Ucraina: a fine maggio l’Europarlamento voterà sull’uso dei fondi Ue per produrre munizioni
Non è la prima volta che le risorse della politica di coesione vengono utilizzate per situazioni di emergenza. Ecco un percorso a ritroso delle proposte di riprogrammazione dei fondi della politica di Coesione presentati a partire da ASAP, l’ultimo arrivato, fino alla pandemia
di Fiorella Lavorgna
I punti chiave
5' di lettura
Il Parlamento europeo ha approvato oggi a larghissima maggioranza l’accelerazione della discussione e del lavoro legislativo sul dossier Asap, il programma dell'Unione Europea per la fornitura di munizioni per la difesa dell'Ucraina. A fine maggio è previsto il voto sulla proposta della Commissione che prevede, tra l’altro, la possibilità di utilizzare anche i fondi della politica di coesione per aumentare la produzione di munizioni per riuscire a consegnarne un milione all'Ucraina entro un anno. La procedura per il voto d'urgenza è stata approvata con 518 voti favorevoli, 59 contrari tra cui i parlamentari del Movimento 5 stelle, e 31 astenuti. Gli eurodeputati del Pd si sono detti «contrari
all’utilizzo di qualunque fonte di finanziamento per il programma ASAP proveniente dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei fondi di coesione, che rappresentano risorse essenziali per la ricostruzione post pandemica e per il raggiungimento degli obiettivi del bilancio dell'Unione e dei fondi strutturali». Perciò si sono impegnati «per apportare le necessarie modifiche al testo».
La Coesione è una politica di investimento europea di medio - lungo periodo che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo armonioso delle regioni europee e di combattere le disugliaglianze esistenti. Per questa ragione, l'ipotesi di riprogrammare la spesa dei fondi Ue per fini militari ha sollevato dubbi e preoccupazioni circa la coerenza tra gli obiettivi della coesione e i contenuti della proposta della Commissione, la cosiddetta “ASAP”, Act in Support of Ammunition Production.Tuttavia, se approvata dal Parlamento, non sarebbe la prima volta che le risorse della politica di coesione vengono utilizzate per situazioni di emergenza. A partire dalla pandemia infatti, la coesione è stata attivata per dirottare risorse laddove vi era necessità di un intervento immediato e soprattutto non esistevano strumenti ad hoc per dare un sostegno economico agli Stati membri in difficoltà.Ecco un percorso a ritroso delle proposte di riprogrammazione dei fondi della politica di Coesione presentati a partire da ASAP, l'ultimo arrivato, fino alla pandemia.
ASAP proposto il 3 maggio 2023 per sostenere l’industria della difesa
ASAP - Act in Support of Ammunition Production - ma nel senso comune anche as soon as possible: il prima possibile. E' la sigla del programma da 1 miliardo di euro – di cui 500 milioni di fondi Ue, il resto cofinanziamento nazionale - con cui la Commissione Ue intende supportare le industrie della difesa degli stati membri. Nelle scorse settimane il Commissario per il mercato interno Thierry Breton è infatti partito per un tour degli stabilimenti per la produzione militare ancora presenti sul territorio Ue per valutarne la capacità produttiva e individuare i colli di bottiglia che ne rallentano la produzione. Il commissario è stato in Italia il 13 aprile, dove ha incontrato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Crosetto, e visitato due stabilimenti per la produzione militare. L'esito della ricognizione è stato positivo: secondo il Commissario, l'Ue ha ancora una capacità di produzione bellica rilevante, ma per rispettare gli impegni presi con l'Ucraina è necessario passare da una modalità di produzione «in tempo di pace» ad una «in tempo di guerra». Per fare questo servono risorse, 500 milioni per ora, che proverranno dalla riprogrammazione di diversi fondi, tra cui: il Fondi di difesa europeo e Edirpa - strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni. Sarà poi possibile per gli Stati utilizzare i Recovery fund e i fondi Fesr e Fse+ laddove - ha spiegato alla stampa il Commissario Breton - questi siti per la produzione delle munizioni si trovino in aree isolate e, per rivitalizzare la loro capacità di produzione, abbiano bisogno di interventi di reindustrializzazione.
REPowerEU presentato dalla Commissione nell'ottobre 2022 contro il caro energia
A seguito dei rincari dei prezzi dell'energia, la Commissione Europea ha permesso agli Stati membri di dirottare fino al 10% delle risorse della politica di coesione 2014-2020 non ancora utilizzate per sostenere le piccole medie imprese e le famiglie vulnerabili per aiutarle a pagare le bollette. Per l'Italia si trattava di una dote da circa 4 miliardi di euro. Già in questa occasione, alcuni addetti ai lavori hanno storto il naso davanti alle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Dombrovskis, che aveva motivato la decisione spiegando che «né il Recovery Fund né RePowerEU finanziano iniziative per sostenere i redditi o cose simili, situazioni che richiedono risorse di altro genere». In questo caso, l'iniziativa ha trovato un fondamento normativo nella regolamentazione di REPowerEU, lo strumento attraverso il quale gli stati possono finanziare la riconversione energetica per rendersi indipendenti dal gas russo.
CARE proposto nel marzo 2022 per aiutare le regioni nell’accoglienza dei rifugiati ucraini
Annunciato dalla Commissaria Elisa Ferreira al Summit delle Regioni di Marsiglia a poche settimane dall'invasione russa in Ucraina, Care ha permesso la riallocazione di fondi della politica di coesione 2014-2020 e di 10 miliardi provenienti da React-Eu - il fondo aggiuntivo da 47 miliardi stanziato per aiutare gli stati membri durante la pandemia - per aiutare le regioni Ue impegnate nell'accoglienza dei profughi ucraini. Attraverso CARE è stato possibile finanziare - sospendendo la regola del cofinanziamento nazionale - servizi di accorglienza per i rifugiati come aiuti alimentari, alloggi temporanei, forniture di cibo e acqua o cure mediche, ma anche programmi per migliorare la capacità amministrativa degli Stati membri impegnati nell'accoglienza. In questo caso l'utilizzo dei fondi di coesione per accogliere i rifugiati è stato giustificato dal principio di solidarietà - proprio della politica di coesione - nei confonti delle regioni al confine con l'Ucraina che già nel marzo 2022 avevano accolto 3 milioni di rifugiati ucraini.
CRII e CRII+ presentato dalla Commissione ad aprile 2020 per arginare la pandemia
La Commissione Ue ha lanciato nell’aprile 2020 due pacchetti di misure: la Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e la Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+), che hanno permesso di riprogrammare i fondi della politica di coesione a fini sanitari e per sostenere coloro che hanno perso il lavoro in conseguenza dei lockdown. Per la prima volta i due principi cardini della politica di coesione: la pianificazione e il principio di addizionalità vengono meno. La Commissione non richiede la restituzione delle somme non spese del 2019 - così come previsto dai regolamenti - e permette che questi possano essere utilizzati per sostenere l'economia messa in crisi dalla pandemia. Viene poi sospesa la regola del cofinanziamento nazionale. Attraverso i programmi CRII e CRII+, l'Italia ha riassegnato più di 4,5 miliardi di euro della politica di coesione per acquistare dispositivi di protezione individuale (1,8 miliardi), mentre 800 milioni di euro sono destinati all’acquisto di attrezzature mediche, che comprendono l’acquisto di 500 ventilatori, l’aumento di 681 posti letto in terapia intensiva e l’incremento della capacità di analisi dei laboratori. Nel maggio 2020, la Commissione ha presentato REACT-EU, un fondo nuovo da 47 miliardi di euro ad integrazione dei fondi di coesione 2014-2020.
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