Turismo nei Paesi del G20: a guidare la ripresa c'è l'Italia, che la Merkel elogia come meta non a rischio
Buona cucina, presenza capillare di strutture ricettive piccole e indipendenti da Nord a Sud e rispetto delle misure di sicurezza sono i principali motivi per cui la Penisola riuscirà ad attrarre più turisti
di Gianni Rusconi
4' di lettura
Difficile ragionare in questo momento, come del resto succedeva in pieno lockdown, su quelle che saranno le prospettive a breve e medio termine del settore turistico. Troppe le incertezze legate al Covid-19 e alle conseguenti restrizioni sugli spostamenti (soprattutto quelli a lungo raggio) che i vari governi sono chiamati ad imporre. Mentre la situazione dei contagi in Francia e e Spagna peggiora l’Italia è riuscita a contenere la seconda ondata. Proprio per il nostro comportamento prudente la cancelliera Merkel ha elogiato in un discorso in video-conferenza tra i ministri-presidenti dei Laender il nostro Paese: “In Europa ci sono molte zone a rischio. Si può viaggiare in Germania e si può andare in zone non a rischio in Europa. In Italia, ad esempio, si agisce con grandissima cautela”.
Vedremo se ci sarà o meno un effetto Merkel sulle decisioni che prenderanno i turisti tedeschi nei prossimi mesi, intanto si possono fare anche delle riflessioni sulla base di alcuni numeri. Alcuni certi, altri legati a proiezioni. Sappiamo, per esempio, che l'incidenza del turismo sul Pil italiano è nell'ordine del 13% e che questa industry rappresenta il 7% del commercio mondiale. Le ultime rilevazioni dell'Unctad (l'organismo delle Nazioni Unite che opera a vari livelli dal commercio allo sviluppo sostenibile) ci dice inoltre che lo stop ai flussi vacanzieri e di viaggio potrebbe valere il 2,8% dell'economia globale, generando perdite fino a 3mila miliardi di dollari e mettendo a rischio 100 milioni di posti di lavoro. Basterà seguire la strada del turismo resiliente e sostenibile, sfruttare maggiormente le tecnologie digitali e puntare su un'offerta più strettamente legata a territori e tradizioni locali? Se lo chiedono ovviamente anche gli imprenditori del travel e dell'hospitality italiani, flagellati come tutti dagli effetti del lockdown fra marzo e giugno e solo in parte ripagati da una ripresa delle presenze a luglio, agosto e settembre.
Città d’arte ancora in sofferenza
Le città d'arte, volendo scegliere una destinazione fra le tante, hanno sofferto e soffriranno ancora (anche se a Venezia e Firenze i turisti stranieri sono tornati numerosi nelle ultime settimane) e la stima annuale dell'Enit segnala un calo degli arrivi internazionali che potrebbe variare fra il 50% e il 60% rispetto al 2019. I plus della nostra offerta turistica dati emersi dalla ricerca “Recovery Insight: Travel Check-In” condotta da Mastercard misurando l'impatto della pandemia nel settore travel con particolare attenzione ai cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori/utenti che utilizzano il proprio circuito di pagamento, sembrano invece andare in controtendenza.
I plus del nostro Paese
L'Italia, infatti, è con Russia e Francia uno dei mercati che sta guidando la ripresa del settore turistico nei Paesi del G20 per quanto riguarda prenotazioni di voli aerei, pernottamenti e pasti fuori casa in compagnia di amici e familiari. Tradizione culinaria, cultura fortemente incentrata sul turismo e presenza capillare di strutture ricettive indipendenti da Nord a Sud (isole comprese) sono, secondo lo studio, i principali motivi per cui la Penisola ha cavalcato meglio di altri la ripresa nel rispetto delle nuove misure di sicurezza. E se il piacere della tavola si è confermato un elemento cardine dello stile di vita degli italiani, il modo di viaggiare si è andato via via adattando al nuovo scenario. Come osservano gli esperti di Mastercard, la spesa per l'acquisto di carburante, ristoranti o per il noleggio di auto o biciclette riflette una maggiore propensione per i viaggi “on the road” e di prossimità, alla (ri)scoperta dei territori paesaggistici nazionali.
Piccoli hotel, mete di prossimità e micromobilità
Se scala internazionale, le tendenze emerse premiamo in particolare il cosiddetto “localismo”: nel secondo trimestre del 2020, la quota del noleggio auto sul totale delle spese di trasporto è quasi raddoppiata, passando dal 9% dello scorso anno al 17%, e conferma la volontà di privilegiare mezzi propri rispetto a quelli pubblici. In Svizzera e in Germania, in particolare, gli spostamenti effettuati a inizio agosto con mezzi alternativi agli aerei hanno rappresentato circa i tre quarti della spesa settimanale dedicata ai viaggi. Un altro parametro che merita attenzione è inoltre il seguente: dall'analisi delle transazioni condotte con carte di credito private e business emerge come la spesa relativa ai biglietti aerei sia stata prevalentemente di natura personale e non dettata da viaggi di lavoro. La tendenza a favorire luoghi non lontani da casa ha infine dato una notevole spinta alle soluzioni di micromobilità (tra cui scooter e bici elettriche) in alcuni Paesi e negli Stati Uniti in particolare sono stati ampiamente superati alla fine di luglio i livelli del 2019. Altro fenomeno nato “grazie” al Covid-19, infine, è la crescita dei soggiorni in strutture dalle dimensioni contenute: l'analisi evidenzia infatti come i viaggiatori prediligano sempre più spesso luoghi di accoglienza poco affollati come i “boutique hotel” e in generale i piccoli alberghi indipendenti, il cui tasso di ripresa in questi ultimi mesi (su scala globale) ha superato di oltre il 50% quello delle grandi strutture.
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