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“Tutte le donne del mondo” di Tracey Emin alla National Portrait Gallery

Con la riapertura del museo dopo il lungo restauro le opere in mostra sono più in linea con il mondo di oggi: spazio a donne, minoranze etniche, persone di colore e LGBTQ+

di Nicol Degli Innocenti

2' di lettura

Un museo antico ma del tutto nuovo riapre le sue porte a Londra: la National Portrait Gallery, fondata nel 1856, è di nuovo aperta al pubblico dopo tre anni di chiusura per lavori di restauro e ampliamento. L'ingresso che era laterale e angusto dai tempi dell'inaugurazione della galleria è stato spostato nella facciata principale dell'edificio, un omaggio ai palazzi rinascimentali di Firenze.
Ad accogliere i visitatori le nuove porte di bronzo create da Tracey Emin, 45 pannelli con altrettanti ritratti femminili che per l'artista inglese vogliono rappresentare “tutte le donne del mondo”, contrapponendosi ai busti di 18 uomini, artisti scrittori e storici, che adornano la facciata del palazzo. “Tracey Emin, grande maestra di disegno e di scultura, ha dato un tocco umano all'imponente facciata, creando un'opera perfetta, monumentale e commovente al tempo stesso”, ha detto Nicholas Cullinan, direttore della Npg che ha voluto e seguito la trasformazione del museo.

Tracey Emin

Tracey Emin


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Pietro Annigoni

All'interno, negli spazi più ampi, ariosi e luminosi creati dall'architetto Jamie Fobert, si trova la collezione di ritratti. Oltre 220mila tra sculture, disegni, stampe, miniature, quadri e fotografie raccontano la storia britannica e la storia dell'arte, passando dal ritratto di Enrico VII del 1505 a opere contemporanee come Self di Marc Quinn, un autoristratto “scolpito” dall'artista con il suo sangue. Le opere in mostra comprendono quadri come il “Chandos portrait” di William Shakespeare, attribuito a John Taylor, e il celebre ritratto di Elisabetta II dipinto da Pietro Annigoni, unico artista così apprezzato dalla regina da essere stato chiamato a ritrarla due volte. Una grande foto del nuovo re, Carlo III, accoglie invece i visitatori appena entrati nel museo. Oltre ad ampliare gli spazi espositivi aprendoli alla luce naturale, eliminando tramezzi, soppalchi e pareti divisorie aggiunte nel tempo, il restauro ha permesso anche un ripensamento della collezione. Le opere in mostra sono più in linea con il mondo di oggi: donne, minoranze etniche, persone di colore e persone LGBTQ+ sono più rappresentate.

Madame Yevonde

La prima mostra della nuova era della Npg è dedicata a Madame Yevonde, una fotografa dei primi decenni del Ventesimo secolo e intende rilanciare un'artista ingiustamente meno conosciuta di altri artisti uomini. Yevonde è stata una pioniera della fotografia a colori, sperimentando nel suo studio londinese e creando ritratti e nature morte che ancora oggi colpiscono per la nitidezza delle immagini e la brillantezza dei colori.

Abreve aprirà “L'occhio del ciclone”, una serie di fotografie scattate da Paul McCartney nel 1963 e 1964 e mai viste prima. Le foto raccontano gli anni in cui The Beatles sono diventati famosi a livello internazionale, mostrando il punto di vista privilegiato e inedito di uno dei protagonisti del complesso più celebre del mondo.

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