Russia dichiara nuova tregua temporanea mercoledì mattina
Il presidente ucraino critica l’Alleanza atlantica per non aver imposto una no-fly zone sull’Ucraina. In giornata aveva aperto al dialogo su Crimea e Donbass. Il Pentagono: le truppe di Putin avanzano poco
I punti chiave
- Bombe su Sumy: più di 10 vittime, tra cui bambini
- Zelensky: possibile compromesso su Crimea e Donbass
- Yanukovich a Zelensky: ferma lo spargimento di sangue
- Colpito centro medico radiologico
- La situazione a Odessa: parla il vescovo cattolico
- Putin: non invierò riservisti e militari di leva
- Vertice Macron-Scholz-Xi Jinping. Il leader cinese: le sanzioni sono un danno per tutti
- Stoltenberg (segretario Nato), conflitto fuori controllo se va oltre Ucraina
- Colloquio Lavrov-Parolin, «speriamo presto accordo su fine ostilità»
- Oms: stanno finendo le forniture mediche vitali
9' di lettura
La Russia dichiara una nuova tregua temporanea a partire dalle 10 ora locale del 9 marzo, per consentire corridoi umanitari. Lo riferisce il ministero russo della Difesa citato dalla Tass. Lo stesso ministero menziona corridoi umanitari da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.
Il ministero della Difesa di Mosca aveva annunciato anche oggi, 8 marzo, corridoi umanitari per evacuare i civili da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol, suscitando qualche speranza dopo il nulla di fatto degli ultimi tentativi. L’illusione è svanita in fretta.
Il corridoio umanitario da Sumy si è aperto alle 9 ora italiana, ma il ministero della Difesa ucraino ha accusato i russi di non rispettare lo stop all’offensiva per il corridoio umanitario di Mariupol. L’evacuazione è stata poi interrotta ufficialmente «a causa dei bombardamenti dei carri armati nemici».
«La Russia tiene in ostaggio 300mila civili a Mariupol, impedisce l’evacuazione umanitaria nonostante gli accordi con la mediazione del Cicr (Comitato internazionale della Croce Rossa, ndr). Un bambino è morto di disidratazione ieri! I crimini di guerra fanno parte della strategia deliberata della Russia», ha scritto oggi il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un tweet. E il suo portavoce ribadisce: «Cessate il fuoco violato! Le forze armate russe stanno ora bombardando il corridoio umanitario da Zaporizhzhia a Mariupol. 8 camion + 30 autobus pronti per portare aiuti umanitari a Mariupol e per evacuare i civili a Zaporizhzhia».
Resta alta la pressione anche dal punto di vista sanzionatorio. Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato l’embargo degli Stati Uniti sul petrolio, il gas ed il carbone provenienti dalla Russia, mentre Londra ha avviato una stretta analoga sull’import energetico. Sul versante diplomatico, la Cina di Xi Jinping è rientrata nel dibattito appoggiando «l'azione della Francia e della Germania per un cessate-il-fuoco», condividendo «la necessità di garantire un accesso delle popolazioni agli aiuti umanitari coordinati con le Nazioni Unite».
L’attacco di Zelensky: la Nato non si è comportata come doveva
La Nato «non si è comportata come doveva» nella risposta all’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, perché non ha imposto una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskym, ha criticato l’Alleanza atlantica in suo intervento in video-collegamento alla Camera dei Comuni britannica . Zelensky ha aggiornato i dati sulle vittime nell’esercito russo («Oltre 10mila morti russi, anche generali») e fra i civili ucraini, denunciando l’uccisione di almeno 50 bambini nel conflitto. Il presidente ha elogiato «l’eroismo» della popolazione ucraina e definito la Russia uno «stato terrorista»: «Non cederemo e combatteremo fino alla fine a qualsiasi costo - ha detto - ma abbiamo bisogno del vostro aiuto».
