Ucraina, nel decreto del Governo fondi per le famiglie che ospitano i profughi
Esecutivo al lavoro per stanziare nuove risorse: il testo al Consiglio dei ministri di giovedì 17 marzo. Con il permesso di soggiorno garantiti scuola e sanità. Esclusa l’ipotesi di un commissario
I punti chiave
3' di lettura
Le Regioni continuano a chiedere maggiori stanziamenti per l’accoglienza dei profughi ucraini: lo scorso 28 febbraio il Consiglio dei ministri aveva deliberato una prima erogazione di 10 milioni di euro ma il Governo, di fronte a numeri crescenti di giorno in giorno, è al lavoro su un decreto legge per stanziare ulteriori fondi. Il provvedimento - che dovrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri di giovedì 17 marzo - definirà la governance del sistema che coinvolge anche il terzo settore e prevederà incentivi per le famiglie che ospitano le persone in fuga dalla guerra. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno sono finora 47.153 i cittadini ucraini arrivati in Italia, di cui 24.032 donne, 4.052 uomini e 19.069 minori.
Riunione a Palazzo Chigi, no all’ipotesi commissario
Una riunione sul tema si è tenuta a Palazzo Chigi: all’incontro presieduto dal sottosegretario Roberto Garofoli, hanno preso parte i ministri Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Andrea Orlando e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. In mattinata Palazzo Chigi aveva fatto trapelare l’ipotesi di un commissario straordinario per la gestione dell'accoglienza dei cittadini in arrivo dall’Ucraina. Ipotesi smentita poche ore dopo.
L’assistenza - spiega Palazzo Chigi - sarà garantita attraverso la rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Si tratta di due reti gestite dal ministero dell'Interno che di recente sono state aumentate rispettivamente di 5mila e 3mila unità; l'accoglienza diffusa, attraverso l'accoglienza presso famiglie e in appartamenti, gestita da enti del Terzo settore.
Curcio: contributi per profughi ospitati
«Lavoriamo all’ipotesi di una sorta di sostegno alle famiglie che ospitano i profughi ucraini che, se vogliono rimanere, hanno necessità di un sostegno dal punto di vista economico. Stiamo immaginando una serie di ipotesi, sotto forma di assistenza al profugo, non alla famiglia. Dobbiamo evitare di mettere in piedi meccanismi che nascono positivamente ma che, se usati in modo spregiudicato, possono causare qualche problema» ha spiegato il capo della Protezione civile Curcio, in audizione al Comitato Schengen.
La protezione di un anno (prorogabile per 12 mesi)
In una bozza del “dpcm Ucraina” è prevista la protezione temporanea ai profughi ucraini della «durata di un anno a decorrere dal 4 marzo 2022», garantita alle «persone che sono sfollate dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio incluso» e cioè «cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio, apolidi e cittadini di paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale o di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio» e i loro «familiari». Il permesso di soggiorno per protezione temporanea sarà rilasciato dai questori. Potrà essere prorogato «automaticamente di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di un anno», a meno che la protezione temporanea non cessi per decisione dell’Ue.
Sanità e scuola: i servizi garantiti ai profughi
Il permesso di soggiorno «consente al titolare l’accesso all’assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio». La richiesta del permesso deve avvenire in questura. Il documento viene rilasciato gratuitamente in formato elettronico. Inoltre, «il titolare di permesso di soggiorno per protezione temporanea può presentare, in qualsiasi momento, domanda di protezione internazionale. L’esame e la decisione della domanda di protezione internazionale sono differiti alla cessazione della protezione temporanea».
La rete di assistenza
L’accoglienza dei profughi è assicurata dalle reti assistenziali del Viminale e «alla disciplina delle misure assistenziali» si provvede tramite ordinanze del capo della Protezione civile, «in attuazione dello stato di emergenza» deliberato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 febbraio. Le ordinanze, è spiegato nel testo, «assicurano il coordinamento tra le misure assistenziali e il sistema di accoglienza» con particolare riguardo alla questione dei minori non accompagnati. Ai profughi che hanno avuto il permesso di soggiorno per protezione temporanea, è spiegato inoltre, «è garantita l’assistenza sanitaria sul territorio nazionale, a parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, previa iscrizione nelle Asl di domicilio» per l’attribuzione di un medico o di un pediatra di base. Mentre si attende il rilascio del permesso di soggiorno, l’assistenza sanitaria è garantita con l’iscrizione nel registro Stp (Straniero temporaneamente presente).
loading...