Tutti a caccia di pezzi di design nelle aste italiane
di Stefano Cosenz
7' di lettura
Il mercato del Design è oggi ormai maturo in Italia acquisendo una sua specifica autonomia, come avviene già da molti anni sulle principali piazze internazionali. In occasione delle aste nazionali nel settore che si sono tenute tra maggio e giugno, Luigi e Luciano Bosa, esperti di Design della Casa d'aste Capitolium Art di Brescia, ne puntualizzano in breve il trend nel nostro paese: “Il design si è sviluppato inizialmente in Italia nel solco della tradizione antiquariale privilegiando la riscoperta di tutto ciò che potesse essere considerato storico o in altri termini vintage. Oggi, invece, il mercato concentra maggiormente l'attenzione su opere che esprimano al meglio la loro concezione contemporanea (l'idea, l'inventiva, il concetto iniziale). Le serie limitate, i pezzi unici, i prototipi dei grandi designer sono quindi l'obiettivo principale di una clientela che si configura oggi, a differenza di prima, molto più vicina al mondo dell'arte contemporanea come testimonianza della presenza sempre più frequente di specialisti nel settore nelle grandi fiere internazionali di arte contemporanea”.
Le firme italiane sugli scudi. Nelle recenti aste nazionali hanno brillato le firme ormai celebrate in tutto il mondo, come Gio Ponti, Piero Fornasetti e come Franco Albini che per un grande tavolo ovale ha conseguito da Cambi il secondo record mondiale per artista, e polverizzando per diversi suoi lotti le stime iniziali. Vincenti le creazioni uniche commissionate per prestigiose dimore o i modelli ammirati nelle grandi fiere internazionali. Forte come sempre la partecipazione di una sostenuta clientela internazionale.
Il catalogo della vendita di Design del 17 maggio della Casa d'Aste Capitolium Art di Brescia ha voluto esprimere attraverso una selezione molto rigorosa dei lotti entrambe le influenze tracciate dai suoi esperti cercando di rappresentarle al meglio. Solo 152 lotti proposti, di cui 96 venduti (63% di lotti venduti) con un fatturato di 453.962 euro e con una percentuale del venduto sulle riserve del 97%. In particolare cinque lotti hanno costituito il 45% del fatturato dell'asta, “e danno evidenza di quanto espresso sulla tendenza di mercato verso le piccole produzioni e le interrelazioni tra design e arte”. Top lot, il tavolino in legno di mogano e piano in vetro ridipinto disegnato da Lucio Fontana e prodotto da ABV Arredamenti Borsani a Varedo nel 1954 aggiudicato a 73.200 e il mobile da soggiorno di Ico Parisi in legno di mogano, contenitori in legno grissinato (due esemplari conosciuti con varianti) prodotto da Ariberto Colombo nel 1948, aggiudicato per 70.760 euro. Da segnalare anche una poltroncina in noce chiaro e tessuto originale, mod.Ariana, di Franco Albini, eseguita in 10-15 esemplari, con marchio Poggi disegnato dal pittore e designer Roberto Sambonet, utilizzato dal 1951 al 1954, aggiudicato a 29.280 euro. Assieme all'asta pubblica, la Casa ha tenuto un'asta online di Design vendendo 273 dei 536 lotti proposti (51%) fatturando 229.360 euro col 71% del venduto sulle riserve. Gli esperti segnalano anche una diminuzione della presenza straniera in virtù di una maggiore domanda italiana.
A Genova a caccia di nomi storici. Il 15 e 16 maggio Cambi di Genova ha tenuto la prima delle due aste nel settore, anticipando l'importante vendita milanese “Fine Design” del 21 giugno. L'asta di maggio ha confermato le aspettative con un fatturato superiore agli 870mila euro, 56% dei lotti venduti, 96% del venduto sul valore. Piermaria Scagliola, direttore del Dipartimento, ha così commentato il buon risultato: “Il nostro intento è di continuare ad affinare la selezione di pezzi che proponiamo per rispondere al gusto di un pubblico internazionale sempre più esigente”. Nel dettaglio della vendita, Sirio Candeloro, responsabile dell'asta, ha aggiunto: “Siamo riusciti a proporre pezzi esclusivi che hanno suscitato interesse fra diversi acquirenti, con un buon incremento sulle stime iniziali, come il tavolo “Samo” in marmo di Carlo Scarpa, prodotto in Italia nel 1970 da Simon, 176 x 124 x 74 cm, che da una stima di 2.500-3.000 euro è stato venduto per 10.250, o la coppia di poltrone di Paolo Buffa mod.118/F con struttura in legno e rivestimento in tessuto, prodotte in Italia nel 1950, 80 x 80 x 73 cm, stimate 4-6mila euro e vendute a 13mila. Trend in crescita per gli oggetti esclusivi di quei designer che stanno crescendo a livello internazionale grazie alla fama guadagnata, come Piero Fornasetti col 100% di venduto per lo storico marchio milanese (un suo importante cassettone mod. Architettura con struttura in legno laccato e serigrafato prodotto nel 1990 stato venduto per 15.600 euro), o come Osvaldo Borsani, il cui mobile con le maniglie di Lucio Fontana, prodotto nel 1950 ha realizzato 9.750 euro contro una stima di 3-4mila, forte anche del traino di esposizioni come quella alla Triennale di Milano”.
