La guerra in Europa

Ue, via libera a nuove sanzioni alla Russia. Bruxelles propone sblocco 500 milioni per aiuti militari a Kiev

Il pacchetto Ue prevede lo stop al carbone di Mosca - con una prima fase di phasing out - e l’estensione della platea di personalità russe inserite nella black list europea . Ad ulteriori 4 banche, inoltre, viene imposto lo stop alle transazioni con l’Ue. I porti europei sono interdetti alle navi russe ed è stato confermato anche il divieto di accesso alle strade dell’Ue per gli autotrasportatori di Mosca

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6' di lettura

Via libera al quinto pacchetto di sanzioni Ue dai 27 ambasciatori dei Paesi membri. Le sanzioni includono, tra l’altro, il graduale embargo all’import di carbone russo. Entro domani, 8 aprile, alle ore 10 è attesa la ratifica formale delle capitali dopo la quale le sanzioni potranno entrare in vigore.
Il pacchetto prevede lo stop al carbone di Mosca - con una prima fase di phasing out - e l’estensione della platea di personalità russe inserite nella black list europea (dovrebbero essere inserite Katerina Tikhonovna e Maria Vorontsova, le due figlie di Vladimir Putin nate dal suo primo matrimonio) . Ad ulteriori 4 banche, inoltre, viene imposto lo stop alle transazioni con l’Ue. I porti europei sono interdetti alle navi russe ed è stato confermato anche il divieto di accesso alle strade dell’Ue per gli autotrasportatori di Mosca.
Le nuove misure prevedono lo stop all’import di una serie di prodotti russi (tra i quali cemento, legno e liquori) del valore di 5,5 miliardi e il divieto di export dall’Ue di prodotti high-tech, per un valore di circa dieci miliardi. Con la fine della procedura scritta il quinto pacchetto sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea ed entrerà formalmente in vigore.

Sul dossier era emersa una certa cautela proprio sull’import di carbone, a cominciare dal segretario di Stato Antony Blinken: l’Europa, ha detto in conferenza stampa al quartier generale Nato a Bruxelles, «ha deciso di mettere fine a questa dipendenza e crediamo che lo farà. Ma servono passi graduali, mettere in campo delle alternative».

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Il Parlamento europeo, comunque, in una risoluzione destinata a creare uno spartiacque nel percorso delle sanzioni contro Mosca, ha chiesto a Bruxelles di applicare l’embargo “totale e immediato” all’energia russa. A tutte le fonti che l’Europa importa: carbone, petrolio e soprattutto gas.

Per l’Europa prioritario ridurre dipendenza da energia russa

Sulla riduzione della dipendenza dall’energia russa ”il tempo è fondamentale, perché se poi si vuole gestire questo processo in poche settimane, per via del fatto che la terribile evoluzione della guerra ci sta spingendo a ulteriori sanzioni anche su petrolio e gas, avere questa indipendenza energetica in poche le settimane sarà molto impegnativo”, ha messo in guardia il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo al Delphi Economic Forum.

Ue proporrà sblocco 500 milioni per aiuti militari a Kiev

La Ue, inoltre, proporrà di aumentare il fondo per il sostegno militare all’Ucraina con ulteriori 500 milioni portandolo a 1,5 miliardi di euro. Lo ha annunciato in un tweet il presidente del Consiglio Ue Charles Michel scrivendo di “sostenere” la proposta dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell, sull’aumento del fondo European Peace Facility. L’ok spetta ai Paesi membri dell’Unione

Incontro Zelensky-von der Leyen l’8 aprile

Si terrà invece domani, venerdì 8 aprile, l'incontro a Kiev tra il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Intanto l’ambasciatore della Lituania in Ucraina, Valdemaras Sarapinas, è tornato a Kiev oggi 7 aprile, dopo aver lavorato per oltre un mese da Leopoli nell’ovest del Paese. Lo rendono noto i media ucraini secondo i quali il diplomatico di Vilnius è il primo a rientrare nella capitale. Il ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics, ha invece annunciato su Twitter che l’ambasciata della Lettonia a Kiev ha ripreso le sue attività e che l’ambasciatore vi farà rientro presto dopo consultazioni a Riga.

Sanzioni Usa

Negli Usa, il Senato ha votato una legge per sospendere le normali relazioni commerciali tra Stati Uniti e Russia, misura annunciata dal presidente Joe Biden e già approvata dalla Camera a metà marzo. Il Congresso ha approvato il divieto di importazioni di energia - petrolio, gas e carbone - dalla Russia. Dopo il via libera all’unanimità del Senato, la Camera ha dato il via libera alla misura con 413 voti a favore e 9 contrari. Il provvedimento va ora al presidente Joe Biden per la firma.

Da Usa e Nato altre armi. Mosca: non contribuirà ai colloqui

Sul versante diplomatico si registra anche il discorso al Consiglio Atlantico del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha ribadito le «tre richieste» all’Occidente: «Armi, armi, armi». Lo stesso Zelensky ha insistito per sanzioni più decise contro Mosca. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in risposta, ha promesso «sistemi anti-aerei, anti carro ma anche armi più pesanti». E il Senato Usa ha approvato all'unanimità il «Lend lease Act», una legge già usata contro Hitler per inviare più mezzi militari e armi in minor tempo all’Ucraina riducendo la burocrazia. Il Cremlino commenta: non contribuirà al successo dei colloqui con Kiev, sui quali, peraltro, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov dice che lì'Ucraina ha cambiato posizione rispetto ai negoziati che si sono svolti a Istanbul.

