Tv pirata, cosa rischiano gli utenti oscurati dal blitz contro Xtream Codes
I 700mila spettatori che fruivano abusivamente di programmi Tv coperti da copyright, dopo aver corso rischi sul piano della sicurezza informatica, potrebbero ritrovarsi sotto inchiesta. Perché la Legge sul diritto d’autore punisce anche gli utilizzatori
di Francesco Prisco

I 700mila spettatori che fruivano abusivamente di programmi Tv coperti da copyright, dopo aver corso rischi sul piano della sicurezza informatica, potrebbero ritrovarsi sotto inchiesta. Perché la Legge sul diritto d’autore punisce anche gli utilizzatori
2' di lettura
Il giro di vite della guardia di finanza contro la piattaforma Iptv illegale Xtream Codes ha spento gli schermi a qualcosa come 700mila utenti abusivi. Non immuni da rischi, sotto il profilo dopo che sono già stati esposti sul versante della sicurezza informatica. Essì, perché ricorrere al cosiddetto «pezzotto», per guardare partite di calcio e altri contenuti coperti dal copyright, renderà esenti dal pagamento degli abbonamenti a Sky e Dazn ma di certo non da problemi con la giustizia e virus.
I rischi penali
Sul primo versante è emblematico il pronunciamento della Corte di Cassazione dell’aprile 2018 che si opponeva all’archiviazione delle posizioni degli utenti a una Iptv illegale. Nonostante quella che può essere considerata «tenuità del fatto», si va a processo. C’è infatti l’articolo 171 octies della Legge sulla protezione del diritto d’autore (la 633 del 1941) che punisce «con la reclusione da sei mesi a tre anni» e multe da 2.500 a 25mila euro «chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato».
I rischi informatici
C’è poi il tema della sicurezza informatica. Il pubblico collegato da casa in realtà paga molto di più rispetto ai 5 o 10 euro, aprendo il proprio computer a malware, spy-bot o peggio. Può accadere che ti istallino, a tua insaputa, un software moltiplicatore di click, usando il tuo device per drogare i dati di accesso a un determinato sito. Può accadere che ti rubino dati sensibili, comprese le credenziali per le operazioni bancarie. Può accadere che trasformino il tuo pc in uno «zombie» e lo utilizzino, assieme a quelli di chissà quanti altri ignari utenti, per attacchi hacker contro chissà quale obiettivo sensibile. Dopo i quali la polizia postale potrebbe bussare alla tua porta.
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Per saperne di piùFrancesco PriscoRedattore
Luogo: Milano
Lingue parlate: italiano, inglese
Argomenti: economia della cultura e dell'entertainment, musica, libri, cinema, cultura, società
Premi: Premio Giornalistico State Street 2018 - Categoria: Innovation
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