Ucraina: Governo, Regioni e Comuni si preparano ad accogliere almeno 700mila profughi
L’Italia si prepara con una strategia dai due filoni: l’accoglienza e l’assistenza sanitaria
di Eugenio Bruno, Ivan Cimmarusti, Valentina Maglione, Valentina Melis, Bianca Lucia Mazzei
7' di lettura
I profughi ucraini in fuga dalla guerra arrivati finora in Italia sono solo l’inizio di un fenomeno che si teme crescerà nelle prossime settimane. L’Italia è il primo Paese europeo, dopo la Polonia, per presenza di cittadini ucraini. Dei circa 800mila residenti nella Ue a 27, 230mila si trovano nel nostro Paese (dati Eurostat). Stimando i familiari che potrebbero raggiungerli, le autorità prevedono almeno 700mila persone in arrivo.
L’Italia si prepara con una strategia dai due filoni: l’accoglienza e l’assistenza sanitaria. E che a monte si fonda sull’attivazione, per la prima volta, del meccanismo previsto dalla direttiva 2001/55/Ce, che permette, in caso di massiccio afflusso di sfollati nei Paesi Ue, di riconoscere in loro favore la protezione temporanea: in settimana è in arrivo il decreto che metterà a terra la direttiva e garantirà ai profughi ucraini di soggiornare regolarmente in Italia, di lavorare, di accedere alla scuola e ai servizi sanitari, e di ricongiungersi ai familiari.
I documenti necessari ai profughi
I profughi potranno lavorare in Italia con la sola richiesta del permesso di soggiorno presentata in questura. «Data l’eccezionalità della situazione e l’attivazione della direttiva Ue – spiega Stefania Congia, dalla Dg Immigrazione del ministero del Lavoro – abbiamo previsto un accesso assolutamente semplificato all’occupazione, in coordinamento con il ministero dell’Interno».
L’accoglienza per ora avviene prevalentemente presso familiari già in Italia o presso privati italiani. Ma il Governo ha previsto di attivare 5mila nuovi posti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 3mila nella rete del sistema di accoglienza e integrazione gestito dagli enti locali (Sai). In più, i 2mila posti che erano stati riservati dalla manovra 2022 ai richiedenti asilo dell’Afghanistan ora si aprono anche agli ucraini. Per finanziare questi nuovi posti è stata disposta una spesa di 181,6 milioni di euro, dal 2022 al 2024 (con il Dl 16/2022, varato il 28 febbraio, insieme allo stato di emergenza legato alla crisi ucraina, che durerà fino al 31 dicembre 2022).
La gestione e gli aiuti per gli alloggi
La macchina dell’accoglienza è coordinata dalle Regioni, che hanno istituito task forcededicate, ma vede in prima linea anche i Comuni. «Non si può fare accoglienza senza i Comuni», spiega Matteo Biffoni, delegato dell’Anci per l’immigrazione e sindaco di Prato. «Un tema fondamentale sul quale ci stiamo confrontando con il Governo è la possibilità di riconoscere un aiuto economico alle famiglie che si occupano dell’accoglienza, siano italiane o ucraine, perché questa spesa non ricada sui servizi sociali dei Comuni. L’altro tema è la tutela dei minori non accompagnati, che provengono da orfanotrofi dell’Ucraina o sono mandati all’estero dai genitori. Per loro serve un affiancamento, anche psicologico».
Da Nord a Sud, gli enti si stanno attrezzando per gestire arrivi massicci, cercando alloggi da aggiungere a quelli individuati a livello nazionale. «Nella città metropolitana di Milano – spiega l’assessore comunale al Welfare, Lamberto Bertolè – i residenti ucraini sono 22mila. Stimiamo che possano raddoppiare».
Roma Capitale ha stretto accordi con Federalberghi, che ha messo a disposizione tre strutture ricettive per 160 posti. La Regione Lazio ha individuato 10mila posti letto sul territorio regionale. Ulteriori intese sono state siglate con alberghi, case vacanze e istituti religiosi. Inoltre, è stata pubblicata una brochure informativa (anche in lingua ucraina) in cui sono specificati i riferimenti per ottenere il permesso di soggiorno, fare tamponi e vaccinazioni.