La vendita milanese di “Fine Design” del 21 giugno ha fatto ancora meglio, con un fatturato di 1.503.000 euro, 77% di lotti aggiudicati e 141% del venduto sul valore, con bidders stranieri provenienti da 12 paesi e quattro continenti, e due record: lo scrittoio Z di Gabriella Crespi con struttura in legno e rivestimenti in acciaio, prima versione, numerato “30”, Prod. Crespi del 1974, 125 x 65 x 76 cm, è stato venduto per 55mila euro contro una stima di 30-40mila (record italiano per un mobile di Gabriella Crespi), e il grande tavolo ovale di Franco Albini con struttura in ferro laccato e piano in ferro patinato a cera, esemplare unico per committenza privata a Genova, 202 x 112 x 79,5 cm, prodotto nel 1956, stimato 40-60mila euro e venduto a 90mila (secondo record mondiale per l'artista); Piermaria Scagliola così commenta: “Forte interesse dei collezionisti per i pezzi con una storia, un passato e provenienze certe, dove si vede la mano del designer e traspaia l'essenza dello stile del tempo”. Tra i top lot, due bellissime cassettiere in legno di Gio Ponti, tra cui una con disegno originale per gli arredi dell'Hotel Royal di Napoli, Prod.Dassi del 1950, 80 x 100 x 47 cm, stimata 15-20mila euro e venduta a 55mila. Polverizzate le stime iniziali di diversi lotti di Franco Albini, tra cui due poltrone blu di produzione Cassina stimate 8-12mila euro e volate a 52.500. Assieme all'asta di “Fine Design” si è dispersa nella stessa giornata del 21 giugno “I Bianconi di Bianconi”, una raccolta di opere dell'arte vetraria di Fulvio Bianconi: una sua scultura del 1970 alta 32 cm raffigurante un volto in vetro di Murano soffiato bicolore lavorato a piastra con applicazioni di fili metallici, da una stima di 1.200-1.300 euro è volata a 13.750 euro.
Il gusto internazionale. Quattro tornate di “Design di Stile italiano” sono state dedicate da W annenes a Genova il 14 e 15 giugno con un fatturato di 1.176.149 euro, 72,2% di lotti venduto e il 151,5% di venduto sul valore. A proposito del crescente successo italiano e internazionale del Design Gilberto Baracco, responsabile assieme a Andrea Schito del Dipartimento Arti Decorative e Design del XX secolo della Casa, ha dichiarato: “Sono diversi i fattori della crescita d'interesse verso il Design da parte del mercato italiano: 1) la tendenza proposta da molti arredatori nazionali e internazionali così come la si vede nelle riviste di settore come AD, Elle Decor, ecc; 2) la presenza costante nella comunicazione di massa di elementi di arredo e non di Design italiano riconosciuto anche dal grande pubblico (dalla poltrona anonima anni '50 alla Vespa); 3) il moltiplicarsi di mostre con respiro internazionale inerenti i designer italiani (ultima quella di Ettore Sottsass alla Triennale), il diffondersi di gallerie e case d'asta che propongono Design italiano e che, quindi, non si limitano più ad andare dietro al mercato ma diventano esse stesse fautrici di un nuovo mercato e di un nuovo gusto; 4) infine, e davvero importante, gli studi e la comprensione di un linguaggio innovativo, e culturalmente rivoluzionario per l'epoca, che lega l'opera di tutti i più noti architetti italiani del XX secolo.
Vincente nell'asta genovese la firma di Gio Ponti: una coppia di poltrone del designer milanese e di Giulio Minoletti per il treno ETR 300 “Settebello”, realizzate dalla Breda nel 1952 per un massimo di 190 esemplari, sono state esitate a 32.500 euro, seguita da una parete attrezzata di Gio Ponti degli anni '40 battuta a 25mila euro e sempre di Ponti un tavolo realizzato per le sale da pranzo della motonave “Conta Grande” negli anni '50 aggiudicato a 32.500 euro. Nel settore dell'illuminazione, da segnalare una lampada a sospensione Stilnovo anni '50 in ottone e vetro acidato esitata a 20mila euro e una rara lampada a sospensione di Max Ingrand per Fontana Arte del 1956 in ottone, metalcrilato, cristallo curvato, molato e colorato aggiudicata a 16.250 euro.
La gara con i clienti internazionali. Successo anche per l'asta di Arti Decorative del ‘900 e Design organizzata il 19 e 20 giugno da Il Ponte Casa d'aste di Milano che ha totalizzato 1.042.088 euro, con il 75% di lotti venduti e il 177% del venduto sul battuto. La migliore aggiudicazione è stata ottenuta dal vaso di Umberto Bellotto “Connubio in ferro e vetro” eseguito dalla Vetreria Artistica Barovier di Murano nel 1923, stimato 50-70mila euro e venduto a 175mila euro, risultato che non solo conferma le previsioni di vendita, ma si inserisce tra i migliori dell'artista a livello mondiale. La gara si è accesa anche per altri lotti, come per una coppia di poltroncine a conca modello “839” di Ico Parisi, Produzione Cassina, Meda, 1955, valutata 16-22mila euro e aggiudicata a 30mila e per un lampadario modello “2196” di Max Ingrand, Produzione Fontana Arte, Milano, 1965, valutato 12-16mila euro e aggiudicato a 27.500.
“Forte la partecipazione di clienti internazionali, soprattutto americani, inglesi, francesi e tedeschi che, anche grazie all'online, hanno gareggiato per contendersi i lotti. È stata premiante, inoltre, la scelta di costruire la vendita inserendo beni tra loro molto differenti per stile, rarità, periodo storico e valore: la percentuale di lotti venduti raggiunta è tra le più elevate del settore” afferma soddisfatto il direttore di dipartimento l’architetto Stefano Poli.
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