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Lavoro nelle ore calde: il decalogo Inail su turni, acqua, ombra e soccorsi

Vademecum dell’Inail con le raccomandazioni per consentire alle aziende e ai lavoratori di fronteggiare l’ondata di caldo nei luoghi di lavoro

di Giorgio Pogliotti

Caldo, è arrivato l'anticiclone sull'Italia

5' di lettura

Individuare una persona che sovrintenda al piano per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Formare il personale, dotarlo di protezioni adeguate. Rendere disponibile acqua per bere e rinfrescarsi. Riorganizzre i turni di lavoro, modificando gli orari per ridurre l’esposizione dei lavoratori al calore. Rendere accessibili aree ombreggiate per le pause. Sono alcune delle raccomandazioni contenute in un decalogo redatto dall’Inail per assicurare un’efficace pianificazione degli interventi aziendali contro il rischio generato dall’incremento di frequenza e intensità delle ondate di calore.
L’Inail ricorda che è compito e cura del datore di lavoro individuare le procedure specifiche per l'attuazione delle misure da adottare nell’ambito dell’organizzazione del sistema di prevenzione aziendale, oggetto anche di un seminario organizzato venerdì 21 luglio a Roma presso il Conference Centre dell’Istituto su “Cambiamenti climatici e lavoro: ricerca scientifica e progetti di intervento”, con un focus sull’edilizia. Ma vediamo nel dettaglio le raccomandazioni ai datori di lavoro e ai lavoratori contenute nel decalogo

Un responsabile per sovrintendere al piano per prevenire lo stress da caldo

La prima raccomandazione è quella di individuare un responsabile, presente sul luogo di lavoro - che potrà anche coincidere con il preposto-, per la sorveglianza delle condizioni climatiche, formato sull'appropriato uso dell'indice di calore e sugli indicatori di rischio di stress termico, preposto all'attuazione delle misure di tutela specifiche in caso di insorgenza delle condizioni di stress termico.

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Identificazione dei pericoli e valutazione del rischio

L’identificazione dei pericoli implica il riconoscimento dei rischi legati al caldo e delle patologie da calore, dovute agli effetti di alte temperature, elevata umidità, dell'esposizione al sole o ad altre fonti di calore, alle esigenze lavorative, agli indumenti di lavoro, aidispositivi di protezione individuale e a fattori di rischio personali. Gli strumenti di identificazione includono l'utilizzo di piattaforme previsionali di allerta da caldo specifiche per i lavoratori, come quella messa a punto nell'ambito del Progetto Worklimate https://www.worklimate.it/scelta-mappa/ per un primo screening dei rischi.

Una formazione ad hoc per i lavoratori

La formazione serve ad aumentare la consapevolezza dei lavoratori sugli effetti sulla salute dello stress da caldo e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. Deve comprendere raccomandazioni sugli abiti preferibilmente da indossare, sull'importanza di mantenere un ottimo stato di idratazione e un'alimentazione equilibrata, sui fattori di rischio individuali e la gestione dei sintomi delle patologie da calore, come prevenirne l'insorgenza e come riconoscere i sintomi. È importante che la formazione venga fatta in una lingua che i lavoratori comprendano. La formazione specifica sui rischi legati allo stress termico e sulle strategie di prevenzione e mitigazione è raccomandata anche per il preposto per la sicurezza e l'addetto al primo soccorso.

Cassa integrazione quando fa troppo caldo

Idratazione: bere un litro d’acqua ogni ora, no alle bevande energetiche

Il datore di lavoro deve rendere disponibile acqua potabile da bere e acqua per rinfrescarsi. Contenitori per l'acqua dovrebbero essere installati in diverse postazioni sul luogo di lavoro. In situazioni di esposizione al caldo, i lavoratori dovrebbero essere incoraggiati a bere circa un litro d’acqua ogni ora. Bere solo quando si ha sete può andare bene nei giorni freschi, ma in occasione di un'ondata di calore o d’esposizione a temperature elevate, i lavoratori devono prestare attenzione al proprio livello di idratazione. Occorre evitare, però, di bere più di 1,5 litri di acqua in un'ora perché l'eccesso di liquidi provoca carenza di sali minerali e può causare effetti negativi sulla salute. Va limitata l'assunzione di bevande energetiche utilizzate in ambito sportivo che possono avere effetti negativi in termini di eccesso di calorie ingerite e provocare disturbi elettrolitici. In genere un'alimentazione equilibrata è in grado di reintegrare la perdita di sali dovuta alla sudorazione.

Abbigliamento: lavorare coperti e non a pelle nuda

Consigliare ai lavoratori di indossare, se possibile, abiti leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro che ricoprano buona parte del corpo (non lavorare a pelle nuda), se possibile è meglio usare un copricapo con visiera o a tesa larga e occhiali da sole con filtri Uva. A seguito di parere positivo da parte del medico competente, consigliare ai lavoratori di applicare una crema solare ad alta protezione (SPF 50+) nelle parti del corpo che rimangono scoperte.Possono essere forniti indumenti refrigeranti o gilet ventilati ai lavoratori più esposti che svolgono lavori pesanti.

Riorganizzare i turni di lavoro per ridurre l’esposizione al sole

La modifica degli orari di lavoro può ridurre l’esposizione dei lavoratori al calore. L’invito è a consultare le previsioni di allerta dei rischi correlati allo stress da caldo per i lavoratori e alla riprogrammazione delle attività non prioritarie che si svolgono all’aperto in giorni con condizioni meteo più favorevoli. Le attività che richiedono un maggiore sforzo fisico possono essere pianificate durante i momenti più freschi della giornata. Tra le soluzioni proposte dall’Inail c’è l'alternanza dei turni tra i lavoratori per minimizzare l'esposizione al caldo, ma anche l'interruzione del lavoro in casi estremi (quando il rischio di patologie da calore è molto alto).

Rendere accessibili aree ombreggiate per le pause

Per quanto possibile, bisogna assicurare la disponibilità di aree ombreggiate o climatizzate per le pause e il raffreddamento. Pianificare pause brevi ma frequenti in luoghi ombreggiati non causa perdite di produttività, l’Inail cita evidenze secondo cui in assenza di pause pianificate il ritmo di lavoro si rallenta e aumenta il rischio di errore umano. Anche con segnali acustici, messaggi audio va ricordato ai lavoratori di effettuare pause al fresco per la reidratazione e il rinfrescamento. I pasti dovranno essere consumati sempre in aree ombreggiate.

Favorire l’acclimatizzazione: dopo assenza prolungata ripresa graduale

L’acclimatazione si ottiene aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l’esposizione al calore dei lavoratori e favorendo frequenti pause per l’approvvigionamento di acqua e il riposo all’ombra Sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione.In occasione delle ondate di calore i neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un’assenza prolungata è meglio che inizino con il 20% del carico di lavoro il primo giorno e aumentino gradualmente il carico ogni giorno successivo. I lavoratori esperti dovrebbero iniziare il primo giorno al 50% del carico normale, e anch'essi aumentare gradualmente il carico nei giorni successivi. Meglio promuovere il reciproco controllo dei lavoratori, soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o durante le ondate di calore

Il piano di sorveglianza per il monitoraggio dei sintomi delle patologie da calore

Prima dell'esposizione dei lavoratori al calore bisogna sviluppare con la collaborazione del medico competente e del responsabile della sicurezza un piano di sorveglianza per il monitoraggio dei segni e dei sintomi delle patologie da calore e di risposta alle emergenze, per favorire precocemente la diagnosi e il trattamento. Il piano deve includere informazioni su cosa fare quando qualcuno mostra i segni delle patologie da calore, come contattare i soccorsi, quali misure di primo soccorso attuare in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Tutti i lavoratori devono essere messi a conoscenza del piano e devono essere in grado di riconoscere i sintomi legati allo stresstermico. Al momento delll’insorgenza di patologie da calore i lavoratori devono cessare subito di svolgere le attività che stavano svolgendo, rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca e bere acqua potabile. Essere in stato confusionale può essere un segno di colpo di calore e richiede un'immediata assistenza medica. Sentirsi male mentre si lavora al caldo è un serio segnale di allerta.ll primo intervento di soccorso comporta il raffreddamento del corpo il più rapidamente possibile, oltre al dare da bere acqua potabile o a somministrare soluzioni isotoniche di cloruro di sodio per ripristinare la perdita di sali.

Misure specifiche per i luoghi di lavoro chiusi

I luoghi di lavoro in ambienti chiusi possono essere raffreddati con il condizionatore o, in alternativa, se la temperatura dell'aria è inferiore alla temperatura media corporea (circa 35°C), del ventilatore (che accelera solo il movimento dell'aria ma non abbassa la temperatura ambientale). Altri metodi per abbassare la temperatura ambientale includono l'utilizzo di schermi riflettenti per l'allontanamento del calore radiante e l'isolamento termico degli infissi. Se sono presenti macchinari e superfici calde si possono posizionare schermi protettivi fra il lavoratore e le sorgenti radianti eventualmente presenti e si può ridurre l'emissività della superficie calda della sorgente radiante rivestendola con del materiale isolante.

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