Ucraina, Messa: «Università subito mobilitata, un milione per gli studenti»
La ministra dell'Università in Commissione Cultura alla Camera. «Tra Italia e Federazione Russa in corso 73 accordi interuniversitari: 27 sono con l'Ucraina e 4 con la Bielorussia
di Redazione Scuola
3' di lettura
«L'Università e la ricerca sono stati tra i primi a mobilitarsi, per esprimere le manifestazioni di vicinanza al popolo ucraino e a tutte le persone coinvolte nella grave crisi politica e umanitaria in atto». lo ha detto la ministra dell'Università, Maria Cristina Messa, audita in Commissione Cultura alla Camera, facendo il punto sul numero di studenti e ricercatori ucraini ma anche russi presenti in Italia e delle iniziative messe in campo per tutelare il loro percorso di studi e ricerca compreso un fondo di un milione di euro per il co-finanziamento dei percorsi formativi.
La mobilitazione e gli accordi
«Subito dopo l'emergere della crisi - ha spiegato Messa - si sono moltiplicate le iniziative spontanee, da parte delle università, delle istituzioni Afam e degli enti pubblici di ricerca volte a sostenere, nelle forme più varie la permanenza degli studenti e dei ricercatori ucraini che, a qualsiasi titolo, compreso il progetto Erasmus +, si trovassero in Italia. Solo nel 2021 - ha continuato - quattro Atenei nazionali hanno siglato accordi di cooperazione con sette istituti universitari ucraini e in generale, i rapporti tra l'Italia ed i paesi in questione sono definiti da molte collaborazioni interuniversitarie che riguardano Didattica, Formazione, Ricerca e Mobilità. Tra Italia e Federazione Russa sono censiti ben 73 accordi interuniversitari in corso: 27 sono con l'Ucraina e 4 con la Bielorussia. Da queste collaborazioni, sono gemmati 29 corsi convenzionati tra le nostre università e quelle ucraine e 10 corsi che rilasciano doppi titoli; con la Federazione Russa abbiamo 489 corsi convenzionati e 66 corsi che rilasciano doppi titoli. Quindi i rapporti sono molto intensi e noi vorremmo evitare che a farne le spese siano gli studenti».
I dati
«Sono censiti - ha proseguito - come ucraini, nel nostro territorio, 31 studenti Erasmus e 989 non Erasmus, di cui 802 residenti in Italia. Per quanto riguarda gli studenti della Federazione Russa nel nostro territorio sono 48 gli Erasmus e 304 i non Erasmus, di cui 294 residenti in Italia. Di fronte a questo intenso scambio, che ha determinato una consuetudine di rapporti da diversi anni, l'Accademia non poteva mostrarsi insensibile, e valorizzando il principio dell'autonomia universitaria ha agito da subito. In questo contesto - ha detto ancora Messa - si è inserito l'intervento, promosso dal ministero e condiviso dal Governo, di introdurre una misura specifica, finanziata con i fondi del Mur, volta ad integrare, ed ulteriormente sostenere le iniziative delle università e degli enti di ricerca. Voglio rimarcare come questo intervento sia stato in modo fortemente simbolico una delle prime misure di sostegno adottate dal Governo a seguito dello scoppio della crisi in Ucraina. Mi riferisco alla misura prevista nel “primo” decreto, il numero 16 del 2022, in forza della quale è stato istituito uno specifico fondo nello stato di previsione del Mur, con una dotazione iniziale di 500 mila euro, volto a sostenere, sostanzialmente a titolo di cofinanziamento, le iniziative intraprese a favore della “comunità scientifica ucraina».
Fondo a 1 milione di euro
«A tal riguardo - ha proseguito Messa -, voglio ringraziare di persona i componenti di questa Commissione perché grazie a voi si deve la scelta, fatta propria dal Parlamento in sede di conversione del decreto-legge, di accrescere la consistenza del Fondo, sempre con oneri a carico del ministero, estendendola a 1 milione di euro, estendendone, al contempo le finalità. Questa scelta ha un forte valore non solo simbolico ma anche concreto, in quanto studenti e ricercatori di altre nazionalità, che però per questa crisi in atto non possono proseguire i propri studi, possono accedere a questo decreto di accoglienza, ivi inclusi profughi in fuga dalle crisi politiche e militari varie, come in Afghanistan e in Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità , anche ai soggetti ai quali, in conseguenza della crisi politica e militare in atto in Ucraina, sia stata concessa la protezione internazionale, anche temporanea».
Altre iniziative
«Ci sono poi ulteriori iniziative del nostro ministero - ha aggiunto la ministra facendo riferimento a un sito Internet -. Nell'esercizio del potere di coordinamento che abbiamo, nell'ambito del principio di autonomia che circonda le università e gli enti di ricerca italiani, stiamo intraprendendo delle iniziative dirette a semplificare le forme di accoglienza, per quanto di nostra competenza. Tra queste, è in procinto di avviarsi, proprio in queste ore, uno specifico percorso informativo, costantemente aggiornato, a beneficio di tutte le istituzioni facenti parte del sistema della formazione superiore, ivi inclusa oltre all'università, enti di ricerca e Afam anche le Accademie e le Società scientifiche, allo scopo di segnalare tutte le iniziative di solidarietà per docenti, ricercatori, studenti e dottorandi colpiti dalla crisi internazionale e che abbiano l'esigenza di trovare un luogo aperto e sicuro in cui proseguire la propria attività di ricerca e di studio».
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