L’affondo di Zelensky arriva in una giornata che aveva fatto presagire qualche spiraglio negoziale, a seguito dei round già falliti fra i negoziatori. In un intervista al programma americano Wolrd News Tonight di Abc, si è detto possibilista su un compromesso su Crimea e Donbass: «Possiamo discutere e si può trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere», ha detto il presidente ucraino. L’Ucraina, spiega ancora, «è pronta al dialogo ma non alla capitolazione». La domanda chiave, sottolinea Zelensky, «è come vivranno le persone in questi territori, chi vuole far parte dell’Ucraina». Quello che è importante, aggiunge, «è che Putin inizi a parlare, inizi un dialogo, invece di vivere in una bolla di informazione senza ossigeno. Penso che sia lì che si trova».
Bombe su Sumy: più di 10 vittime, tra cui bambini
Il Pentagono nella giornata di lunedì ha dichiarato di aver notato pochissimo movimento nelle truppe russe sul terreno. Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace è ancora più netto: l’invasione «non sta andando particolarmente bene». Ma la notte si era aperta con la notizia di esplosioni a Odessa che da giorni aspetta l’attacco russo. Come lo aspetta anche Kiev, dove i russi stanno raccogliendo le forze, in attesa che scatti l’offensiva finale sulla capitale. A Mariupol l’assedio dura ormai da una settimana e le 200mila anime che la abitano - nelle parole di Human Rights Watch - sono «intrappolate in un incubo gelato e senz’acqua né luce e vivono sotto la costante minaccia dei bombardamenti russi». Le forze russe hanno lanciato nella notte un attacco aereo contro la città ucraina di Sumy, nel nordest del Paese, provocando almeno 21 vittime, tra cui anche un numero imprecisato di bambini. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky. «Sfortunatamente ci sono bambini tra le vittime», ha detto Zhyvytsky in un video postato su Facebook, spiegando che le vittime sono più di dieci. C’è stata una «battaglia impari» con le forze russe che hanno bombardato i civili, scrive nel post: «Ci sono morti e feriti, i soccorritori stanno lavorando sui luoghi». Il sindaco di Irpin denuncia: dalla Russia arrivano offerte in denaro per consegnare la città. E, secondo quanto riporta il governatore della regione Oleksiy Kuleba, dalla cittadina di Irpin, situata a meno di 30 km dalla capitale, è in corso l’evacuazione dei civili.
Zelensky: possibile compromesso su Crimea e Donbass
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato dal programma americano Wolrd News Tonight di Abc, si è detto possibilista su un compromesso su Crimea e Donbass: «Possiamo discutere e si può trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere», ha detto il presidente ucraino. L’Ucraina, spiega ancora, «è pronta al dialogo ma non alla capitolazione». La domanda chiave, sottolinea Zelensky, «è come vivranno le persone in questi territori, chi vuole far parte dell’Ucraina». Quello che è importante, aggiunge, «è che Putin inizi a parlare, inizi un dialogo, invece di vivere in una bolla di informazione senza ossigeno. Penso che sia lì che si trova».
Nella medesima intervista Zelensky ha però anche detto: «Questa guerra non finirà così. Scatenerà la guerra mondiale». Il presidente afferma inoltre che il corrispettivo russo Vladimir Putin è un criminale di guerra: «Tutti coloro che sono venuti sulla nostra terra, tutti coloro che hanno dato gli ordini... sono tutti criminali di guerra». In un precedente videomessaggio Zelensky aveva voluto ribadire di essere nella Capitale: «Rimango qui, rimango a Kiev, a Bankova (gli uffici presidenziali), senza nascondermi e senza paura di nessuno. Questo serve per vincere questa guerra», ha tuonato, accusando il nemico di usare «tattiche medievali» per punire gli ucraini. E non è mancato un tocco polemico anche verso la Croce Rossa Internazionale: «Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ci vieta di usare il suo emblema sui veicoli delle missioni umanitarie. È molto eloquente. Alcune persone influenti preferirebbero ’cancellare’ l’Ucraina», ha detto infatti in un video messaggio il presidente ucraino, secondo quanto riporta il Kyiv Independent.
Sulla situazione militare, arriva una dichiarazione del consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych: «Il ritmo dell’avanzata del nemico si è rallentato in modo considerevole ed in alcune direzioni in cui avanzavano si è praticamente fermato». Arestovych sottolinea anche che «le forze che continuano ad avanzare» lo fanno «in piccoli gruppi».
