Ucraina, Nato: «Mosca prepara anche cyberattacchi e golpe a Kiev»
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: «Dobbiamo essere preparati per un’ampia gamma di forme diverse o azioni aggressive della Russia contro l’Ucraina»
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Cresce la tensione tra Stati Uniti e Russia sulla questione Ucraina, con gli Usa che hanno convocato per lunedì 31 gennaio una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. In una telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Joe Biden ha «ribadito la prontezza degli Stati Uniti con i suoi alleati e partner a rispondere risolutamente se la Russia invade ulteriormente l’Ucraina».
Il presidente Usa ha anche avvertito il suo omologo della «possibilità concreta che i russi invadano l’Ucraina in febbraio». Sul tema, in queste ore, si è pronunciato anche il portavoce del Pentagono John Kirby.
Nato: Mosca al lavoro anche per rovesciare governo a Kiev
«Gli attacchi informatici sono uno scenario molto probabile» così come «una possibilità vera e propria è l’invasione russa con decine di migliaia di combattenti, armature pesanti, aerei, missili. Ma ci sono anche molti altri modi per la Russia di condurre azioni aggressive: cyberattacchi, rovesciamento del governo a Kiev, sabotaggio: hanno ufficiali dell’intelligence che lavorano all’interno dell’Ucraina mentre parliamo. Quindi dobbiamo essere preparati per un’ampia gamma di forme diverse o azioni aggressive della Russia contro l’Ucraina». Lo ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, intervenendo a un evento dell’Atlantic Council.
Riunione ministri Difesa Nato a Bruxelles il 16-17 febbraio
Intanto, in queste ore il Consiglio dell'Atlantico del Nord, l’organo di governo della Nato, ha annunciato che si riunirà a livello di ministri della Difesa a Bruxelles il 16 e 17 febbraio prossimi. L'Alleanza atlantica fa sapere che la riunione sarà in presenza e si terrà nel quartier generale della Nato a Evere, alla periferia nordorientale della capitale belga.
L'agenda del meeting, che non è straordinario ma fa parte del regolare calendario delle ministeriali Nato e che sarà presieduto dal segretario generale Jens Stoltenberg, verrà comunicata più avanti, ma è molto probabile che la situazione relativa all'Ucraina sarà tra i principali temi sul tavolo.
Il Pentagono: aumenta lo schieramento di truppe russe
«Continuiamo a vedere, anche nelle ultime 24 ore, un maggiore schieramento di forze combattenti schierate dai russi, ancora una volta, nella parte occidentale del loro paese e in Bielorussia, vicino al confine con l’Ucraina», ha sottolineato Kirby, precisando però che lo schieramento non è «marcato».
Il Pentagono ha reso noto alcune delle unità che sono state messe in stato di allerta per essere eventualmente dislocate in Europa dell’est nel caso la Russia invada l’Ucraina, per un totale di 8.500 uomini.
Tra queste, come ha riferito Kirby, figurano elementi della 82esima divisione aviotrasportata e del 18esimo Corpo aviotrasportato, entrambi basati a Fort Bragg, Carolina del nord.
Ci sono poi elementi della 101esima divisione aerotrasportata di Fort Cambell, Kentucky, elementi della quarta divisione di fanteria di Fort Carson, Colorado. Coinvolti anche la base aerea Davis-Monthan, Arizona, Fort Hood, Texas, la base Lewis-McChord, Washington, Fort Polk, Louisiana, la base aerea Robins, Georgia, Fort Stewart, Georgia, la base aerea Wright-Patterson, Ohio.
Le unità mobilitate includono il supporto medico, aereo, logistico e formazioni da combattimento. La maggioranza delle truppe allertate sono dedicate alla forza di risposta rapida della Nato.
Colloquio Putin-Macron
La palla in ogni caso adesso è nel campo russo e rischia di rimanerci a lungo.
Oggi il presidente russo Vladimir Putin ha detto al presidente francese Emmanuel Macron, durante un lungo colloquio telefonico che «le risposte degli Usa e della Nato» alle richieste di sicurezza avanzate da Mosca «non hanno tenuto conto delle preoccupazioni fondamentali della Russia, inclusa quella di impedire l’espansione della Nato e lo schieramento di armi d’attacco vicino ai confini russi, nonché riportare il potenziale militare e le infrastrutture del blocco in Europa alle posizioni del 1997, quando è stato firmato l’Atto fondatore Nato-Russia».
Il Cremlino non ha fretta di reagire alle risposte fornite dagli Usa e dalla Nato alle sue richieste per le garanzie di sicurezza alle quali ha legato la soluzione della crisi ucraina.
Mosca sembra puntare a prolungare un braccio di ferro che ha già portato alla luce qualche crepa tra americani ed europei. Mentre ora, puntuale, arriva il sostegno esplicito della Cina, e Vladimir Putin allarga il gioco anche verso la Turchia, dicendo di accettare una mediazione del presidente Recep Tayyip Erdogan.
«Se dipendesse dalla Russia, la guerra non scoppierebbe», ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, nel corso di un’intervista rilasciata ai media locali nella quale ha parlato della crisi con l’Ucraina. «Non vogliamo la guerra, ma non permetteremo nemmeno che i nostri interessi vengano ignorati», ha aggiunto.
Lavrov ha anche fatto sapere che si terrà «entro un paio di settimane» un nuovo incontro tra Russia e Stati Uniti.
Il nodo dell’allargamento a Est della Nato
Da Mosca arriva solo qualche mugugno per il rifiuto - scontato - di Washington e del Patto Atlantico di garantire uno stop all’espansione a est della Nato. Una risposta «non positiva», dice il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, aggiungendo però che su altre questioni «secondarie» è possibile «un dialogo serio».
Un apparente riferimento alle proposte di trattare su una riduzione dei missili in Europa e sulla trasparenza delle esercitazioni militari. La Russia comunque studierà le carte e «non reagirà immediatamente», fa sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Mosca, insomma, sembra convinta che il tempo giochi a suo favore, e aspetta di vedere se «l’unanimità totale» tra Europa e Usa di cui ha parlato il presidente Biden reggerà all’innalzamento costante della tensione. O se invece cominceranno a prevalere in campo europeo i timori per un’incrinatura negli importanti rapporti economici con Mosca e, soprattutto, per un possibile venir meno degli approvvigionamenti di gas russo.
La Germania non ritira staff ambasciata
Intanto si apprende che la Germania non ridurrà il personale della propria ambasciata a Kiev, a differenza di quanto fatto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Lo ha dichiarato la ministra della Difesa Annalena Baerbock nel corso di una intervista ai giornali del gruppo Funke e al quotidiano francese “Ouest-France”.
Le Drian (Francia): c’è rischio reale di invasione
«Non dobbiamo nasconderlo, la situazione è gravissima», ha dichiarato quasi in contemporanea il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, tornando in un’intervista a Rtl sulle crescenti tensioni tra Washington e Mosca sull’Ucraina.
Con decine di migliaia di soldati russi ammassati al confine ucraino, «c’è un rischio reale di invasione» da parte di Mosca, ha insistito il ministro.
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