Ucraina, da dove nasce il sentimento anti-russo che alimenta la resistenza
Fra nazionalismo e russificazione è grande “nebbia”: la ricostruzione di queste radici profonde
di Saverio Fossati
3' di lettura
Poco più un secolo fa, nel 1918, a Kiev iniziava la serie di assedi e occupazioni che ha visto la città cambiare padrone innumerevoli volte. Una storia che le cancellature sovietiche hanno reso incomprensibile per decenni ma che possiamo rileggere adesso, per capire qualcosa in più del presente: il sentimento antirusso che alimenta l'”inaspettata” resistenza ucraina ha infatti radici profonde.
La tenacia che la classe media ucraina aveva dimostrato sin da metà Ottocento nel chiedere autonomia o addirittura indipendenza trova l'occasione di farsi azione politica nel 1917: pochi giorni dopo la rivoluzione d'ottobre la neonata Rada proclama l'indipendenza e l'appoggio ai bolscevichi di Mosca, che ringraziano tentando un putsch in dicembre a Kiev.
Sentimento nazionale
Ma da quel momento il sentimento nazionale si forma robustamente in chiave antirussa e chi si riconosce nella Rada e nel successivo Direttorio di Petljura vive una serie di intricate avventure politico-militari che termineranno davvero solo nel 1921-1922, quando gli ultimi nazionalisti saranno costretti dall'Armata Rossa a espatriare in Galizia (divenuta polacca) e altrove.
Polonia e Terzo Reich
Tra i nuovi emigrati (in Romania) anche gli anarchici di Machno, nemici della Rada ma anche dei bolscevichi, interpreti del sentimento contadino patriottico ed egualitario.Tra il 1922 e il 1941, però, i nazionalisti non scompaiono e trovano alleati (e a tratti nemici) in Polonia e Terzo Reich, formando gruppi armati ribelli che danno molto fastidio all'Urss e alla Polonia e illudendosi che con l'attacco alla Russia la Germania possa dare vita a uno Stato ucraino. In realtà la grande frammentazione delle forze politiche nazionaliste verrà sfruttata dai tedeschi, che sceglieranno tra queste molti criminali di guerra per lo sterminio degli ebrei e dei polacchi, contando anche sul diffuso antisemitismo e antibolscevismo degli ucraini (è vivissimo il ricordo della terrificante carestia del 1932-33 dovuta alla collettivizzazione forzata).
Upa, l'esercito clandestino
Tra il 1941 e il 1944 si forma l'Upa, l'esercito clandestino che combatte contemporaneamente tedeschi e russi per difendere la popolazione e assicurare l'indipendenza all'Ucraina (vicende analoghe accadono nelle repubbliche baltiche) con circa 200mila effettivi nel 1945. Da anni è un eroe nazionale in Ucraina il leader Upa Stepan Bandera, che i sovietici non faticano a qualificare come antisemita e collaborazionista (e avevano assassinato nel 1959), visto che aveva anche giurato fedeltà a Hitler nel 1941, per poi finire a Sachsenhausen sino al 1944.
Il fatto è che l'Upa riesce a combattere le forze sovietiche sino al 1955-56, agendo prima nei boschi e poi sulle alture dei Carpazi orientali. E nonostante il gigantesco apparato repressivo a disposizione dell'Urss, già nel 1948 venne fatto un tentativo di pacificazione indicendo elezioni (a scheda unica): partecipa solo il 35% degli elettori, a testimonianza del largo seguito di cui godono le forze nazionaliste.
Russificazione
Per questo nel 1949 inizia la politica di russificazione culturale ed etnica. L'indipendenza riproclamata nel 1991 e sostenuta con accanimento oggi nasce quindi da vicende assai contraddittorie ma cronologicamente leggibili e risulta essere l'espressione di un sentimento non facilmente gestibile da una forza di occupazione nella parte non russificata del Paese. Così come ogni bombardamento su Kiev è di nuovo quello del 1918: Il proiettile era scoppiato proprio sopra la fila che aspettava lo zucchero, composta tutta da gente impavida (M. Bulgakov, La guardia bianca).
La Città si innalzava dalla nebbia, assediata da tutte le parti (M.Bulgakov, La guardia bianca, 1923).
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