Ucraina, Macron da Putin prova a mediare: «Evitare la guerra»
Con un occhio alle elezioni presidenziali di aprile – e l’altro alla Grande strategia di lungo periodo della Francia – Macron sta cercando “il” risultato, la de-escalade, pur nella consapevolezza che non potrà essere ottenuto con un unico incontro
di Riccardo Sorrentino
I punti chiave
3' di lettura
Un’iniziativa di alto profilo. Nata però tra le polemiche. La visita di Emmanuel Macron a Mosca, per discutere con Vladimir Putin della situazione in Ucraina, è il nuovo passo del presidente francese nel cammino che vuole dare alla Francia un ruolo guida nella politica estera e militare dell’Unione europea.
Potrebbe rivelarsi però un passo falso.Con un occhio alle elezioni presidenziali di aprile – e l’altro alla Grande strategia di lungo periodo della Francia – Macron sta cercando “il” risultato, la de-escalade, pur nella consapevolezza che non potrà essere ottenuto con un unico incontro. Europa e Russia, ha detto subito prima dell'incontro, hanno entrambe bisogno di una risposta «utile».
Putin riconosce gli sforzi francesi
«Una risposta utile – ha spiegato – è una risposta che ci permetta di evitare la guerra e di costruire mattoni di fiducia, stabilità e visibilità». Putin, da parte sua, ha riconosciuto la serietà degli sforzi francesi: «Vedo quanti sforzi – ha detto – sta facendo l’attuale leadership francese per risolvere la questione della sicurezza in Europa, che vuol dire risolvere la crisi» nell'Ucraina».
La presa di posizione di Macron
Più importanti sono state però le parole affidate da Macron al Journal de Dimanche, in un’intervista che ha suscitato molte critiche. Occorre riconoscere, ha detto il presidente, «i traumi contemporanei di questo grande popolo e questa grande nazione», e ha ricordato che «l’obiettivo geopolitico della Russia oggi chiaramente non è l’Ucraina ma quello di rendere chiari i rapporti con la Ue e la Nato», già presente ai suoi confini in Estonia, Lettonia e Norvegia, con la possibilità di allargarsi a Finlandia e Ucraina.
È una dichiarazione, quella del presidente francese, che è stata letta come una presa di distanza dalle posizioni dell'Europa e dell'Alleanza atlantica stessa. L'entourage di Macron – secondo Politico – ha assicurato che il tentativo del presidente ha la benedizione dei partner, con i quali ci sarebbero stati molti contatti telefonici (sicuramente con Joe Biden, forse anche, secondo Le Monde, con Mario Draghi).
Il calendario di Macron
Ufficialmente, del resto, l'incontro con Putin e quello di domani 8 febbraio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si svolgono «in coordinamento con i partner europei». Tra una settimana, il 14, toccherà poi al Cancelliere tedesco Olaf Scholz: andrà a Kiev, e il giorno dopo a Mosca.
Lo sforzo francese andrebbe quindi visto, quantomeno, in parallelo a quello tedesco, e Francia e Germania si sono da tempo ritagliate il ruolo di mediatori, dando vita al Formato Normandia (Parigi, Berlino, Mosca, Kiev) per i colloqui.
Il sogno francese
Non si può dimenticare però che Parigi ha con Mosca un rapporto molto diverso da quello di qualunque altro Paese europeo. La Francia, grazie alle sue centrali nucleari, non dipende dal gas russo e la sua force de frappe pone le sue relazioni con il Paese eurasiatico su un altro livello. Il sogno di un asse Parigi-Berlino-Mosca non ha mai abbandonato la cultura geopolitica francese, soprattutto nella destra.
Macron ha inoltre avviato una strategia di lungo periodo che punta a sganciare la Russia dalla Cina nella convinzione che anche Mosca troverebbe più vantaggioso riavvicinarsi all'Europa: Pechino, in questa visione, è un “naturale” avversario geopolitico del vicino.
Il ruolo della Francia nella Nato e le elezioni
Al momento, però, non è così; e l'iniziativa francese ha sollevato qualche perplessità.Non si può del tutto escludere che la Francia voglia assumere un ruolo diverso anche all'interno dell'Alleanza atlantica. La Nato «è in stato di morte cerebrale» disse Macron a settembre del 2019, infastidito dalla sua incapacità di contenere la Turchia di Erdogan e le sue ambizioni nel Mediterraneo Orientale.
Inevitabile, infine, il collegamento con le elezioni presidenziali. A La Voix du Nord, martedì 1° febbraio, il presidente Macron ha dichiarato di voler superare «il picco della crisi geopolitica» prima di candidarsi ufficialmente. Macron non si è nascosto oggi 7 febbraio l’impossibilità di ottenere risultati con un incontro solo. Aver contribuito a calmare le tensioni è però, per lui, un buon viatico in vista del voto che – a giudicare dai sondaggi – dovrebbe vincere senza troppe preoccupazioni.
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