Ucraina, l’Italia studia l’ottavo decreto armi: ecco gli aiuti forniti fino a oggi a Kiev
Dalle prime settimane del conflitto in Ucraina l’Italia ha fornito mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev attraverso una serie di provvedimenti, presi prima dal governo Draghi e poi, a febbraio 2023, da quello di Meloni
di Andrea Carli
I punti chiave
3' di lettura
Il governo italiano studia l’ottavo pacchetto di armi da inviare all’Ucraina. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’incontro con Zelensky a Kiev, lunedì 2 ottobre, prima del Consiglio europeo informale. L’Italia conferma dunque la sua posizione contraria all’invasione russa. Fin dall’inizio del suo mandato la premier Giorgia Meloni ha garantito il massimo della continuità rispetto al governo che l’ha preceduta, quello di Mario Draghi, sulla guerra in Ucraina. Piena adesione dunque alla linea occidentale e atlantica, di condanna dell’aggressione russa.
Va detto che, se si prende in considerazione l’aspetto della fornitura delle armi, l’Italia ha fornito un sostegno più contenuto rispetto ad alcuni Paesi della Nato. Stando al database Ukraine Support Tracker del Kiel Institute for the World Economy, la maggior parte degli aiuti militari all’Ucraina provengono da Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Polonia (l’Italia è decima).
L’ottavo pacchetto è un’ulteriore conferma della linea di sostegno all’Ucraina aggredita. «Vediamo quello che possiamo dare ora - ha spiegato Tajani - nella lista non ci sono solo armi letali, ma anche equipaggiamento, forse visori notturni, l’elenco va ancora definito con il ministro Crosetto (il responsabile della Difesa, ndr). Dipende anche da cosa hanno bisogno».
Dalle prime settimane del conflitto in Ucraina l’Italia ha fornito mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev attraverso una serie di provvedimenti, presi prima dal governo Draghi (il quinto pacchetto ha avuto il via libera dell’esecutivo quando era dimissionario) e poi, a febbraio 2023, da quello di Meloni . Nei primi decreti, tutti secretati, secondo le indiscrezioni emerse sono stati inviati - oltre a contributi economici - dispositivi di protezione come elmetti e giubbotti, munizioni di diverso calibro, sistemi anticarro (Panzerfaust) e antiaereo (Stinger), mortai, lanciarazzi (Milan), mitragliatrici leggere e pesanti (MG 42/59), mezzi Lince, artiglieria trainata (Fh70) e semoventi (Pzh2000). Escludendo questi ultimi tre elementi, la maggior parte delle forniture inviate non erano più utilizzate dall’esercito italiano.
Il settimo pacchetto di aiuti
Alcune indicazioni relative al settimo pacchetto sono state fornite dall’esecutivo a fine maggio. In quell’occasione l’elenco degli armamenti è stato illustrato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di un’audizione al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Come nei pacchetti precedenti, anche in quella circostanza il contenuto del nuovo decreto Ucraina è stato “secretato” e successivamente pubblicato in Gazzetta ufficiale. Quello di fine maggio è stato il secondo provvedimento firmato dal governo Meloni: il primo risaliva a 4 mesi prima. Stando alle indiscrezioni circolate in quei giorni, in quell’occasione sono stati inviati equipaggiamenti per la protezione dal rischio Nbcr: tute, maschere protettive, kit per rendere potabile l’acqua, oltre che le munizioni. Sempre in quei giorni si parlò dell’invio, come già avvenuto in precedenza, di ulteriori veicoli, obici, lanciamissili, mitragliatrici e armi leggere.
Il sesto pacchetto
Per quanto riguarda invece il sesto pacchetto , occorre fare riferimento al decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 febbraio. Riguardava le armi di difesa missilistica, Samp-T, Skyguard Aspide e Spada: questi ultimi due sono sistemi controaerei di Esercito e Aeronautica basati su missili a guida radar. L’Aspide ha la portata di venti chilometri, un’unità di rilevamento e calcolo, due lanciatori e un veicolo trasportatore-caricatore. Lo Spada invece si avvale di un centro di avvistamento con un radar e tre sezioni di fuoco ognuna, con il lanciatore completo del radar di inseguimento e illuminazione. Il sistema missilistico terra-aria degli Aspide è a corta portata, utilizzabile alle basse e bassissime quote. Anche questa è un’arma di vecchia generazione, non più utilizzata dall’Italia quindi aggiornata per essere inviata in Ucraina.
Il sistema Samp-T
Il sistema Samp-T è stato sviluppato fin dai primi anni 2000 nell’ambito del programma italo-francese: è un sistema d’arma missilistico a media portata idoneo ad operare in condizioni in cui ci sono ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, ha elevata mobilità e possibilità di adeguare il dispositivo secondo tempi commisurati alla dinamicità della manovra. L’attuale versione ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio.
Le forniture per i civili
L’Italia ha anche inviato forniture per i civili, tra cui i generatori, ed equipaggiamenti e impianti per la protezione “Nbcr”, nuclearebiologica chimica e radiologica, in questo caso utilizzabili eventualmente in zone popolate per tutelare la salute di civili e militari. Dagli indumenti protettivi, come le tute e le maschere fino alle pillole per potabilizzare acqua, sono diversi i kit inviati da Roma per scongiurare gravi danni alle persone in caso di attacchi nucleari o con armi chimiche oppure semplicemente per far fronte ad eventuali incidenti come quelli paventati in passato nei pressi della centrale di Zaporizhzhia.
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