Crisi Ucraina, Bce: per banche esposte su Russia rischi da sanzioni
Biden avverte la Bielorussia: risposta ferma se offre sostegno ai russi. Ue a caccia di riserve di gas alternative. Vertice Putin-imprese italiane
I punti chiave
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L’ambasciatore americano a Mosca John Sullivan ha consegnato al ministero degli Esteri russo le risposte dell’amministrazione Biden alle richieste russe in materia di sicurezza ai suoi confini. Lo ha confermato il segretario di Stato americano Antony Blinken. «Siamo aperti al dialogo e abbiamo offerto alla Russia una via diplomatica seria - ha detto ai cronisti - ma allo stesso tempo stiamo lavorando per rafforzare le difese dell’Ucraina. Le nostre risposte - ha aggiunto - sono state pienamente coordinate con il governo ucraino e gli alleati europei».
Lo ha confermato anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha sottolineato di aver chiesto a Mosca e agli alleati di riunirsi nel consiglio Nato-Russia, perché ci sono punti si cui si può lavorare insieme, una «ricca agenda», pur se l’Alleanza atlantica non derogherà ai suoi principi: «Ogni Paese ha il diritto di scegliere le sue alleanze, il suo percorso».
Washington ha chiarito nei giorni scorsi che le richieste russe alla Nato di ritirare le truppe e le armi dall’Europa orientale e di impedire l’adesione dell’Ucraina non sono certo un punto di partenza per il negoziato. Gli Usa sono invece pronti a discutere altri argomenti come il controllo degli armamenti e le misure di rafforzamento della fiducia reciproca.
La Russia intanto risponde alla mobilitazione di Usa e Nato con esercitazioni delle sue truppe corazzate in Crimea, mentre Washington chiarisce quali saranno le sanzioni destinate a portare un duro colpo all’economia di Mosca se osasse varcare i confini dell’Ucraina: comprese quelle che potrebbero colpire personalmente Vladimir Putin, ha minacciato in serata Joe Biden, in un’escalation di tensione sempre più preoccupante. Il braccio di ferro tra le due grandi potenze insomma continua, con in mezzo l’Europa, dove Germania, e soprattutto Francia, cercano di ritagliarsi un ruolo indipendente.
Gli Stati Uniti si aspettano «un possibile uso della forza militare» in Ucraina da parte della Russia «entro metà febbraio»: lo affermano al Dipartimento di Stato Usa. Mentre l’ambasciata americana a Kiev invita i suoi concittadini a lasciare il Paese
Colloqui Parigi: sostegno a rispetto cessate fuoco
I consiglieri dei capi di Stato e di governo del Formato Normandia e i rappresentanti dei ministeri degli Esteri riuniti a Parigi hanno «ribadito che gli Accordi di Minsk sono la base del lavoro» e restano «impegnati ad attenuare i disaccordi attuali nei prossimi lavori», si legge nel documento finale. I partecipanti «sostengono il rispetto incondizionato del cessate-il-fuoco e la piena adesione alle misure di rafforzamento del cessate-il-fuoco del 22 luglio 2020, indipendentemente da altri temi relativi all’applicazione degli accordi di Minsk».
Lavrov: l’Occidente preso da una «frenesia militaristica»
Intanto Mosca risponde. In Ucraina l’Occidente sta guardando a una qualche «vera provocazione», ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando davanti alla Duma. «I nostri colleghi occidentali - ha aggiunto Lavrov, citato dalla Tass - sono letteralmente in uno stato di frenesia militarista e fanno dichiarazioni isteriche». «Siamo pronti a tutto - ha detto ancora il ministro degli Esteri -. Noi non abbiamo mai attaccato nessuno, siamo sempre stati noi ad essere attaccati, e quelli che l’hanno fatto non se la sono cavata».
A caccia di fonti di gas alternative
Nonostante le rassicurazioni sulla «totale unanimità» del fronte occidentale proferite dal presidente americano dopo il vertice in videoconferenza con i maggiori alleati europei - fra cui Mario Draghi - la divergenza di interessi, e conseguentemente di atteggiamento, appare sempre più evidente. Gli Usa sembrano comprendere i timori europei soprattutto per gli approvvigionamenti di gas russo, da cui dipendono per il 40% del loro fabbisogno. Per questo hanno fatto sapere che stanno mettendo a punto con gli alleati piani di emergenza per compensare un’eventuale riduzione delle esportazioni di Mosca guardando a varie aree del mondo, dall’Africa settentrionale al Medio Oriente, dall’Asia agli stessi Stati Uniti. Washington è in contatto anche con importanti acquirenti e fornitori di gas naturale liquefatto (Lng): l’obiettivo è assicurarsi piccoli volumi da molte fonti per superare l’inverno e la primavera, sfruttando inizialmente le scorte in caso di emergenza. I diversi approcci alla crisi tra le due sponde dell’Atlantico sono comunque saltati agli occhi negli ultimi giorni.
