La guerra in Europa

Draghi a Putin: stabilire cessate il fuoco. Berlino, da Mosca rassicurazioni su pagamenti gas in euro

Giudizi contrapposti sui risultati dei colloqui diplomatici Mosca-Kiev. L’offensiva prosegue sul campo, nuovi bombardamenti su Kiev. E la Casa Bianca valuta ulteriori sanzioni contro la Russia

Zelensky: "Pronti a discutere di neutralità"

5' di lettura

Dalle speranze alla frenata. Il Cremlino ridimensiona le attese su un accordo di tregua fra Ucraina e Russia, dopo che i colloqui di Istanbul di martedì avevano aperto spiragli di pace nella guerra. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia non ha notato «nulla di promettente» o che «assomigliasse a una svolta» nei colloqui mediati da Ankara, sottolineando che servirà un lungo periodo di lavoro per strappare qualsiasi intesa.

Giudizi contrapposti sui risultati dei colloqui Mosca-Kiev

Invece è positivo, a sorpresa, il giudizio sul confronto diplomatico del ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov che, citato dalla Tass, definisce i colloqui russo-ucraini «un significativo progresso», aggiungendo che «Kiev capisce che Crimea e Donbass sono questioni chiuse». Su quest’ultimo punto, però, le autorità ucraine sono tutt’altro che d’accordo, a conferma che il giudizio sull’andamento del confronto in vista di un cessate il fuoco non è affatto condiviso.

Loading...

«Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitivamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori», ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, secondo quanto riporta Unian, rispondendo a Lavrov. «Lavrov dimostra che c’è un malinteso nel processo negoziale - ha detto Nikolenko -. Crimea e Donbass saranno definitivamente chiuse dopo il ripristino della sovranità dell’Ucraina su di loro. Ai colloqui di Istanbul, la delegazione ucraina ha presentato proposte a Mosca su modi per raggiungere questo obiettivo».

Draghi chiede a Putin una de-escalation

Nel pomeriggio si è svolta anche una telefonata di un’ora fra il premier italiano Mario Draghi e il presidente russo V ladimir Putin. Nel corso del colloquio, spiega la Tass, Putin ha riferito al premier italiano sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev e sulla richiesta di Mosca di saldare in rubli il pagamento per le forniture di gas.

«Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace». Queste invece, secondo l’account di Palazzo Chigi, le parole con cui ha esordito il premier Draghi parlando con Putin. Al centro del colloquio, secondo la stessa fonte, l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Il presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Draghi ha anche detto a Putin che l’Italia è pronta ad assumere un ruolo nella pace, «ma a fronte di una reale de-escalation».

Cremlino: “Pagamenti gas in rubli non scatteranno domani”

Nell'immediato, pare scongiurato il rischio timori di uno stop a fine mese delle erogazioni di gas russe. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti chiarito che la disposizione del presidente di richiedere il pagamento in rubli del gas russo non avrà da domani, giovedì 31 marzo, data inizialmente fissata per l'entrata in vigore del cambio di valuta. La frenata arriva dopo che i Paesi del G7 hanno ribadito la loro intenzione di continuare a pagare in dollari o euro, come previsto dai contratti in essere. Putin incontrerà rappresentanti di Gazprom e della Banca centrale che lo informeranno degli sviluppi relativi al cambiamento di valuta. «I pagamenti e le forniture sono processi con tempi lunghi. Questo significa che tutto quello che sarà fornito domani non dovrà essere pagato in rubli entro la sera», ha aggiunto Peskov, annunciando il rilascio a breve dei dettagli del nuovo schema di pagamento proposto dal governo russo.

A conferma della linea più prudente del Cremlino, in serata il Governo tedesco ha reso note le rassicurazioni del presidente russo Vladimir Putin al cancelliere Olaf Scholz sul fatto che le aziende europee potranno continuare a pagare le bollette del gas russo in euro. Nel corso di un colloquio telefonico riferito dal portavoce del governo Steffen Hebestreit Putin ha garantito al cancelliere tedesco che «non cambierà nulla per i partner contrattuali europei». I pagamenti continuerebbero quindi ad essere trasferiti in euro alla Banca Gazprom, che li convertirebbe poi in rubli.

