Turismo, italiani e stranieri: il Garda ai livelli pre Covid
Il bilancio
di Enrico Netti
3' di lettura
Un’ottima stagione estiva per il comparto dell’ospitalità, con aumenti a due cifre per arrivi e presenze ma il Veneto non riesce ad agganciare i valori pre pandemia. Nei primi sette mesi dell’anno gli arrivi nella regione hanno segnato un +38% mentre le presenze un +57,5% rispetto lo stesso periodo del 2020. Incrementi significativi ma rispetto al 2019 le differenze sono importanti: -56% di arrivi e -46,3% di presenze.
La costa veneta con le sue località balneari, da Bibione a Caorle e Jesolo, quest’anno hanno fatto il pieno di Bandiere Blu e registrato un miglioramento nel trend degli arrivi a luglio con +8% rispetto allo stesso mese del 2020 soprattutto grazie alla numerosa presenza di italiani (+46%) che hanno così compensato i mancati arrivi (-10%) dei villeggianti stranieri. In ascesa anche le terme (+7,6%) mentre la stagione lungo la riviera del lago di Garda ha superato le più rosee aspettative ritornando e superando i livelli pre pandemia. Riscontri molto positivi dalle città d’arte ma senza raggiungere i numeri degli anni prima del Covid. Nel complesso il bimestre estivo ha registrato quasi 17 milioni di presenze contro i 23 milioni dello stesso periodo del 2019 (-28%).
L’area del Garda ha visto un vero e proprio exploit delle presenze. Secondo le elaborazioni della Regione Veneto nel mese di agosto le presenze hanno superato di poco i tre milioni di ospiti contro i circa 2,1 milioni dell’anno precedente e i 2,9 del 2019. Circa 132mila turisti, di cui 114mila italiani e i restanti stranieri, in più rispetto al periodo pre pandemia. Numeri a cui hanno contribuito in maniera massiccia le presenze degli italiani sulla sponda veneta del lago iniziata a giugno e che a luglio ha raggiungo l’apice con un +154mila presenze sul luglio 2019. In altre parole sembra che gli italiani abbiano scoperto una destinazione apprezzatissima da tedeschi e austriaci, tradizionali vacanzieri sulle rive del Garda See. Inoltre il lago di Garda ha scalato le posizioni delle mete turistiche in Italia. «Ristoranti pieni, strade affollate e alberghi con il cartello “tutto esaurito” - commenta soddisfatto Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona -. È stato un Ferragosto da ricordare quello che il lago di Garda ha vissuto quest’anno, tanto che le presenze straniere sulla sponda veronese del Benaco hanno raggiunto e superato il livello pre-Covid del 2019. Quest’anno c’è stata molta più fiducia e anche i turisti stranieri si sono sentiti più sicuri nel viaggiare oltre i confini nazionali. L’Italia, da questo punto di vista, ha rappresentato un’ottima destinazione».
La ripresa del turismo ha avuto un’immediata ricaduta: le aziende nella seconda metà dell’anno sono tornate ad assumere. I dati di Veneto Lavoro evidenziano come il settore turismo tra maggio ed agosto ha fatto registrare 65.500 assunzioni contro le quasi 58mila del 2919.
Anche nel vicino Trentino-Alto Adige il turismo ha supportato la ripresa dell’economia locale ma senza raggiungere i valore pre emergenza. «Il contributo diretto del turismo sul Pil in Trentino è di 1,3 miliardi, quello dell’Alto Adige è di 2,5 miliardi - sottolinea Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento -. I numeri non hanno bisogno di commenti e ci dicono che abbiamo ancora molta strada da fare». Il coordinamento degli imprenditori, il consiglio di amministrazione di Trentino marketing e le associazioni di categoria lavorano per delineare quelle strategie operative da mettere in campo per rendere ancora più attrattivo il Trentino sotto il profilo turistico e occupazionale. «L’accoglienza la facciamo tutti, non solo un buon albergo o ristorante, ma tutto il territorio: camerieri, commesse, benzinai, vigili urbani. È arrivato il momento di avere coerenza interna ed esterna». Una linea condivisa anche da Giovanni Profumo, direttore di Confcommercio Trentino, e da Italo Monfredini, vice presidente vicario di Federcoop che aggiunge: «Una provincia che potrebbe attirare in Trentino non solo turisti ma anche persone disponibili a trasferirsi per lavorare. Come Federazione abbiamo partecipato a una cordata che ha vinto il bando provinciale per l’e-commerce. Deve diventare la piattaforma di tutti. Anche il progetto della cooperazione di realizzare strutture per il co-working nelle zone turistiche va visto come sistema, non come singole iniziative. Inoltre è opportuno ragionare sul tema del turismo per persone portatrici di disabilità e fare del turismo la leva dell’internazionalizzazione».
Brand connect

loading...