L’asse del disgelo Francia-Germania
Dapprima c’è stato il rifiuto di Berlino, che con Mosca ha forti legami economici, di inviare armi all’Ucraina. Poi la decisione dell’Ue di non seguire l’esempio Usa nel ritirare il personale non essenziale dalle ambasciate a Kiev. Infine la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di aprire un canale diplomatico personale con Putin, con cui parlerà venerdì al telefono. L’obiettivo è attuare una de-escalation, e in questo c’è una «grande unità» tra Francia e Germania, sottolinea l’inquilino dell’Eliseo da Berlino, dove ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz. Certo, sia Macron sia Scholz tornano ad avvertire la Russia che se varcherà i confini dell’Ucraina dovrà pagare un prezzo altissimo in termini di sanzioni, sulle quali secondo il Financial Times c’è una crescente «convergenza» tra Washington e Bruxelles.
Biden avverte anche la Bielorussia
Ma la mano tesa verso Mosca segna un chiaro distanziamento dalle parole di Biden, che continua a parlare di una minaccia credibile e immediata di un attacco russo: potrebbe avvenire «any time», in qualsiasi momento, «ma ancora una volta non possiamo fare una previsione su quale decisione prenderà Putin», ha ripetuto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Da Washington arrivano avvertimenti anche a Minsk: «Abbiamo messo in chiaro anche alla Bielorussia che, se consentirà che i suoi territori siano usati per un attacco all’Ucraina, subirà una risposta rapida e decisa da parte degli Usa, dei nostri alleati e partner», ha ammonito il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price, mentre il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che la Russia sta aumentando sempre più le forze ai confini ucraini e ha dislocato truppe anche nella vicina Bielorussia.
Le misure punitive previste dagli Usa
Gli Stati Uniti - prima della minaccia rivolta personalmente a Putin da Biden, che pure ha escluso l’impiego di truppe Usa e Nato sul territorio ucraino - hanno fatto anche circolare ufficiosamente una bozza di quelle che potrebbero essere le misure punitive, dal divieto di esportazione di tecnologia americana nei campi dell’intelligenza artificiale, dei computer avanzati, della difesa e dell’aerospaziale. Inoltre, divieto alle banche russe di eseguire transazioni in dollari. Da parte sua un portavoce della Commissione, dando anch’egli assicurazioni sulla «forte unità» nel campo occidentale, ha affermato che l’Ue è pronta a seguire gli Usa, facendo pagare «massicci costi economici» a Mosca qualora aggredisse davvero l’Ucraina. Una minaccia di invasione al momento «non esiste», dice il governo di Kiev, ma fa sapere di avere smantellato un «gruppo criminale» sostenuto dalla Russia che preparava un attacco.
Polemica per il summit tra Putin e imprese italiane
Intanto è polemica per l’incontro in videoconferenza annunciato per la mattinata del 26 gennaio tra il presidente russo Vladimir Putin e i responsabili di alcune grandi società italiane per discutere delle relazioni commerciali, gli investimenti e «le prospettive di un’ulteriore espansione dei rapporti d’affari». Particolare attenzione verrà riservata alle «possibilità di rafforzare la cooperazione nei settori dell’energia, industria, finanza e tecnologie ambientali», avvertono dal Cremlino.
Bce: banche esposte su Russia si preparino a sanzioni
La Banca centrale europea ha avvertito gli istituti con significativa esposizione verso la Russia di prepararsi all’imposizione di sanzioni internazionali contro Mosca in caso di invasione dell’Ucraina. Lo riporta il Financial Times, citando tra i principali istituti internazionali con considerevole esposizione alla Russia Citi, Societé Generale, l’austriaca Raiffeisen e UniCredit. La Bce avrebbe chiesto dettagli su come le banche potrebbero gestire diversi scenari, tra cui il blocco dell’accesso al sistema di pagamenti Swift per le banche russe. Le banche internazionali, considerando anche le loro controllate russe, vantano crediti per circa 121 miliardi di dollari nei confronti di controparti russe, che a loro volta valgono 128 miliardi di dollari in termini di funding per gli istituti internazionali.
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