dopo lo scontro con twitter

Trump firma ordine esecutivo contro social media. Twitter lo censura: «Suo tweet esalta la violenza»

La polemica è nata dopo che la società di San Francisco ha corretto due cinguettii in cui il presidente Usa, in riferimento alla possibilità del voto per posta a causa del coronavirus, evocava il rischio di frode elettorale

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5' di lettura

Twitter censura un tweet del presidente Usa Donald Trump, accusandolo di violazione dei propri standard sull' “esaltazione della violenza”. E successivamente il social ha censurato anche la Casa Bianca il cui profilo Twitter ha rilanciato il messagio del presidente Usa.

Il presidente, parlando dei disordini per l'uccisione dell'afroamericano George Floyd, aveva scritto: “Non posso star qui a guardare quel che succede in una grande città americana, Minneapolis. Una totale mancanza di leadership. O il debolissimo sindaco di estrema sinistra Jacob Frey si dà una mossa, o manderò la Guardia nazionale per fare il lavoro che serve”. Il tweet resta però visibile.

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La nota apposta da Twitter all’intervento di Trump. Sopra, l’intervento ripreso direttamente dal social.

Poche ore prima, Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo sui social media, che non avranno più immunità legale contro eventuali cause per i contenuti delle loro piattaforme. Lo ha reso noto la Casa Bianca. Il presidente Usa aveva annunciato che la sua amministrazione perseguirà una legislazione ad hoc sui social, in aggiunta al suo ordine esecutivo.

Trump ha detto di aspettarsi sfide legali al proprio provvedimento ma presume che il suo governo sarà in grado di affrontarle al meglio. Il presidente ha poi attaccato Twitter, accusando la società californiana di assumere «posizioni editoriali» e di fare «attivismo politico» quando interviene sui cinguettii degli utenti. Trump ha poi equiparato i social a un monopolio.

Trump attacca Twitter con un tweet

Nella giornata di venerdì, poi, il presidente degli Stati Uniti ha twittato nuove accuse contro il social network attraverso il quale diffonde i suoi messaggi: «Twitter non sta facendo nulla su tutte le menzogne e la propaganda fatte circolare dalla Cina o dalla sinistra radicale del partito democratico. Hanno messo nel mirino i repubblicani, i conservatori e il presidente degli Stati Uniti. La sezione 230 deve essere revocata dal Congresso. Fino a quel momento, sarà regolamentato» twitta Donald Trump, riferendosi alla normativa che garantisce l'immunità legale ai social contro eventuali cause per i contenuti postati sulle loro piattaforme.

A questo punto, il provvedimento renderebbe più facile per le autorità regolatorie (in tal caso la Federal Trade commission) intervenire per accertare se compagnie come Twitter, Facebook, Google e Youtube sopprimono la libertà di espressione quando sospendono gli utenti o cancellano i loro post.

Che il presidente americano fosse pronto a firmare un decreto con una stretta sui social media lo aveva già annunciato la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany. Lui stesso oggi ha twittato: «Questo sarà un grande giorno per i social media e l'imparzialità!».

L’intervento di Jack Dorsey

«Continueremo a segnalare informazioni errate o contestate sulle elezioni a livello globale», aveva twittato il ceo Jack Dorsey, nel suo intervento sulla vicenda.

La posizione di Facebook

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg invece ha criticato l’atteggiamento della piattaforma rivale per la “correzione”. «Credo fortemente che Facebook non debba essere l’arbitro della verità di tutto ciò che la gente dice online», ha detto in un'intervista a Fox diffusa integralmente oggi. «In generale le società private, specialmente queste piattaforme, probabilmente non dovrebbero essere nella posizione di farlo».

