Turismo a gonfie vele, attesi oltre 30 milioni d’italiani in vacanza
Dopo due anni di pandemia, i numeri fin qui registrati e quelli attesi per i prossimi due mesi fanno ben sperare l’industria italiana del turismo che, se non raggiungerà i livelli dell’estate 2019, potrebbe andarci comunque molto vicino
di Giovanna Mancini
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Non sarà l’estate dei record, come qualcuno aveva sperato a giugno, dopo un avvio di stagione ben oltre le aspettative. Nel mese di luglio, soprattutto a causa del nuovo picco del Covid, del caos aeroporti e dell’inflazione, si è registrato infatti un raffreddamento delle intenzioni di viaggio dei nostri connazionali e qualche cancellazione. Ma dopo due anni di pandemia, i numeri fin qui registrati e quelli attesi per i prossimi due mesi fanno comunque ben sperare l’industria italiana del turismo che, se non raggiungerà i livelli dell’estate 2019, potrebbe andarci comunque molto vicino.
Un’estate italiana
I dati più recenti sono quelli dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Swg, che a fine luglio stima 27 milioni di italiani in partenza per le vacanze tra luglio e settembre, per l’88% verso destinazioni nazionali, principalmente al mare (il 44%) e in montagna (15%), ma con un buon recupero anche delle città d’arte che, sommate ai piccoli borghi, raggiungono il 21% delle preferenze. «Sono medie mobili, ma possiamo dire che siamo su valori molto vicini a quelli del 2019 — spiega il responsabile turismo di Confcommercio, Alberto Corti. — Quell’anno l’Istat registrò a consuntivo 31,4 milioni di italiani che si erano presentati al check-in nelle strutture turistico-ricettive. I dati sulle intenzioni che avevamo rilevato a giugno ci facevano ipotizzare di poter superare quella cifra, raggiungendo i 33-34 milioni di arrivi a fine stagione, ma ora credo sia più ragionevole stimare un allineamento con i dati del 2019 o forse anche qualcosa in meno». L’Osservatorio fornisce il sentiment degli italiani, la voglia di viaggiare, che a luglio è lievemente diminuita a causa principalmente di due fattori, spiega Corti: la risalita dei casi di Covid e un calo della fiducia dei consumatori, con oltre il 50% degli intervistati che esprime pessimismo per la situazione economica del Paese. Non è che gli italiani non partano più, ma magari preferiscono ridurre il numero dei viaggi o la loro durata.
Il ritorno degli stranieri
Raffreddamento a parte, l’estate 2022 conferma le prospettive di un ritorno alla normalità un po’ in tutte le destinazioni. Anche Federturismo stima circa 30 milioni di arrivi di italiani tra giugno e settembre, in Italia o all’estero, mentre Federalberghi parla di oltre 34 milioni di connazionali in viaggio. Più difficile stimare il numero di stranieri in arrivo in Italia. Secondo Federturismo, tra giugno e settembre le presenze dall’estero saranno il 25% in più rispetto allo scorso anno: un ottimo recupero (sebbene ancora sotto i livelli del 2019) a vantaggio soprattutto delle città d’arte, che da Pasqua in poi hanno registrato incrementi significativi, e di alcune località balneari e montane di maggiore pregio, spiega la presidente di Federturismo Marina Lalli. «Gli stranieri sono tornati in gran numero, soprattutto americani, britannici e arabi — dice Lalli. — Quindi i nostri timori per l’assenza di russi e cinesi, che non sono particolarmente rilevanti per numero ma lo sono invece per spesa media, è alle spalle». Global Blue ha infatti rilevato che nelle cinque città “regine” dell’estate (Capri, Porto Cervo, Taormina, Portofino e Forte dei Marmi) lo scontrino medio è di 1.600 euro, ovvero il 30% in più rispetto ai livelli pre-Covid. Anche la vendita delle camere fornisce numeri incoraggianti, con un aumento del 26% a giugno, rispetto allo stesso mese del 2021.