Germania e Austria attivano allerta preventiva sul gas

Nonostante gli ultimi sviluppi che sembrano allontanare il rischio di uno stop alle forniture, il governo tedesco ha comunque attivato l'allerta preventiva del piano di emergenza sul gas in Germania. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, a Berlino, in una conferenza stampa al ministero, spiegando che a causa della guerra in Ucraina la Germania si prepara a un peggioramento dell’approvvigionamento del gas. La scelta è stata imitata, poche ore dopo, dall’Austria.

Biden, nuovi aiuti a Zelensky e possibili altre sanzioni

I mercati, dopo l’entusiasmo di ieri, sono finiti in rosso, scontando la delusione per quella che sembrava una giornata di svolta nelle trattative.

Gli sforzi diplomatici proseguono, con nuovi colloqui incrociati fra i paesi occidentali, Ucraina e Russia. Tra questi, come detto, la telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente Usa Joe Biden ha parlato con il suo omologo ucraino Zelensky «per discutere del nostro sostegno continuo all’Ucraina, di fronte all’aggressione russa». Sul tavolo ulteriori aiuti in generale e anche militari degli Usa a Kiev per 500 milioni di dollari. Sul fronte opposto, l’amministrazione Biden continua a valutare opzioni per ulteriori sanzioni contro la Russia: lo ha detto la direttrice della comunicazione della Casa Bianca Kate Bedingfield, preannunciando novità nei prossimi giorni.

L’escalation militare continua

Non si è intanto interrotta l’escalation militare in atto nell’Est Europa. Lo stesso ministero della Difesa di Kiev ritiene «ingannevole» l’annuncio del ritiro dei russi, intravedendo semmai una «rotazione» delle truppe già dirette sulla capitale. Questa tesi è suffragata anche da informazioni raccolte dal Pentagono che parla anche dell’arrivo di forze fresche per l’esercito russo: 2mila unità dalla Georgia. I bombardamenti proseguono nel nord-ovest di Kiev con esplosioni a circa 20 chilometri dalla capitale, mentre i russi bloccano cento navi nel Mar Nero e fermano l’export di grano. In serata il Pentagono riferisce che le forze russe hanno iniziato ad allontanarsi dal sito della centrale nucleare di Chernobyl, in direzione Bielorussia.

Un portavoce del ministero della Difesa ucraino ha confermato che non c’è nessun ritiro dei russi su vasta scala nelle aree di Kiev e Chernihiv ma solo movimenti limitati. «Il nemico ha ritirato le unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle», ha reso noto Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che «l’assedio di Chernihiv continua, come missili e colpi di artiglieria lanciati dalle forze russe».

Unico spiraglio, l’annuncio in serata da parte russa di un cessate il fuoco per giovedì mattina a Mariupol, deciso per consentire l’apertura di un corridoio umanitario.

Asse Cina-Russia sulla politica estera

La giornata ha registrato anche l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi. I due hanno concordato di «rafforzare il coordinamento politico estero» bilaterale e di «ampliare i contatti bilaterali e multilaterali»: questo l’esito del confronto avvenuto a Tunxi, in Cina. «Sullo sfondo di una complicata situazione internazionale, Russia e Cina continuano a rafforzare i partner strategici e a parlare con una sola voce negli affari globali», si legge inoltre nella nota.

Russia rimborsa cedola su eurobond al 2035

Alcuni gestori di fondi con base a Londra e Cipro hanno riferito di aver ricevuto ieri sui propri conti correnti il pagamento della cedola, scaduta lunedì, su un eurobond al 2035 emesso dalla Russia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. Il pagamento dimostra la volontà e la capacità di Mosca di servire il suo debito in valuta estera nonostante le sanzioni internazionali. Il pagamento, al pari di quello sulle cedole di altri bond, è stato però reso possibile da una deroga da parte delle autorità Usa alle restrizioni che hanno tagliato fuori Mosca dal sistema finanziario. Una eccezione che ha una scadenza, fissata per maggio.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti