viabilità

Tutor riattivati su 900 km di strade, ecco dove fare attenzione

Finita l’estate, è finita anche la prima ondata di riattivazioni del Tutor dopo la sentenza del 14 agosto con cui la Cassazione ha ordinato un terzo passaggio in Corte d’appello per la causa sulla contraffazione del brevetto. E si continua alla spicciolata. Ora il sistema di rilevazione della velocità media controlla 900 chilometri di carreggiate autostradali. Ecco dove.

di Maurizio Caprino

Sistema di rilevamento tutor: ecco come funziona

6' di lettura

Sono 94 le tratte autostradali su cui è stato riattivato il Tutor. Sommando la loro lunghezza, si ottengono circa 900 chilometri, su cui il sistema in grado di controllare anche la velocità media è tornato in funzione. Meno del migliaio annunciato con enfasi da Autostrade per l’Italia all’indomani della sentenza del 14 agosto con cui la Cassazione ha ordinato un terzo passaggio in Corte d’appello per la causa sulla contraffazione del brevetto.

Tra i vari contenziosi civili e penali che riguardano il Tutor ce n’è anche uno sul pagamento del software sviluppato per il suo funzionamento, rivendicato da un imprenditore di Latina. È comunque difficile che si arrivi a nuove sentenze che comportino un nuovo spegnimento del sistema.

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Ma è altrettanto difficile che la riaccensione del Tutor porti gli stessi risultati vantati finora da Autostrade per l’Italia in termini di riduzione della mortalità: le statistiche dei 16 mesi con controlli disattivati o presenti solo in minima parte dimostrano che non ci sono state quelle ripercussioni negative che molti, disinteressatamente o no, ipotizzavano.

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Le fonti ufficiali non divulgano dati sulle velocità rilevate in questi mesi, ma empiricamente si è visto un aumento. Dunque oggi evidentemente la velocità pesa meno che in passato come causa o aggravante degli incidenti, visto anche l’accresciuto peso della distrazione e delle carenze delle autostrade stesse.

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Di cosa stiamo parlando
Le 94 tratte sono riferite alle postazioni gestite dalla Polizia stradale, che ha l’esclusiva dei controlli in ambito autostradale. Qui finora le riattivazioni hanno riguardato solo tratte di competenza di Autostrade per l’Italia (che ha costruito il sistema (facendolo valere anche ai fini degli incrementi tariffari dei pedaggi e vendendolo anche ad altri gestori) e di sue collegate.

Autovie Venete aveva annunciato che la riattivazione dei portali sulla sua rete (essenzialmente, sull’A4 tra Venezia e Trieste) per la metà di settembre. Ma ancora non è avvenuta.

Sulla viabilità ordinaria ci sono poche installazioni, che fanno capo quasi tutte all’Anas e ad alcune Province. Di queste non si hanno notizie certe. Non sono comunque da confondere con altri sistemi di controllo della velocità media (presenti soprattutto su superstrade in Calabria), che non sono stati toccati dalla vicenda-Tutor e quindi non hanno mai smesso di funzionare.

Le nuove tratte
Dal giorno della sentenza della Cassazione che ha consentito di riaccendere il Tutor, le tratte tornate sotto controllo sono state 57, che sono andate a sommarsi alle 37 (per 420 chilometri) su cui un controllo era stato ripristinato già nei mesi successivi alla sentenza del 10 aprile 2018 con cui la Corte d’appello di Roma ordinò di fatto lo spegnimento del sistema. Il ripristino era stato possibile cambiando il sistema con uno analogo, il SicvePM, che però aveva probabilmente maggiori problemi di funzionamento.

Le riattivazioni sono sparse tra Nord, Centro e Sud prevalentemente sulle due direttrici principali: l’Autosole (A1) e l’Adriatica (A14), prevalentemente in direzione nord. E su queste si è andati avanti con le riattivazioni anche in ottobre. Significativa la presenza anche sulla A4 tra Milano e Brescia e sulla A13 Bologna-Padova.

Sull’A1, le riattivazioni hanno riguardato soprattutto l’Emilia in direzione nord: le tre tratte consecutive tra Fidenza e Piacenza Nord (uscita che da alcuni mesi si chiama «Basso Lodigiano», perché ubicata subito dopo il confine con la provincia di Lodi), la Modena Sud-Modena Nord e la Casalpusterlengo-Lodi. Si aggiungono alle due tratte fra Reggio Emilia e Parma dove c’era già il SicvePM. A sud di Bologna sono coperte le tratte Caserta Nord-Santa Maria Capua Vetere, San Vittore-Pontecorvo (due tratte), Colleferro-Valmontone, allacciamento diramazione Roma Sud-allacciamento A24, allacciamento diramazione Roma Nord-Orte (tre tratte) e Firenzuola-Badia.

Nella direzione opposta, attualmente chi proviene da Milano trova il primo controllo a Fidenza fino all’allacciamento A15, e poi da Modena Sud all’allacciamento A14 poco prima di Bologna. I controlli riprendono sulla Variante di Valico tra Badia e Firenzuola. Ancora più a Sud, tra Orte e l’allacciamento con la diramazione Roma Nord (due tratte) e sulla “bretella” che scavalca la capitale, dall’allacciamento con l’A24 a quello con la diramazione Roma Sud. Proseguendo verso Napoli, sono coperti anche il tratto successivo, che arriva a Colleferro, il Frosinone-Ceprano e il San Vittore-Caianello.

Sull’A14, le riattivazioni si sono concentrate soprattutto in Puglia, ancora in direzione nord: da Bari Nord a Bitonto, da Andria a Poggio Imperiale (sette tratte). Si riprende in Romagna: Valle del Rubicone-Cesena, Forlì-allacciamento diramazione Ravenna (due tratte). Infine, il breve tratto bolognese a tre corsie tra l’allacciamento del ramo Casalecchio e Borgo Panigale.

In direzione sud, si comincia su Castel San Pietro-Imola, Faenza-Forlì e Cesena-Rimini-Nord (due tratte). E si riprende in Puglia: Foggia zona industriale-Cerignola Est (una tratta) e allacciamento A16-Trani (tre tratte).

Sull’A13 la copertura è quasi completa e omogenea tra le due direzioni. Da Bologna Interporto si arriva a Monselice (sette tratte). Chi proviene da Padova trova il primo controllo sulla Terme Euganee-Monselice e poi da Rovigo a Occhiobello (due tratte) e da Ferrara Nord ad Altedo (due tratte).

Sull’ A4 le riattivazioni prevalgono in direzione ovest: Ospitaletto-Palazzolo (due tratte), Grumello-Bergamo (due tratte) e Dalmine-Cavenago (due tratte a quattro corsie). Venendo da Milano, ci sono la Trezzo-Dalmine e la Ponte Oglio-Ospitaletto (tre tratte).

Sul tratto appenninico della A7 Milano-Genova sono controllate le due tratte tra Busalla e Isola del Cantone (direzione nord).

Due tratte anche sull’A8 Milano-Laghi: Castellanza-Busto Arsizio e viceversa. Situazione analoga sull’A10 Genova-Savona, tra Celle Ligure e Albisola (dove però si tratta del SicvePM installato e acceso un anno fa).

Il SicvePM resta pure sull’A16 (Monteforte-Baiano verso Napoli e Monteforte-Avellino Ovest verso Canosa) e nel Traforo del Monte Bianco in entrambe le direzioni.

Sull’A23, riattivazioni da Udine Nord a Carnia (due tratte in direzione Tarvisio) e da Gemona a Udine Nord in direzione sud.

Sull’A26, sotto controllo una tratta verso nord (tra Masone e Broglio) e le due consecutive verso sud tra l’allacciamento della diramazione dall’A7 e Massimorisso.

In Campania, infine, ci sono l’A30 con cinque tratte (Mercato San Severino-Nocera e Sarno-Palma verso nord e allacciamento A1-Nola, allacciamento A16-Palma e Sarno-Nocera verso sud) e la Tangenziale di Napoli con quattro (Camaldoli-Vomero e Fuorigrotta-Agnano verso Pozzuoli e Agnano-Fuorigrotta e Arenella-Capodimonte verso l’A1).

Attenzione alla taratura
La riattivazioni vanno avanti anche dopo l’estate, alla spicciolata. Non possono avvenire tutte insieme perché ci sono da fare la manutenzione e rifare la taratura iniziale tratta per tratta.

La taratura va comprovata da un certificato apposito, di cui si può chiedere alla Polizia stradale l’esibizione per dimostrare che la rilevazione è attendibile e la sanzione è legittima. Non bisogna dare per scontato che la taratura sia stata effettuata: in passato non era stato così neanche dopo la sentenza della Corte costituzionale che la impose, nel 2015

Dall’anno scorso Autostrade per l’Italia non si rivolge più a un’azienda esterna per le tarature, ma le affida alla propria controllata Autostrade Tech, secondo lo schema in house seguito per decenni per le verifiche strutturali delle opere e finito nella bufera con le inchieste della magistratura aperte dopo il crollo del Ponte Morandi.

LA MAPPA

Dati aggiornati alle ultime riattivazioni, 12 ottobre 2019

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Com’era prima e le prospettive
La vicenda della presunta contraffazione del brevetto da parte di Autostrade per l’Italia si trascina da 15 anni, ma non aveva mai ostacolato la diffusione del Tutor. Tanto che la copertura originaria prima della decisione della Corte d’appello di Roma del 10 aprile 2018 era ragguardevole e ben maggiore di quella attuale: circa 2.500 chilometri e 300 tratte.

È presumibile che in futuro ci si avvicinerà sempre più a questi dati, fino a raggiungerli. Occorre però il tempo necessario per:

- effettuare la manutenzione che consenta di far tornare in funzione ogni postazione di rilevamento;

- adempiere all’obbligo di taratura annuale, richiesto a partire dall’estate di due anni fa dal Dm Infrastrutture 282/2017.

Proprio la taratura è stata al centro di molti ricorsi vittoriosi in passato, perché la Polizia non era in grado di portare il relativo certificato nelle cause davanti ai giudici di pace.

Non tutti sanno che...
Ogni portale può rilevare anche la velocità istantanea. Ma, se viene impiegato in questa funzione, deve essere disattivato il controllo della media: lo impone lo stesso decreto dirigenziale Mit di approvazione del sistema. Questo è il motivo per il quale, nella prassi, si tende a usare il Tutor solo per misurare le medie.

In ogni caso, l’utente non può mai sapere o capire se in un dato momento un portale sia attivo e, se sì, in quale funzione.

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