Previsioni e timori
A inizio stagione la previsione di Federturismo era di chiudere l’estate con una crescita del 15% sugli arrivi tra giugno e settembre, ma è probabile che questo obiettivo sarà superato, anche se non si raggiungeranno i livelli di tre anni fa.
Le attese sono buone anche per i prossimi due mesi: fino a due settimane fa il 60% delle camere per agosto era già prenotato a livello nazionale (contro il 33% dello scorso anno), con punte del 72% per le località di mare. Certo, la situazione non è brillante ovunque: «Le destinazioni che lavorano molto con gli stranieri e le città d’arte stanno registrando ottimi risultati, con prezzi alti che riescono a coprire anche i costi aggiuntivi — precisa Marina Lalli. —Viceversa, le mete che ospitano soprattutto italiani stanno procedendo a corrente alternata, perché i nostri connazionali risentono più degli stranieri del problema dell’inflazione, che sta spingendo alcune persone a ridurre il periodo di vacanza o il budget di spesa».
Anche Federalberghi, nella sua indagine previsionale per l’estate 2022, realizzata con ACS Marketing Solutions a metà luglio, prevede alcune “auto-restrizioni” che i vacanzieri si imporranno a causa dei rincari, limitando perciò la spesa in vacanza. «Siamo di fronte a una ripartenza forte — commenta il presidente Bernabò Bocca. — Tuttavia fa male constatare che il 43% dei nostri concittadini abbia dovuto decidere di restare a casa per difficoltà finanziarie».
Prevale l’ottimismo
Agosto si apre comunque «sotto ottimi auspici» per gli albergatori italiani, assicura Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, che registra per il mese clou dell’estate «prenotazioni molto vicine al tutto esaurito per la maggior parte delle destinazioni». Secondo l’associazione, nel bimestre giugno-luglio i risultati sono stati allineati ai livelli pre-Covid per il 62% delle strutture ricettive associate e addirittura superiori al 2019 per il 47%. Per agosto, le prenotazioni degli stranieri sono superiori dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre quelle degli italiani sono in linea con i dati pre-pandemia. La spinta sembrerebbe dunque arrivare proprio da quel turismo internazionale che negli ultimi due anni era in gran parte mancato. A beneficiarne, come accennato, sono soprattutto le città d’arte, tanto che Firenze e Venezia segnano un incremento delle prenotazioni dall’estero del 7% e 3% per agosto.
Numeri confermati dalle rilevazioni sui voli riportate da Enit: «Le prenotazioni aeree di luglio dall’estero verso l’Italia sono state migliori dei nostri principali competitor, Spagna e Grecia, con un aumento del 146,7% rispetto al 2021 — spiega l’ad di Enit, Roberta Garibaldi. — E la tendenza è confermata anche per i prossimi mesi: per agosto si prevede un incremento del +119,1% rispetto al 2021, mentre per settembre del +191,2%».
E il mare si conferma stella incontrastata dell’estate italiana. «Già in primavera il comparto balneare ha avuto un ottimo andamento — spiega Massimo Feruzzi, ceo di Jfc, società di ricerche sul turismo. —Maggio e giugno hanno confermato questa tendenza, con aumenti del 26,2% per il fatturato e del 33,3% per le presenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».
Nella prima settimana di luglio la paura ed i timori legati alla ripresa del Covid-19 ha portato a una serie di disdette, «quantificabili tra il 4% ed il 6% delle prenotazioni», aggiunge Feruzzi, ma anche a uno stallo sulle prenotazioni last minute e su quelle per agosto. Tuttavia, negli ultimi giorni c’è stata una ripresa e Feruzzi conferma le stime per la stagione, con un fatturato pari a 31,8 miliardi di euro, in leggero aumento (di una 20ina di milioni) rispetto al 2019, così come le presenze, che salgono dai 411,8 milioni di tre anni fa ai 418,5 di quest’estate.
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