Lo scontro Trump-Twitter

Tutto nasce dal fatto che nei giorni scorsi Twitter ha etichettato due messaggi dell’account di Trump con l’avviso di verificare i fatti. Il social ha anche allegato un link ai due tweet del presidente in cui sostiene che le affermazione di Trump sono prive di fondamento. «I repubblicani ritengono che le piattaforme di social media mettano a tacere completamente le voci dei conservatori. Le regoleremo con forza o le chiuderemo prima di permettere che questo accada - ha scritto Trump su Twitter - Abbiamo visto cosa hanno tentato di fare, poi fallito, nel 2016: Non possiamo permettere una versione più sofisticata di quello. Proprio come non possiamo permettere che il voto per corrispondenza prenda piede nel nostro Paese». Per il presidente, il voto per corrispondenza favorirebbe gli imbrogli elettorali. “Chiunque bara di più vincerebbe”. Ieri, dopo l'etichettatura dei post da parte di Twitter, Trump ha attaccato il social accusandolo di interferire nelle elezioni presidenziali del 2020.

(sotto, uno dei post di Trump a cui Twitter ha aggiunto una postilla, ndr)

Il presidente statunitense Donald Trump ha quindi detto di voler «regolare» o addirittura «chiudere» le piattaforme di social media dopo che Twitter aveva etichettato due suoi messaggi con l’avviso di “verificare i fatti”. La società di San Francisco ha osato per la prima volta “correggere” il presidente Usa. La compagnia aveva segnalato i due tweet con l’avviso di «verificare i fatti» e un link in cui si spiega che le dichiarazioni del tycoon sono prive di fondamento, secondo la Cnn, il Washington Post e altri media.

Un portavoce di Twitter ha riferito che i tweet di Trump «contengono informazioni potenzialmente fuorvianti sui processi di voto e sono stati contrassegnati per fornire un contesto aggiuntivo». Lo “schiaffo” di Twitter arriva poche ore dopo che la stessa società si era rifiutata di cancellare i tweet in cui il presidente rilanciava la teoria cospirativa secondo cui l’ex deputato e ora conduttore di Msnbc, Joe Scarborough, suo acerrimo critico, potrebbe aver giocato un ruolo nella morte nel 2001 di una ex collaboratrice parlamentare, Lori Klausutis. La richiesta di rimuovere i cinguettii era stata avanzata dal vedovo della donna.

Articolo aggiornato il 29 maggio

Le accuse

L’ira di Trump si è sfogata subito sulla stessa piattaforma, con accuse pesanti. «Twitter sta interferendo nelle elezioni presidenziali 2020. Stanno dicendo che la mia dichiarazione sul voto per posta, che porterà a una massiccia corruzione e alla frode, non è corretta, basandosi sul fact-checking delle Fake News Cnn e del Washington Post», ha twittato. «Twitter sta completamente sopprimendo la libertà di parola e io, come presidente, non consentirò che accada», ha aggiunto.

Non è la prima volta che il tycoon rivendica la piena libertà di parola sui social. Twitter finora si è sempre difesa sostenendo di non poter rimuovere o censurare i leader politici perché l’opinione pubblica ha il diritto di conoscere e valutare ogni loro dichiarazione. Ma evidentemente ora la compagnia, incalzata ripetutamente da più parti, sta aggiustando il tiro in una battaglia che si annuncia rovente. Intanto Trump, attaccato dai dem per aver giocato a golf nel weekend del Memorial Day, quando l'America ha ricordato i caduti di tutte le guerre a un passo dai 100mila morti di coronavirus, ha usato Twitter per lanciare un’accusa analoga al suo predecessore. «Obama non è stato forse sorpreso mentre giocava a golf in un campo in Virginia, nonostante sua moglie Michelle avesse invitato la gente a stare a casa, prima e dopo la sua partita, in un importante messaggio di pubblico servizio? Completamente due pesi e due misure», ha scritto.

«Le big dell’hi-tech vogliono censurare le elezioni»

In ogni caso, lo stesso presidente Usa (e il suo staff social) non ha smesso di utilizzare Twitter per comunicare. Nella serata d del 27 maggio (circa alle 4 di mattina del 28 maggio ora italiana) Trump ha preso posizione contestando le società dell’hi-tech nel loro complesso:  «Le grandi imprese dell'hi-tech stanno facendo tutto quello che è in loro potere per censurare le elezioni del 2020. Se questo dovesse succedere perderemmo la nostra libertà, e io non permetterò che accada!», ha infatti twittato Trump, che aggiunge: «Ci hanno provato nel 2016 e hanno perso. Ora impazziranno. Restate sintonizzati!!».

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