Ucraina, Macron verso Mosca: indispensabile avviare de-escalation
Il presidente francese incontrerà il 7 febbraio il presidente russo Putin. L’obiettivo è evitare un «deterioramento» ulteriore dei rapporti
I punti chiave
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Il presidente francese, Emmanuel Macron, volerà il 7 febbraio a Mosca per un faccia a faccia con il suo omologo russo Vladimir Putin. L’obiettivo è avvicinarsi a una de-escalation della crisi che si sta consumando da settimane sui confini dell’Ucraina . «Sono settimane che leggo o sento dei grandi responsabili annunciare operazioni imminenti - ha detto Macron al Journal du Dimanche - L’intensità del dialogo che abbiamo avuto con la Russia e questa visita a Mosca sono di natura ad impedire che questo possa avvenire. Poi discuteremo dei termini della de-escalation. Bisogna essere realisti. Non otterremmo gesti unilaterali ma è indispensabile evitare un deterioramento della situazione prima di costruire meccanismi e gesti per ritrovare la fiducia reciproca».
L’ultimo incontro tra i due risale a maggio del 2018 a San Pietroburgo. Martedì il presidente francese si recherà a Kiev dove incontrerà il presidente Voldymyr Zelensky. «Il periodo recente - sottolinea Macron - ha confermato che quando decidiamo di non parlare, come è stata la scelta europea l’anno scorso mentre io e la cancelliere Angela Merkel proponevamo un summit Ue-Russia, non possiamo risolvere alcun conflitto. Perché si lascia altri a parlare in nostro nome e non possiamo contribuire alla nostra sicurezza collettiva».
Per Macron in questo momento segnato da tensioni e da un’escalation «il nostro ruolo deve essere preventivo: bisogna abbassare le tensioni con il dialogo e evitare un conflitto armato». Per il presidente francese «assicurare e garantire la sicurezza dei paesi baltici, della Polonia o della Romania è essenziale e costituisce una premessa. La sicurezza e la sovranità dell’Ucraina o di altri paesi dell’Ue non possono essere oggetto di alcun compromesso anche se è legittimo che la Russia ponga la questione della propria sicurezza».
WP: Mosca ha aumentato ulteriormente le truppe in Ucraina
Secondo il Washington Post, che cita fonti dell’intelligence statunitense, Mosca avrebbe ulteriormente aumentato le truppe al confine con l’Ucraina: sono stati schierati 83 gruppi di battaglioni tattici, con circa 750 militari ciascuno, contro i 60 di due settimane fa. Le truppe sono affiancate da decine di migliaia di persone per la logistica, il supporto aereo e quello medico. Finora gli Usa hanno stimato la presenza militare russa ai confini con l’Ucraina in 100mila uomini, l’intelligence occidentale in 130 mila. Il comando russo, sempre secondo fonti di intelligence Usa, avrebbe attualmente pronto il 70% delle truppe per poter avviare un’invasione in Ucraina.
Attendismo olimpico
L’intelligence Usa non pensa che Vladimir Putin abbia tuttavia preso la decisione finale di invadere ma ritiene che nel caso non muoverà fino alla seconda metà di febbraio, quando il terreno ghiacciato agevolerebbe il passaggio dei mezzi pesanti e le Olimpiadi invernali di Pechino saranno finite o quasi, evitando così di inimicarsi il presidente cinese Xi Jinping, che resta un alleato indispensabile. Proprio ieri, in occasione dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici, il presidente cinese ha espresso il suo appoggio a Putin contro un’espansione della Nato a Est.
Nel frattempo gli Stati Uniti hanno avviato un rafforzamento della loro presenza in Polonia, che confina con l’Ucraina e che rappresenta il bastione più importante della Nato in questa crisi. A darne notizia il portavoce dell’esercito polacco secondo il quale «I primi soldati sono arrivati all'aeroporto di Jesionka», aggiungendo che il grosso di un contingente americano di 1.700 soldati dovrebbe arrivare «presto». Le truppe di fanteria dell’82a divisione aviotrasportata sono attese all’aeroporto di Rzeszow-Jasionka. Il loro comandante è il generale Christopher Donahue, l’ultimo militare statunitense a lasciare l’Afghanistan il 30 agosto. Il presidente Usa Biden ha ordinato un rafforzamento delle truppe statunitensi in Polonia, Romania e Germania per dimostrare l’impegno della Nato sui confinti orientali dell’Europa.
Gli effetti della possibile invasione
I vertici dell’amministrazione statunitense hanno avvertito che ci sarà un pesante bilancio di vittime nel caso in cui la Russia decidesse di invadere l’Ucraina. Lo riferisce il New York Times. Secondo il rapporto, gli alti funzionari Usa hanno parlato di 50mila vittime civili e da uno a cinque milioni di rifugiati in Europa, molti dei quali si riverserebbero in Polonia. L’esercito di Mosca attualmente ha messo insieme il 70% delle forze necessarie per un’invasione completa dell’Ucraina, che costituirebbe la più grande operazione militare in Europa dal 1945.
Xi incontra il presidente polacco Duda
A margine delle Olimpiadi di Pechini si è svolto un incontro tra il presidente cinese Xi e l’omologo polacco Duda, unico leader occidentale presente a Pechino nonostante il boicottaggio diplomatico degli Stati Uniti, direttamente coinvolto nella crisi viste le centinaia di chilometri di confine con l’Ucraina. Messaggi distensivi, quelli del numero uno di Pechino al presidente della Polonia sugli interessi e le principali preoccupazioni reciproche, oltre che inviti a rafforzare la comunicazione sulle “principali questioni internazionali” per “sfruttare il potenziale delle loro economie, commercio e investimenti, trasporti e logistica, tecnologie avanzate e nuove e portare la cooperazione pratica bilaterale a un nuovo livello”. Xi ha affermato che la Cina è pronta a prendere parte attiva alla costruzione di un hub logistico in Polonia e aiutarla a diventare un nodo chiave nella catena di approvvigionamento Cina-Europa.
La diplomazia europea
Oltre a suscitare disagio a Washington, le mosse della Cina hanno sollevato preoccupazioni tra Francia, Germania e altri governi dell’Europa occidentale sul fatto che Pechino stia cercando di fare breccia politica nell’Unione Europea. Lunedì 7 febbraio è atteso a Mosca il presidente francese Emmanuel Macron, mentre lunedì prossimo il cancelliere tedesco Olaf Scholz si recherà presso la capitale ucraina Kiev per poi volare il giorno dopo a Mosca.
Allarme Coldiretti su prezzi cereali
La crisi Ucraina con il rischio dell'invasione russa spinge i prezzi internazionali dei cereali con i due Paesi che insieme garantiscono circa 1/3 dell'esportazioni mondiali di grano. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le tensioni in atto sconvolgono il mercato energetico ma anche quello delle materie prime agricole con effetti sui prezzi e sugli approvvigionamenti e il rischio concreto di carestie e tensioni sociali.
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