G7, nuove sanzioni economiche e finanziarie contro Mosca

Il pressing degli organismi internazionali nei confronti della Russia può contare anche sul G7,che ha annunciato nuove sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia, dopo essersi riunito a Bruxelles sotto forma di plenaria dei ministri degli Esteri.
Vietati “i nuovi investimenti in settori chiave dell’economia russa, compresa l’energia”, si legge nel comunicato del G7. Inoltre, imposte “sanzioni supplementari contro il settore della difesa” e contro le “elite” che sostengono la guerra, decisa dal presidente Vladimir Putin. “Qualsiasi uso da parte della Russia di un’arma nucleare o chimiche sarebbe inaccettabile e comporterebbe gravi conseguenze”, si legge nella dichiarazione conclusiva, che auspica anche la sospensione immediata della Russia dal Consiglio Onu per i diritti umani. “Condanniamo le affermazioni infondate e le false accuse della Russia contro l’Ucraina, un membro della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche e della Convenzione sulle armi chimiche che rispetta i suoi obblighi verso questi trattati. Esprimiamo preoccupazione per altri paesi e attori che hanno amplificato la campagna di disinformazione della Russia”, si sottolinea.

Riprende l’offensiva su Mariupol

Emergono intanto nuove atrocità in Ucraina. Il sindaco di Irpin Alexander Markushin ha affermato che i russi in città hanno prima sparato alle persone e poi sono passati sui corpi con i carri armati: «Abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale». È ripresa intanto l’offensiva russa a Mariupol, anche se i separatisti filo-russi oggi hanno ammesso che prendere il controllo della città “richiederà tempo”. I combattimenti si concentrano sul sito di una vasta zona industriale siderurgica e nel porto, ha reso noto Eduard Basurin, rappresentante delle forze separatiste di Donetsk. I separatisti stimano che a Mariupol stiano combattendo “3.000 o 3.500” membri delle forze ucraine, ma che anche un numero imprecisato di abitanti abbia preso le armi. “Quindi il numero totale potrebbe essere molto più grande”, ha detto. E nel centro della città sono rimaste sacche di resistenza.

Nella città il bilancio delle vittime civili supera quota 5mila, compresi 210 bambini. Il Comune denuncia la «deportazione in Russia» del personale e dei pazienti dell’ospedale cittadino e pubblica un video. Le autorità locali avvertono i residenti: «Ultima chance» per fuggire dall’Est. Le truppe russe hanno bombardato le infrastrutture civili di Kharkiv 48 volte nelle ultime 24 ore.

Il sindaco di Bucha: finora trovati 320 civili uccisi

Fino a mercoledì sera «erano 320 i civili trovati uccisi, ma il numero cresce ogni giorno. Quasi nel 90% dei casi sono ferite da proiettili», afferma il sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk. Mosca continua però a negare le responsabilità e accusa l’Ucraina di avere messo in piedi una campagna mediatica. L’ambasciatore russo in Usa, Anatoly Antonov, sostiene che Kiev «paga 25 dollari per partecipare alle riprese». Anche la rappresentanza diplomatica russa a Parigi ha pubblicato immagini del massacro con la scritta «Set cinematografico, città di Bucha». Il governo francese ha convocato l'ambasciatore.

Sulla strage di Bucha, qualcosa si muove anche all’Onu. Martin Griffiths, sottosegretario generale gli affari umanitari in visita al sobborgo di Kiev ha spiegato che un’inchiesta sulle persone vestite in abiti civili trovate morte dalle autorità ucraine dopo il ritiro dell’esercito russo sarà “il prossimo passo” delle Nazioni Unite. La contabilità dei civili uccisi si accresce intanto con circa 200 residenti di Borodyanka, cittadina a nord di Kiev devastata dai bombardamenti russi, attualmente dispersi, secondo quanto affermato dal consigliere del ministro degli affari interni ucraino, Anton Gerashchenko.

PER APPROFONDIRE/ Ucraina, le prime immagini di Borodyanka devastata

Mosca fuori dal Consiglio diritti umani Onu

Al Palazzo di vetro, a New York, la risoluzione per sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani è stata approvata con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astenuti. Per il via libera serviva la maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti (dei 193 membri delle Nazioni Unite) e le astensioni non contano. Dall’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, l’Assemblea Generale Onu aveva già adottato altre due risoluzioni promosse dagli occidentali: una denuncia Mosca per l’aggressione (ha ottenuto 141 voti a favore), l’altra è sulla situazione umanitaria (anche qui 140 i sì).

Viaggio del Papa a Kiev “non proibitivo”

Non è da escludere un viaggio del Papa a Kiev. “Non è proibitivo, si può fare”, ha spiegato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, anche se si devono valutare bene le “conseguenze“ della trasferta in terra ucraina. tra queste, un riflesso negativo sui rapporti con la Chiesa ortodossa russa, situazione che il cardinale reputa “delicata”. “Certamente il Papa non andrebbe per prendere posizione né in favore dell'uno, né dell'altro, come sempre ha fatto in questa situazione che si è creata. Però bisognerà tenere conto anche di questo aspetto nella considerazione globale della possibilità di fare o meno il viaggio”, ha concluso Parolin.

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