La Campania ha riattivato il Covid residence all’ospedale del Mare (160 posti). L’Asl Napoli 1, invece, ha allestito un hub vaccinale allo spazio congressi Mostra del Mare. L’Umbria punta a utilizzare due Covid hotel e nelle Marche è allo studio un accordo con Federalberghi.
L’assistenza sanitaria
C’è poi il tema dell’assistenza sanitaria: ai profughi sono offerti un primo screening (incluso il tampone Covid), le vaccinazioni (contro il Covid, ma anche quelle pediatriche), insieme a una tessera sanitaria provvisoria. Il Veneto ha attivato 26 centri diffusi sul territorio e nelle principali stazioni per accogliere i profughi con team composti da medici, sanitari, interpreti e psicologi. E alcune Regioni stanno stanziando fondi: la Calabria ha destinato 4 milioni ai Comuni per “rifunzionalizzare” abitazioni per i profughi e 1,2 milioni per le spese di accoglienza.
TUTTI I FRONTI DI INTERVENTO
1) ALLOGGIO/ISTITUZIONI
Rete di accoglienza, 8mila posti in più
Tra i primi interventi messi in campo dall’Italia per far fronte all’emergenza umanitaria dei profughi ucraini c’è stato il rafforzamento della rete di accoglienza nazionale: si è deciso di attivare 5mila posti in più nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e altri 3mila nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), dove i profughi ucraini possono essere accolti da subito, anche senza aver chiesto la protezione internazionale.
Altri posti nei Cas potranno essere attivati direttamente dai Prefetti (anche usando le strutture già allestite per il Covid), se il numero di profughi cresce in modo massiccio o si prevede che ciò accada.
A questi si aggiungono i posti individuati dagli enti locali. A Milano, ad esempio, il Comune ha messo a disposizione un padiglione di Casa Jannacci, la struttura per le persone in difficoltà
2) ALLOGGIO/PRIVATI
In tanti sono ospitati da amici e parenti
In base alle rilevazioni del ministero dell’Interno, i profughi ucraini arrivati finora in Italia sono per oltre il 90% donne e bambini. In questa fase, molti non si rivolgono alle istituzioni per l’accoglienza, ma raggiungono amici e parenti che già vivono nel nostro Paese e che li ospitano.
Ma con l’esplosione dell’emergenza umanitaria, è arrivata anche l’offerta di ospitalità da parte di privati e famiglie: tramite il Terzo settore o gli enti territoriali, molti hanno dato la disponibilità ad accogliere i profughi. Ad esempio, sono 5.000 le disponibilità arrivate alla Caritas, e in Veneto 2.592 cittadini hanno contattato la Regione e offerto 5.600 posti letto. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha annunciato che sarà attivata una piattaforma informatica per raccogliere le offerte di ospitalità di privati e Terzo settore
3) SANITÀ
Tamponi entro 48 ore e campagna vaccinale
Tamponi anti-Covid entro 48 ore dall’ingresso nel nostro Paese per chi non ha la certificazione verde Covid-19 o il digital Passenger Locator Form (modulo digitale o cartaceo utilizzato dalle autorità sanitarie per tracciare i contatti), campagna vaccinale e autosorveglianza sanitaria per cinque giorni. La circolare inviata dal ministero della salute alle Regioni detta le indicazioni operative che le Asl stanno già attuando. In Ucraina solo il 35% della popolazione è vaccinato. Le Asl offriranno la vaccinazione anti Covid a tutti coloro che hanno più di 5 anni e dichiarano di non essere vaccinati o non possono attestare la vaccinazione. Le Asl offriranno anche vaccinazioni di routine (Tbc, epatite B, morbillo, difterite) che non hanno la stessa copertura in Ucraina, dove si sono verificati un’epidemia di morbillo nel 2019 e un focolaio di polio nel 2021
4) MINORI
Da proteggere i non accompagnati
Dall’inizio dell’emergenza sono arrivati in Italia oltre 12mila minori ucraini. È stato istituito un Tavolo ad hoc, presieduto dalla ministra della famiglia Elena Bonetti, al quale partecipa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per un raccordo fra le istituzioni e le organizzazioni della società civile che si sono attivate. Per evitare che i minori non accompagnati siano esposti a rischi di sfruttamento o abuso, è fondamentale che siano individuati all’arrivo in frontiera e poi segnalati al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in modo da essere registrati e monitorati. Caritas e Croce Rossa Internazionale si stanno adoperando per trasferire gli orfani ospitati negli istituti ucraini in luoghi sicuri nei Paesi limitrofi. La Farnesina mantiene i contatti per tutelare l’incolumità dei minori ucraini in fase di adozione