Kuleba, «da imprese globali stop a operazioni con la Russia»
L’Ucraina, attraverso le parole del ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, chiede «alle imprese globali responsabili eticamente e socialmente di fermare o sospendere le operazioni con o in Russia, quindi di rifiutare di finanziare le sue violenze, omicidi, e crimini contro l’umanità». Kuleba ringrazia quindi la Shell che ha deciso di ritirarsi da «tutto» il settore del gas e del petrolio russo.
Yanukovich a Zelensky: ferma lo spargimento di sangue
Torna a farsi sentire l’ex presidente filorusso dell’Ucraina Viktor Yanukovich che aspira a tornare a Kiev. E parla a Zelensky: «Ferma lo spargimento di sangue», gli dice invitandolo a «mettere da parte l’orgoglio». L’appello è contenuto in una lettera pubblicata dai media russi, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent. «Voglio fare una richiesta, in modo presidenziale e anche un po’ paterno, a Zelensky», ha detto l’ex presidente. «Volodymir, forse sogni di diventare un vero eroe, ma l’eroismo non è ostentazione, non è combattere fino all’ultimo ucraino».
Colpito centro medico radiologico di Kharkiv
Nel frattempo l’Aiea ha comunicato che è stato colpito un altro sito pericoloso, dopo la notte di terrore mondiale per l’incendio alla centrale nucleare di Zaporizhzhya: un impianto di ricerca che produce radioisotopi per la medicina nucleare è stato danneggiato dai bombardamenti russi vicino a Kharkiv, ha fatto sapere il segretario generale dell’agenzia, Rafael Grossi, che ha però precisato che non ci sono fughe di materiali radioattivi. Nella notte la direzione dei servizi segreti militari ucraini ha fatto sapere è stato ucciso in combattimento a Kharkiv un alto comandante militare russo: il generale Vitaly Gerasimov, 45 anni, vicecomandante della 41esima Armata russa, decorato per le operazioni nella seconda guerra cecena, in Siria e in Crimea nel 2014. Se la notizia verrà confermata - intanto l’ha confermata l’agenzia investigativa Bellingcat e l’ha rilanciata il Guardian - , si tratta del secondo generale russo ucciso dagli ucraini in una settimana. Alcuni giorni fa, infatti, gli stessi media russi hanno confermato l’uccisione in Ucraina del vicecomandante delle operazioni, il generale Andrei Sukhovetsky, anche lui vicecomandante della 41esima Armata.
La situazione a Odessa: parla il vescovo cattolico
«Sentiamo sempre avvisi di incursioni aeree e di tanto in tanto sparatorie. È molto inquietante ma al momento, grazie a Dio, la città è relativamente calma. Dormiamo in un rifugio seminterrato, ma durante il giorno siamo qui e possiamo liberamente pregare e lavorare», «ci sono i pacchi viveri, altri prodotti essenziali e i pasti caldi. Le cantine sotto le chiese sono aperte e sempre a disposizione delle persone per rifugiarsi». Lo ha raccontato Stanislav Szyrokoradiuk, vescovo cattolico di Odessa, descrivendo la situazione nella città dell’Ucraina meridionale. Per ora è stata risparmiata dalla fase più cruenta della guerra, ma il conflitto segna ogni momento della vita della popolazione, afferma in un videomessaggio inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Putin: non invierò riservisti e militari di leva
Il presidente russo Vladimir Putin riappare in televisione per rassicurare l’opinione pubblica interna, annunciando che non invierà riservisti e militari di leva in Ucraina. I soldati «professionisti» stanno raggiungendo «gli obiettivi prefissati» da Mosca. «Sono sicuro che stiano garantendo la sicurezza e la pace per il popolo russo in modo efficace», ha aggiunto Putin nel discorso televisivo trasmesso in occasione della Festa della Donna. Bandito, anche in questa occasione, il termine guerra: l’inquilino del Cremlino continua a parlare di «operazione speciale».
