Ubs corre a Zurigo, le garanzie statali sul Credit Suisse non servono più
Dopo l'analisi degli asset il colosso elvetico ha rinunciato in anticipo alla protezione pubblica. Rimborsate le misure straordinarie di liquidità
di Giuliana Licini
2' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Ubs brillante alla Borsa di Zurigo, dopo avere annunciato di non avere più bisogno delle garanzie accordate dallo Stato elvetico contro le perdite nell’ambito dell’acquisizione del Credit Suisse. In un comunicato Ubs ha reso noto di «avere posto fine volontariamente con effetto immediato all’Accordo di Protezione sulle perdite per 9 miliardi di franchi svizzeri e di Sostegno di Emergenza di liquidità per 100 miliardi». Inoltre il Credit Suisse ha «completamente rimborsato tutte le misure straordinarie di liquidità basate sulla legge di emergenza del 19 marzo scorso», al momento dell’acquisizione-salvataggio da parte di Ubs. Si tratta di 50 miliardi di franchi restituiti alla Banca centrale svizzera il 10 agosto. «Queste misure, assieme all’intervento di Ubs, hanno contribuito alla stabilizzazione del Credit Suisse e alla stabilità finanziaria della Svizzera e a livello globale», sottolinea Ubs. Al momento dell’operazione – aggiunge la banca – «è stato ritenuto necessario proteggere Ubs da potenziali successivi rischi in quanto perché c’era stato poco tempo per esaminare le rispettive attività durante il fine settimana del salvataggio».
Lo stop alle garanzie è stato deciso dopo «un’ampia valutazione del portafoglio delle attività "non core" del Credit Suisse, inclusi scenari di gravi stress», che ha portato Ubs a ritenere che le garanzie non fossero più necessarie. A sua volta il Governo elvetico ha sottolineato che «tali misure, che erano state introdotte con un decreto legge d’urgenza per proteggere la stabilità finanziaria, cesseranno dunque di esistere e la Confederazione e i contribuenti non dovranno più farsi carico dei rischi che derivano da tali garanzie». Ubs ha finalizzato lo scorso giugno l’acquisizione della rivale Credit Suisse, caduta in disgrazia per una serie di infortuni finanziari e scandali, per 3 miliardi di franchi. In una lettera ai dipendenti, Ubs ha anche preannunciato che fornirà altre informazioni sulle tappe della fusione con il Credit Suisse il 31 agosto, in occasione della presentazione dei conti del secondo trimestre. Secondo gli analisti di Citi, la decisione di porre termine all’accordo di protezione contro le perdite con il Governo elvetico rassicura quanto alla salute delle attività coperte da tali garanzie. Per gli esperti della Banca Cantonale di Zurigo, lo stop alla protenzione non è una sorpresa ma è arrivato prima del previsto ed è uno sviluppo positivo, in quanto per il mercato significa che il profilo di rischio di Credit Suisse e della nuova Ubs è più favorevole rispetto al momento dell’acquisizione. La notizia – scrivono gli analisti di Vontobel – dovrebbe calmare il dibattito politico sul possibile rischio per la Svizzera derivante dalla nuova Ubs. «Il viaggio è lungi dall’essere terminato, ma la direzione sta realizzano il suo piano a pieno regime», aggiungono gli analisti, in attesa che i conti trimestrali di fine agosto portino ancor più trasparenza e chiarezza.
loading...