5) SCUOLA
Subito i fondi per le scuole coinvolte
Un milione sul piatto per l’accoglienza in classe dei minori ucraini. Fondi che il ministero dell’Istruzione ha reperito nel proprio bilancio e che saranno assegnati alle scuole tramite gli Uffici scolastici regionali (Usr). Scuole e Usr che devono trovare la soluzione educativa più consona (e più vicina al luogo in cui sono ospitati) alle esigenze dei singoli bambini. Fermo restando che ai minori stranieri presenti sul territorio italiano va sempre garantito il diritto allo studio, una circolare del 4 marzo raccomanda alle scuole di usare all’inizio materiale didattico bilingue o nella lingua madre e di ricorrere ai mediatori culturali. Ricordando che a disposizione ci sono anche i 20 milioni per il sostegno psicologico a scuola previsti dalla manovra 2022. Non mancano poi stanziamenti ad hoc. Uno su tutti i 200mila euro stanziati dalla Regione Sicilia per le sue scuole.
6) UNIVERSITÀ
Raddoppiata la dote iniziale per gli atenei
Grazie a un emendamento parlamentare la dote assegnata agli atenei dal decreto legge 16/2022 per ospitare studenti e docenti universitari ucraini raddoppia da 0,5 a 1 milione di euro. Stando all’articolo 4 del Dl, sarà un decreto ministeriale, da emanare entro il 29 aprile, a definire il riparto tra le università e le modalità di utilizzazione dei fondi, «anche attraverso la previsione di borse di studio ovvero di altri strumenti e servizi di diritto allo studio». Ma gli atenei si stanno già muovendo. A Venezia, Ca’ Foscari ha stanziato 50mila euro per accogliere personale o allievi in fuga dall’Ucraina. L’Alma Mater di Bologna ha preannunciato la stessa intenzione, facendo slittare al 30 giugno il termine di pagamento della terza rata delle tasse per gli iscritti. L’università della Calabria ha previsto 15 borse di studio e il campus Biomedico di Roma 5
7) LAVORO
Basta la richiestadel permesso
I profughi ucraini possono svolgere attività lavorativa, sia in forma subordinata - anche stagionale - sia in forma autonoma, sulla base della s ola richiesta di permesso di soggiorno presentata alla questura competente, in deroga alle quote massime definite con il decreto flussi (l’ultimo prevede 69.700 ingressi). Lo ha chiarito la circolare del ministero dell’Interno diffusa ai prefetti l’8 marzo. Si tratta di una grande innovazione rispetto alle procedure di ingresso al lavoro per i cittadini extracomunitari, che di solito sono molto più complesse e durature. La Regione Veneto sta già raccogliendo (anche tramite un modulo online pubblicato sul sito istituzionale) le offerte di lavoro da parte delle aziende del territorio (finora soprattutto del settore alberghiero) per metterle in contatto con i profughi disponibili a lavorare
8) PROTEZIONE TEMPORANEA
Titolo di soggiorno e ricongiungimenti
Il Consiglio dei ministri Affari Interni e Giustizia della Ue del 4 marzo ha disposto l’attivazione, per la prima volta, della direttiva 2001/55/Ce, recepita in Italia dal Dlgs 85/2003, che prevede, in caso di afflusso massiccio nell’Unione di sfollati, il riconoscimento di una protezione temporanea in loro favore. Per applicare questa protezione, serve un Dpcm, che è in fase di preparazione. La protezione dura un anno, prorogabile fino a un massimo di due anni. I Paesi Ue devono fornire un titolo di soggiorno valido per tutta la durata della protezione che consente di lavorare, accedere all’istruzione per adulti e alla formazione professionale; ottenere un alloggio; ottenere assistenza sociale, economica e cure mediche. I minori hanno diritto di accedere all’istruzione. C’è anche
il diritto al ricongiungimento dei familiari giunti in altri paesi
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