Turismo verso i livelli pre Covid ma mancano camerieri e manager
Atteso il pienone a Pasqua a Roma, che nel 2023 potrebbe avvicinarsi a ospitare 20 milioni di visitatori. Per recuperare le perdite bisognerà aspettare la fine del 2024. Servono 50mila addetti
di Andrea Marini
3' di lettura
Le strade del centro di Roma sono tornate ad essere piene di turisti. Un trend che prosegue ormai dalla scorsa estate e che queste vacanze pasquali non fanno che confermare. Ormai nel 2023 nella capitale e nel Lazio si stima un recupero totale degli arrivi pre Covid. Solo a Roma, questo potrebbe portare anche a raggiungere i 20 milioni di arrivi annui. Un recupero che, se continuerà con questi ritmi, significherebbe, complici i prezzi in salita, a inizio 2024 anche riallineare i fatturati con i valori del 2019. Solo dai turisti stranieri, questo implicherebbe nel 2023 una maggiore spesa di quasi 1,7 miliardi rispetto al 2022. Tuttavia, per recuperare a pieno le perdite del 2020-2021 bisognerà aspettare almeno la fine del 2024.
La crescita degli arrivi è stata per molti versi inattesa per degli operatori, che dopo le difficoltà del periodo del Covid adesso fanno fatica a trovare personale. Secondo le stime degli addetti del settore, a Roma e nel Lazio mancano 50mila lavoratori. Non si parla solo di camerieri, addetti alle pulizie e alla sicurezza, ma anche di personale specializzato nel marketing e nel digitale. Qualifiche di cui, nell’era della competizione globale, non si può più fare a meno.
Il settore della ristorazione, insieme all’edilizia, è, in base ai dati riportati dalla Camera di commercio di Roma riferiti al sistema informativo Excelsior, tra quelli che registrano il maggior numero di assunzioni nel 2022: resta molto alta però la difficoltà di reperimento di personale che si attesta al 50% circa per gli operai specializzati nell’edilizia su un totale di 22mila assunzioni nel 2022, e al 35,6% per gli addetti alle attività di ristorazione su un totale di circa 43mila assunzioni nel 2022.
«Quest’anno nel Lazio potrebbe esserci un +13% di arrivi rispetto al 2022 – spiega Fausto Palombelli, presidente della sezione turismo di Unindustria Lazio – questo potrebbe voler dire avvicinarci, se non proprio raggiungere, i visitatori del 2019. Flussi privilegiati sono naturalmente quelli dal Nord Europa, ma anche gli Stati Uniti hanno avuto un incremento importante». Basti pensare che i principali vettori aerei americani stanno facendo sull’aeroporto di Fiumicino piani per la prossima estate superiori del 50% rispetto al 2019. Su New York avremo 11 collegamenti giornalieri, terzi in Europa solo dopo Londra e Parigi (si veda il Sole24Ore-Rapporto Centro del 10 marzo). «Dal 2024 – prosegue Palombelli – quando cadranno i vincoli cinesi, ci aspettiamo una crescita importante anche dall’Asia».
Conferma l’andamento Stefano Corbari, presidente Fiavet Lazio (agenzie di viaggio): «Per Roma Pasqua e più in generale la primavera sono periodi di alta stagione. Nel comparto americano abbiamo registrato arrivi in crescita anche del 30-40%. Questo non vuol dire che non manchino criticità. Cina e Giappone stanno ripartendo adesso. Il segmento della Russia e dei paesi russofoni, che aveva un ruolo importane, è scomparso».
Comunque un aumento così rapido degli arrivi è stato inatteso: «Fino all’anno scorso – prosegue Corbari – puntavamo al 2024 per tornare sui livelli di fatturato del 2019. Ma se gli aumenti degli arrivi dovessero crescere ancora, forse già quest’anno potremmo raggiungere il dato pre Covid. Questo però non vuol dire che avremmo recuperato le perdite del 2020-2021. Per questo dovremmo aspettare almeno la fine del 2024».
A preoccupare adesso è soprattutto la carenza di addetti: «La pandemia – racconta Corbari – ha allontanato molti lavoratori dal settore del turismo. Basti pensare a chi era occupato presso le compagnie di pullman, passato ora a fare consegne per i corrieri». Palombelli evidenzia come nel comparto turismo a Roma e nel Lazio manchino «50mila addetti. Ci sono alberghi che hanno riaperto sottodimensionati dopo il Covid e ristoranti che a Pasqua sono stati costretti a chiudere per mancanza di personale. Ma nel comparto mancano anche persone addetti al marketing e alla comunicazione digitale. Per questo diventa sempre più importante il tema della formazione e delle intese con le università».
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