ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVerso il voto in Parlamento

Ucraina, la maggioranza lavora alla risoluzione: resta il nodo armi. Bozza M5s: stop all’invio

Ma la capogruppo M5S al Senato Mariolina Castellone precisa: «Forse è uno dei tanti documenti circolati nei giorni scorsi che potevano essere punti di partenza, non è quella la risoluzione a cui stiamo lavorando»

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3' di lettura

Sei punti di cui uno ancora mancante. Quello, delicatissimo, sul sostegno anche militare all’Ucraina. I partiti che sostengono il governo Draghi lavorano alla risoluzione da votare martedì dopo le comunicazioni del premier sul Consiglio europeo del 23-24 giugno sull’Ucraina. La maggioranza ha concordato per ora su 5 dei 6 contenuti da inserire nel testo rimandando l’ultimo a una riunione prevista per lunedì. Tutti d’accordo sull’adesione di Kiev all’Ue, la revisione del Patto di Stabilità, gli interventi per famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti della guerra, il RepowerEu per l’energia e il rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione.

Il nodo dell’invio di altre armi all’Ucraina

Il nodo resta quello dell’invio delle armi. Nel dietro le quinte del Movimento 5 Stelle si sta consumando infatti uno scontro tra la maggioranza legata all’ex premier Giuseppe Conte e la minoranza che fa riferimento al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. In queste ore infatti gira una bozza di risoluzione M5s in cui si parla di «non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica».

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Bozza risoluzione M5s: no a ulteriori invii di armi a Kiev

Altri impegni sollecitati al governo riguardano il cessate il fuoco e il sostegno al popolo ucraino. In particolare, nella bozza del documento si legge: «Si impegna il governo a promuovere, alla luce dell’attuale situazione politico-militare, nelle opportune sedi europee, il consolidamento di un’azione diplomatica europea coordinata, volta a fornire nuovo impulso alle trattative di pace tra Ucraina e Russia al fine di giungere a un immediato cessate il fuoco; promuovere per l’Unione europea il ruolo di principale attore diplomatico e di garante del supporto economico, umanitario e sanitario al popolo ucraino».

Il testo parte dalla premessa che il conflitto «dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario» e che gli ucraini stanno «combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione». Si ricorda poi che dall’inizio della guerra «l’Unione europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro; Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari e hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture (anche di armi a lunga gittata); l’Italia, in base a quanto disposto dall’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022 numero 14 convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022 numero 28 recante Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina, ha già emanato 3 decreti ministeriali (decreto 2 marzo 2022, decreto 22 aprile 2022 e decreto 10 maggio 2022) che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari».

Castellone: bozza non è risoluzione a cui lavoriamo

Ma chi ha scritto questo documento? Ci starebbero lavorando alcuni senatori del M5s in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Aula. Ma l’entourage di Conte ne smentisce la paternità, perché in realtà si starebbe lavorando a un testo condiviso. «Stiamo lavorando a una risoluzione di maggioranza, sono in corso riunioni tra capigruppo, presidenti delle commissioni Politiche Ue di Camera e Senato con il sottosegretario Amendola sulla risoluzione di maggioranza. Il punto Ucraina sarà inserito lunedì», precisa.

Castelli: non voterei risoluzione contro invio armi

«Sono usciti degli articoli che dicono che al Senato, i miei colleghi, hanno scritto una risoluzione nella quale chiedono di non inviare armi all’Ucraina. Di certo questa è una posizione che, secondo me, non potrà vedere neanche tutta la maggioranza d’accordo. Mi auguro che non sia questa la strada, perché la situazione è veramente molto importante e sul filo di lana. Io di sicuro non voterei una risoluzione, qualora presentata dal mio gruppo, che va fuori dalla collocazione storica dell’Italia». Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, intervenendo al 1° Blue Forum Italia Network in corso a Gaeta.


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