ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’idea di Musk

Twitter consentirà agli editori di vendere singoli articoli

Twitter consentirà agli editori di media di far pagare agli utenti un singolo articolo con un click

di L.Tre.

Afp

2' di lettura

Twitter consentirà agli editori di media di far pagare agli utenti un singolo l’articolo con un click. Lo ha annunciato il padrone della piattaforma social Elon Musk elogiando la sua idea e definendola una vittoria sia per il pubblico che per i media. C’è da dire, che non tutto quello che viene annunciato su Twitter si traduce in realtà. Spesso Musk usa il suo social network per sondare gli animi. Ma in questo caso c’è una data. E quindi va presa un po’ più sul serio.

Come funziona? 

La funzione, che verrà implementata a maggio, consentirà agli utenti che non acquistano un abbonamento mensile di pagare un prezzo per articolo più alto quando vogliono leggere un articolo occasionale. Altri “dettagli” non sono stati comunicati. Come per esempio, quali account potranno usufruire della funzione, cioè se vale per tutti o solo per quelli con la spunta blu a pagamento. Non è chiaro se questa opportunità è privilegio dei media ufficiali o è aperta a qualsiasi utente con contenuti basati su abbonamento su piattaforme come Substack o Patreon. Non è neppure molto chiaro come funzionerà il modello di business, cioè quale quota andrà agli editori e quale a Twitter.

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I micropagamenti e il giornalismo

C’è poi da dire che finora gli editori non sono sembrati molto convinti del futuro dei micropagamenti. La tendenza è quella di vendere abbonamenti all-you-can eat all’interno dei quali gli utenti/lettori possono decidere quali contenuti prediligere o servizi premium con notizie e approfondimenti su settori verticali. Si acquista quindi il giornale e non il singolo articolo. La vendita del singolo articolo chiusa senza l’apertura di un abbonamento non è una pratica adottata quantomeno dagli editori più grandi.

L’Europa però ha le idee più chiare

Nei giorni scorsi, intanto, la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova, in una intervista per la giornata mondiale della libertà di stampa ha criticato la piattaforma. «C’è ancora spazio per il dialogo, vorrei tanto spiegare al signor Musk la nostra filosofia: noi difendiamo la libertà di parola, difendiamo la libertà di espressione. Ecco perché abbiamo creato un sistema così complicato, che è il codice di condotta» sulla disinformazione, ma «la libertà di parola nell’Ue non è illimitata».

A febbraio l’esecutivo europeo ha pubblicato un rapporto che rivela come Twitter sia indietro nella lotta alla disinformazione, nonostante abbia sottoscritto un codice di condotta in merito. Jourova ha ribadito la delusione per l’impegno del social nel contrasto alla diffusione delle fake news, e ha detto di sentirsi «a disagio su Twitter, nel quartiere - ha detto - della propaganda aggressiva russa non regolamentata».

«Non posso prevedere quel che succederà a Twitter con l’entrata in vigore della legge sui servizi digitali», ha proseguito Jourova, ma «paragonerei la situazione con la guida in autostrada: se superi la velocità, ricevi sanzioni e un giorno potresti essere privato della patente di guida. Questa è una visione generale di come il Digital Services Act verrà applicato in futuro nei casi di non conformità».

Riproduzione riservata ©
  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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