stagionali a Rimini, capitale delle vacanze in Romagna almeno 5.500 addetti. «È una stima prudenziale che non considera l’indotto - spiega Patrizia Rinaldis, presidente Federalberghi Rimini -. Per molti servizi potrebbe essere necessario pensare a una nuova e profonda riorganizzazione del lavoro nonostante l’ospitalità sia fatta dal rapporto personale».
Occasione mancata
Aldo Mario Cursano, Vicepresidente di Fipe-Confcommercio, aggiunge: «La mancanza di lavoratori stagionali non ci ha fatto cogliere in pieno questa boccata d’ossigeno perché moltissime attività hanno ridotto gli orari di servizio o fatto più giorni di chiusura. Talune hanno proposto solo la cena. La mancanza di personale e professionalità adeguate sta diventando un problema molto serio per il settore del turismo e della ristorazione». Va dritto al punto Bernabò Bocca, presidente Federalberghi. «Paradossalmente in questo momento è più difficile trovare dipendenti che clienti. È difficilissimo per gli hotel reperire personale e il rdc per molti diventa un alibi per non lavorare». Chi vuole lavorare va all’estero. Per Massimo Caputi, presidente Federterme: «Molti vanno all’estero dove è ripartita la domanda e hanno contratti più vantaggiosi perché gli oneri sociali incidono molto meno. Altri preferisco il rdc e fare lavori saltuari».
Bene le prenotazioni
Le premesse per una buona stagione ci sono e si sono viste anche in questo ponte nonostante l’handicap del meteo. «Da Pasqua in poi viviamo un buon inizio di stagione e a Rimini è già aperta più della metà degli hotel - dice Patrizia Rinaldis -. Le prenotazioni stanno andando molto bene e con gli arrivi dei stranieri ci si aspetta il ritorno ai livelli pre pandemia, verso una quasi normalità». Nelle città d’arte famiglie e tanti giovani, giovanissimi segnala Aldo Cursano che spiega: «È un turismo di grandi numeri ma molto leggero nella capacità di spesa. I budget sono nettamente più bassi e continua a mancare il turismo altospendente. Certo ci sono un po’ di ospiti Usa ma non siamo assolutamente in linea con i periodi prepandemia». Nel ponte l’Hotel Tenuta Di Artimino Melia Collection domenica si è segnato un tasso di occupazione dell’80% con clientela europea, «un buon andamento nel suo complesso» segnalano dalla struttura.«Questo 25 aprile ha riconfermato la grande voglia degli italiani di viaggiare facendo registrare il tutto esaurito in moltissime destinazioni. È una festa italiana, gli stranieri sono ancora pochi, ma le prenotazioni ci fanno essere fiduciosi e ci aspettiamo per l’estate un numero di stranieri paragonabile al 2019» conclude Marina Lalli.
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