TRA VILLE E BORGHI

Turismo slow (e green) in primavera: in cammino attraverso il Veneto e nelle Marche in bicicletta

Dal mare alla montagna tracciati e cammini da fare a piedi e sulle due ruote per vivere en plein air l'esperienza di questi due territori

di Giambattista Marchetto

Villa Valmarana ai Nani (foto Cammini Veneti)

4' di lettura

Se i trend globali del turismo sono slow e green, l'Italia si adegua mettendo in vetrina un'offerta sempre meno “ingenua” e oggi orientata alla valorizzazione dei paesaggi, dei borghi, delle tipicità. In particolare, nel Veneto dei capannoni e delle rotatorie c'è ancora spazio per un turismo sostenibile e di scoperta non solo sulle montagne, attraversate da una miriade di sentieri, ma tra campagna e collina. Anche le Marche giocano la carta del territorio “vergine”, poco battuto e tutto da scoprire sulle due ruote. Con la primavera che si avvicina, dunque, i weekend sono buoni per vivere en plein air l'esperienza di questi due territori.

I Cammini veneti tra pianura e collina
In Veneto sta lentamente emergendo la consapevolezza di quanto possano essere attrattivi cammini lunghi e ben tracciati. E se ci sono associazioni impegnate nella valorizzazione delle esperienze cultural-naturalistiche, anche la Regione si sta muovendo e a gennaio ha approvato una legge dedicata proprio alla promozione del turismo dei cammini.

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Quello che da Venezia stanno cercando di fare è mettere a sistema percorsi già esistenti, più o meno strutturati in termini di tracciato e contenuti collaterali. Come il Cammino Fogazzaro Roi, curato dall'associazione Cammini Veneti per far conoscere e apprezzare la parte della provincia di Vicenza che si snoda fra Montegalda e Tonezza del Cimone. Il percorso tocca luoghi e ville cantati dallo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro e cari al pronipote, il marchese Giuseppe Roi, un “diplomatico” della cultura e della bellezza della terra veneta nel mondo. «Percorrendo il Cammino di (e più Santiago in Spagna, la Via Podiensis in Francia, la Via Francigena e il Cammino di Anaunia in Italia, mi son convinto che la stessa sensazione di meraviglia e armonia possa essere vissuta anche nella nostra terra, sebbene molto antropizzata, a condizione di poter camminare in sicurezza per più giorni», è la premessa del presidente di Cammini Veneti Andrea Cevese.

In cammino tra monti e laguna a portata di app
Nella mappa veneta ci sono poi tracciati che rimandano a tradizioni religiose, come il Cammino di Sant'Antonio, che sulle tracce dell'ultimo pellegrinaggio del santo percorre i 24 km tra il santuario di Camposampiero e la Basilica a lui dedicata nel cuore di Padova; esiste anche un “Lungo Cammino” che prosegue fino al santuario de La Verna, nei boschi dell'aretino. E ugualmente il Cammino di S. Martino promosso dall'Unione Pro Loco, che attraversa quasi tutte le province venete, e il Cammino da San Marco a San Marco, che lungo 230 km crea un ponte tra Venezia e il lago di Garda. Hanno invece un'origine religiosa che si incrocia con l'evoluzione laico-commerciale la Romea Strata, che collegando le terre germaniche a Roma si dirama nel Nordest con direttrici verso il Brennero o verso Tarvisio; la Via Claudia Augusta, antica strada romana che dall'Adriatico e dalle pianure del Po attraversando le Alpi portava fino al Danubio; il Cammino delle Dolomiti, un anello che dall'area Feltrina porta alla Valbelluna, passando per l'Agordino, l'Ampezzano, Comelico, Cadore e Alpago. E infine il Cammino del Marin Sanudo, attualmente in fase di elaborazione, curiosa ricostruzione di un percorso che da Portobuffolè arriva a Venezia e poi prosegue attraverso Padova, Vicenza, Soave, Verona fino a Peschiera sul Garda, ripercorrendo un “itinerario per la terraferma” descritto nel 1483 dal diarista veneziano. Per scoprire gli itinerari green del Veneto, da percorrere a piedi, in bici, con sci e ciaspole sulla neve, oppure anche a cavallo, la Regione ha lanciato una app dedicata – Veneto Outdoor - realizzata con tecnologia Open Data e già dotata un database di partenza di circa 400 fra percorsi, itinerari e sentieri, spesso sconosciuti.


Marche Outdoor- MassaFermana (foto di LucioGriccini)

Duemila km in bici tra laghi, gole, cascate, eremi e borghi
Scelte da Lonely Planet tra le dieci migliori destinazioni Best in Travel 2020 (unica italiana in classifica), le Marche oggi puntano molto sul cicloturismo. Il progetto Marche Outdoor – che ha come testimonial d'eccezione il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali – è focalizzato sulla rinascita post sisma e caratterizzato dalla messa in rete del territorio e dalla valorizzazione delle strade secondarie che attraversano borghi e colline dal mare alla montagna. Itinerari che possono essere percorse in bicicletta da tutti i tipi di ciclisti, dai principianti ai più esperti. Attraverso il sito e una app dedicata, Marche Outdoor propone 24 itinerari ciclabili (in continuo aggiornamento) collegati a numerose experience disseminate su tutto il territorio. Sono circa 2mila km di percorsi ad anello attraverso 130 comuni lungo i quali i cicloturisti si possono muovere attraverso laghi, gole, cascate, eremi e grotte, intime strade di collina e borghi arroccati, oltre a sperimentare l'accoglienza autentica e genuina.


Il “Terzo Paradiso” di Pistoletto
La filosofia del progetto è stata sposata anche dall'artista Michelangelo Pistoletto che ha visto nella regione il luogo di una rinascita, coniando il concetto di “Marche Rebirth” e associando il concetto del Terzo Paradiso, rappresentato da tre anelli concentrici, a vari percorsi di Marche Outdoor. Con i percorsi simbolo del Terzo Paradiso, ognuno composto da tre anelli che partono dal mare e arrivano in montagna, si può scoprire tutto il territorio marchigiano – tra questi il Sibillini Rebirth è uno dei più impegnativi da attraversare vista l'altitudine, ma al tempo stesso il più appassionante da scoprire. Non mancano poi le proposte ciclo-culturali, facendo tappa a Urbino sulle tracce di Raffaello Sanzio, a Pesaro sulle note di Gioacchino Rossini, sull'ermo colle di Giacomo Leopardi a Recanati, nella medievale Ascoli e tra le mura dell'affascinante Offida.


A Fermo con il festival Tipicità
A marzo merita una sosta Fermo, perla del Rinascimento, che dal 7 al 9 marzo ospita il festival Tipicità che propone “tutto il meglio delle Marche”. È un fine settimana tra specialità introvabili e artigianato, alimenti funzionali, biodinamici e nutraceutici, proposte gourmet preparate dagli chef ospiti, birre a km zero e tutti gli “imperdibili” della tipicità marchigiana: dal ciauscolo allo zafferano di montagna, dal tartufo di Acqualagna all'oliva tenera ascolana e poi, ancora, il celeberrimo Verdicchio, l'olio Evo di qualità, le migliori paste biologiche, la cicerchia ed il mais ottofile, il pecorino dei Sibillini e le carni di razza marchigiana.

Per approfondire
Andar per ville in Veneto. Alla scoperta di un patrimonio che il mondo ci invidia

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