Twitter, il robot manipola il dibattito sulla riapertura post Covid-19
Una ricerca della Carnegy Mellon University, che ha scandagliato più di 200 milioni di tweets che discutono della pandemia, ha trovato che circa la metà di quelli su “reopening America” è generata da account automatici.
di Vittorio Carlini

Una ricerca della Carnegy Mellon University, che ha scandagliato più di 200 milioni di tweets che discutono della pandemia, ha trovato che circa la metà di quelli su “reopening America” è generata da account automatici.
2' di lettura
Twitter al centro della polemica. Dopo che il social network, per la prima volta, ha messo l’etichetta di fact-cheking ad un tweet del Presidente Usa Donald Trump, arriva ora una ricerca sulla disinformazione a tempi del coronavirus. Lo studio è stato realizzato dalla Carnegy Mellon University. Gli esperti dell’università americana hanno scandagliato, da gennaio, la bellezza di più di 200 milioni di tweets che discutono del Covid-19.
Cosa è saltato fuori? Che l’82% dei 50 più influenti account che hanno ri-tweettato sul tema della pandemia sono risultati computer (bot). Una percentuale che, ricondotta ai 1.000 più rilevanti, scende un po’ ma resta comunque al 62%
«Stiamo assistendo - dice Kathlen Carley, docente alla School of Computer Science'’s Institute for Software Research e Direttore del Center for Informed Democracy & Social Cybersecurity- ad una crescita fino a due volte le stime che avevamo previsto in base all’esperienza delle precedenti crisi, disastro o eventi politici» .
Il lavoro è stato condotto grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e con tecniche in grado di individuare gli accounts che consentono di “stanare” i bot: dal numero di follower fino alla frequenza di tweet. Un approccio che, da un po’ di tempo, è diventato piuttosto comune per individuare i finti commentatori da tastiera.
Di là dall’approccio d’analisi, è interessante notare che sono state identificate più di 100 tipi di narrazioni sbagliate sul Covid-19. Ad esempio, riguardo a potenziali cure. Ciò detto, è sottolineato dai ricercatori, i falsi commenti hanno dominato ( e stanno dominando) la discussione riguardo il confinamento in casa e la “riapertura dell’America”.
A ben vedere proprio riguardo al dibattito sul “reopening America” diversi elementi suggeriscono che la discussione è manipolata ed orchestrata. Così rileva il fatto che gli account che possono essere di umani ma sostenuti da rebot arrivano all’incredibile quota 66% dei tweet.
Si tratta di commenti che si richiamano a teorie cospirative: dall’idea che i letti degli ospedali non sono occupati da persone, bensì da manichini fino al sostenere che il coronavirus deve essere legato alla nuova tecnologia del 5G. «È un modo -riprende Carley - per aumentare le divisioni e spingere la polarizzazione dei gruppi. La gente ha realmente paura per la salute e l’economia. Chi agisce in questo modo lo sa e sfrutta l’occasione per creare divisioni»
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Luogo: Milano
Lingue parlate: Italiano, Inglese
Argomenti: Finanza, Tecnologia, Analisi fondamentale
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