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Twitter, la guerra di Musk a Google e Apple per le commissioni. In partenza sistema di abbonamenti e verifica

L’abbonamento a Twitter (8 dollari) parte fra pochi giorni, ma c’è già lo scontro sul 30% da pagare agli store di iOS e Android. Ipotesi strategia Netflix

di Biagio Simonetta

AFP

3' di lettura

Il caso più rumoroso è stato quello di Epic Games, che un paio d’estati fa ha sollevato la questione Fortnite, cercando di eludere le commissioni che Google ed Apple pretendono per gli acquisti in-app. Il tutto finì in tribunale, squarciando anni di mugugni e malcontenti. Ma la lista dei dissidenti è lunga, e va da Netflix fino a Spotify. Aziende che in più circostanze hanno mostrato la loro insofferenza, cercando soluzioni più o meno discutibili. Adesso, all’elenco degli scontenti si aggiunge Elon Musk, nuovo proprietario di Twitter, pronto alla “guerra” delle commissioni pur di difendere le entrate del social network.

La storia è questa: nei prossimi giorni Musk lancerà il nuovo servizio di abbonamento Twitter Blue, sospeso dopo alcuni problemi di tipo tecnico negli scorsi giorni. L’abbonamento, che prevede anche la verifica dell’account col classico badge di fianco al nome (che sarà blu per gli account personali e oro per quelli aziendali), avrà un costo mensile di 8 dollari. Il classico abbonamento in-app, acquistabile da smartphone, che consente ad Apple e Google (proprietarie di App Store e Google Play) di ricavare il 30% della transazione. Ciò significa che Twitter incasserà 5,6 dollari per ogni abbonamento, mentre il resto rimarrà agli store come costo di commissione. Una situazione che a Elon Musk non piace per niente, tanto che nei giorni scorsi se n’è lamentato pubblicamente proprio su Twitter: «Le tariffe degli app store sono veramente troppo alte a causa del duopolio iOS/Android», ha twittato Musk, aggiungendo: «È una tassa nascosta del 30% su Internet». Il nuovo patron di Twitter ha anche taggato la divisione antitrust del Dipartimento di giustizia, che in questi mesi sta portando avanti un’indagine sulle regole degli app store. La situazione, insomma, sembra abbastanza tesa. E nei prossimi giorni, con l’abbonamento Twitter Blue effettivamente attivo, potrebbe esplodere definitivamente.

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Va detto che Twitter e Apple sono partner da anni. Sin dal 2011, Apple integra i tweet nel suo sistema operativo iOS. E il social dell’uccellino blu viene regolarmente usato dall’azienda, ma anche dal Ceo, Tim Cook, per comunicazioni ufficiali e presentazione dei nuovi prodotti. Ciononostante, questa relazione sembra destinata a cambiare, con la storia delle commissioni che sembra potersi trasformare nella scintilla definitiva.

Twitter ha registrato entrate per 5,08 miliardi di dollari nel 2021. E se in futuro la metà di queste, secondo gli obiettivi di Musk, proverrà dagli abbonamenti, centinaia di milioni di dollari finirebbero nelle casse di Apple e Google. Cifre non certo vitali per i due colossi californiani, ma molto importanti per le finanze in bilico di Twitter. E allora è probabile che entrino in gioco nuove soluzioni. Gli esempi, del resto, esistono già. Quello più eclatante riporta a Netflix. La piattaforma di video streaming più grande al mondo non consente ormai da tempo (dal 2018) di potersi abbonare all’interno dell’app per smartphone e tablet. Per sottoscrivere un abbonamento, infatti, è necessario procedere da un browser. E il motivo è molto semplice: in questo modo Netflix bypassa la modalità di acquisto in-app e dunque le commissioni richieste da Apple e Google. È molto probabile, dunque, che Musk - intollerante alle commissioni richieste dagli store - decida di consentire l’abbonamento a “Blue” solo su Twitter.com. Aprendo una guerra all’interno dell’industria tech che, stavolta, potrebbe fare più rumore del solito.

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