Vertice Macron-Scholz-Xi Jinping. Il leader cinese: le sanzioni sono un danno per tutti
In attesa del quarto round di colloqui fra i delegati russi e ucraini, si attende per giovedì l’incontro ad Antalya, il primo dall’inizio della guerra, fra i due ministri degli esteri nemici, il russo Serghei Lavrov e l’ucraino Dmytro Kuleba. A provare la mediazione, stavolta, dopo il silenzio caduto sul tentativo del premier israeliano Naftali Bennett, è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. E mentre si stringe sempre più la morsa delle sanzioni sulla Russia e negli Stati Uniti potrebbe vedere la luce un accordo bipartisan in Congresso per boicottare il petrolio russo, in giornata il presidente Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno incontrato in un vertice in videoconferenza il leader cinese Xi Jinping. Il presidente cinese, nel corso del vertice, ha chiesto «massima moderazione» sul conflitto in Ucraina. Xi, riportano i media, ha definito «preoccupante» la situazione. La Cina «deplora profondamente» la guerra in Europa: il presidente cinese ha usato i termini più netti dall’invasione russa dell’Ucraina, parlando di «zhanhuo», termine traducibile come «fiamme di guerra».
Xi, nel resoconto della Cctv, ha detto che Pechino sostiene il rispetto di «sovranità e integrità di tutti i Paesi», ma anche le «legittime preoccupazioni in materia di sicurezza. Tutti gli sforzi per la soluzione pacifica dovrebbero essere supportati», e ha detto anche che la Cina è disponibile ad avere un ruolo in eventuali colloqui di pace.
Durante il vertice Xi ha anche aggiunto che la Cina chiede di «lavorare insieme» per ridurre le conseguenze della crisi in Ucraina, ma ha bocciato le sanzioni: «avranno un impatto negativo sulla stabilità della finanza globale, dell’energia, dei trasporti e delle catene di approvvigionamento», trascinando al ribasso «l’economia mondiale, che è sotto il pesante impatto della pandemia» del Covid-19 e «saranno dannose per tutte le parti».
Stoltenberg (segretario Nato), conflitto fuori controllo se va oltre Ucraina
«Abbiamo la responsabilità di garantire che il conflitto non si intensifichi e non si diffonda oltre l’Ucraina, che sarebbe ancora più pericoloso, distruttivo e ancora più mortale. La situazione porterebbe a una spirale fuori controllo». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una conferenza stampa nel corso della visita in Lettonia. Stoltemberg ha anche detto che finora dall’Ucraina invasa dall’esercito russo «sono fuggiti circa due milioni di persone», numero confermato anche dall’Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, Filippo Grandi, citato dalla Cnn.
Colloquio Lavrov-Parolin, «speriamo presto accordo su fine ostilità»
Colloquio telefonico oggi tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ed il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Ne dà notizia il ministero degli Esteri di Mosca citato dalla Tass, secondo cui «le parti hanno espresso la speranza che il prossimo ciclo di colloqui tra Mosca e Kiev avvenga presto e che si raggiunga un accordo sulle questioni chiave al centro della crisi ucraina per risolverla e cessare le ostilità». «In relazione alla preoccupazione espressa da monsignor Parolin sulla situazione in Ucraina, Lavrov ha delineato all’interlocutore la posizione russa sulle cause e gli obiettivi dell’operazione militare speciale condotta in Ucraina. Particolare attenzione è stata prestata alle questioni umanitarie in relazione al conflitto, comprese le misure per proteggere i civili, organizzare e gestire corridoi umanitari e fornire assistenza ai rifugiati», si legge nella nota del ministero russo. «Le parti hanno espresso speranza per il rapido svolgimento del prossimo round di negoziati tra Mosca e Kiev e il raggiungimento di un accordo sulla soluzione dei problemi chiave alla base della crisi ucraina al fine di risolverla e fermare le ostilità», conclude il comunicato.
Oms: stanno finendo le forniture mediche vitali
Oggi martedì è arrivato anche l’allarme dell’Organizzazione mondiale della Sanità: in Ucraina gli attacchi agli ospedali e alle ambulanze sono aumentati «rapidamente» negli ultimi giorni e le forniture mediche vitali stanno finendo. Lo riporta il Guardian citando una dichiarazione della responsabile emergenze dell’Oms per l’Europa, Catherine Smallwood, secondo la quale almeno nove persone sono morte in 16 attacchi a strutture sanitarie dall’inizio dell’invasione.
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