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Ucraina, ultime notizie. Ufficio stampa Prigozhin: parlerà quando può. Blinken: crepe nella leadership di Mosca. Pechino: sostegno alla stabilità della Russia

Spari in aria e applausi della folla mentre i miliziani del gruppo Wagner lasciano la città russa di Rostov dopo che la loro marcia ribelle verso Mosca si è fermata a circa 200 km dalla capitale russa grazie alla mediazione della Bielorussia. I combattenti si stanno ritirando anche dalla regione di Voronezh. Gli Usa erano stati informati del blitz. Nessuna notizia di Prigozhin. Riprendono intanto gli attacchi russi che, nella notte, si sono concentrati su Zaporizhzhia. E Kiev annuncia la ripresa della controffensiva

Russia, Prigozhin: "Ritirata per non spargere sangue"
  • Macron: rivolta Wagner mostra le divisioni interne alla Russia

    La rivolta del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha mostrato “le divisioni che esistono nel campo russo, la fragilità sia delle sue forze armate che di quelle ausiliari”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, in un’intervista a La Provence, aggiungendo di aver “seguito gli eventi di ora in ora, in contatto con i principali partner della Francia”. “La situazione resta in evoluzione”, ha concluso invitando a restare “molto vigili”.

  • Ufficio stampa Prigozhin: risponderà quando può

    Yevgeny Prigozhin manda i suoi saluti attraverso il suo ufficio stampa su Telegram, il quale annuncia che il capo della Wagner “risponderà alle domande quando gli sarà possibile farlo”. Questa la risposta che sta arrivando ai giornalisti che gli inviano domande, come affermato anche dai reporter della Cnn.

    Al momento nessuno sa dove si trovi Prigozhin. Secondo gli accordi annunciati sabato sera, dovrebbe essere diretto in Bielorussia.

  • Massolo: il tentato golpe non è stato una farsa

    “Il tentativo di golpe non è stato una farsa”. A spiegarlo è Giampiero Massolo, ambasciatore e presidente del comitato promotore per Expo 2030 a Roma, secondo il quale “se quella che abbiamo visto fosse stata una messa in scena, sarebbe stata anche piuttosto costosa”. “La situazione - sottolinea - dimostra come il ’divide et impera’ di Putin con i suoi apparati di sicurezza non funziona più. Questo perché l’andamento fallimentare della guerra ha messo in evidenza i contrasti interni e li ha resi non più tollerabili”. Secondo il diplomatico, poi, “Prigozhin ha sottovalutato la reazione del Cremlino”. “Un conto - dice - è marciare su Mosca e un conto è entrarci. Chiaramente ci sarebbe stato un bagno di sangue con le truppe di Kadyrov che erano già pronte”. Il tentato golpe è stato interrotto al termine di un negoziato del quale - spiega Massolo - “non sappiamo i termini e il prezzo pagato da Putin, ma lo sapremo tra qualche giorno”.

  • Nuovo colloquio Putin-Lukashenko

    Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, che ieri ha mediato con Prigozhin per fermare l’avanzata delle truppe Wagner in Russia, ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente russo Vladimir Putin e l’ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev. Lo scrive l’agenzia Belta, secondo quanto riferisce la Tass.

  • Canale Telegram pro-Wagner accusa Prigozhin di tradimento

    Tra i canali Telegram più seguiti come megafono di Yevgeny Prigozhin, da ieri sera AP Wagner ha cambiato nome trasformandosi in Alex Parker Returns e attaccando il capo e fondatore della milizia privata. «Il Gruppo Wagner aveva un enorme sostegno popolare e tutte le possibilità di fare la differenza. Ma l’umile criminale ha tradito tutti» si legge nel gruppo.

    I commenti di molti suoi follower e le emoji del pagliaccio rivolte a Prigozhin sembrano dimostrare che non è l’unico a pensarla in questo modo. La comunità Telegram, che ha perso diverse migliaia di iscritti in queste ore ma continua a contare oltre 200 mila seguaci, ha condannato il dietrofront di Prigozhin accusandolo di aver distrutto la Wagner «con le sue stesse mani» e di essere uno «stupido pelato».

    «Dmitrij Utkin doveva guidare personalmente l’assalto a Mosca, ha viaggiato in una delle colonne - si legge sul canale, - ora Prigozhin sarà per sempre una parolaccia sul mio blog, un esempio comune di come tutto possa andare a puttane a causa della propria codardia e insignificanza».

    Russia, Prigozhin: "Ritirata per non spargere sangue"
  • Media: nell’hotel di Prigozhin trovati 44 milioni di euro

    Durante la perquisizione dell’Hotel Trezzini di San Pietroburgo, ritenuto l’ufficio del capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, sarebbero stati trovati contanti per il valore di 4 miliardi di rubli, circa 44 milioni di euro. Lo riporta un corrispondente di Fontanka, media russo di giornalismo d’inchiesta. Da dove provenisse il denaro, a chi appartenesse e a cosa fosse destinato non è ancora chiaro, per ora ci sono solo teorie.

  • Mosca, respinti una decina attacchi a Bakhmut

    L’esercito russo nelle ultime ore ha respinto una decina di attacchi ucraini intorno alla città strategica di Bakhmut, caduta sotto il controllo di Mosca nelle scorse settimane. Lo ha annunciato il portavoce militare russo, generale Igor Konaskenkov, precisando che l’offensiva di Kiev ha interessato anche delle zone nel Donetsk e nell’oblast di Zaporizhzhia.

  • Blinken, non abbiamo notizia di capi militari cacciati

    «Al momento non abbiamo notizia di nessun capo militare cacciato da Putin». Lo ha detto Antony Blinken alla Cnn avvertendo che «bisognerà aspettare le prossime settimane per capire gli sviluppi».

  • Blinken: crisi in Russia rivela crepe leadership di Putin

    «La crisi in Russia rivela crepe nel sistema di potere di Vladimir Putin». Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken .

  • Mosca: da Pechino sostegno alla leadership russa

    «La Cina ha espresso sostegno agli sforzi della leadership della Federazione russa per stabilizzare la situazione nel Paese alla luce degli eventi del 24 giugno e ha ribadito il suo interesse per il rafforzamento dell’unità e l’ulteriore prosperità della Russia». Lo afferma il ministero degli Esteri russo in un comunicato pubblicato sul proprio sito, scrive Interfax, dopo che oggi il viceministro russo degli Esteri, Andrei Rudenko, ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Qin Gang a Pechino.

  • Putin alla riunione del Consiglio di sicurezza in settimana

    Il presidente russo, Vladimir Putin, prenderà regolarmente parte alla riunione del Consiglio di sicurezza russo la prossima settimana. Lo riferisce la tv di Stato russa. L’annuncio segue le dichiarazioni di Putin rilasciate in un’intervista registrata il 21 giugno, tre giorni prima della rivolta del gruppo Wagner.

    Vladimir Putin in una foto del 15 maggio 2023 (EPA/MIKHAEL KLIMENTYEV / SPUTNIK)

  • Meloni, mercoledì comunicazioni alle Camere

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante le sue comunicazioni di mercoledì alle Camere in vista del Consiglio europeo, aggiornerà i parlamentari sulla crisi in Ucraina.

  • Putin, la priorità è l’operazione militare in Ucraina

    Vladimir Putin afferma che la sua priorità è l’attenzione all’operazione militare speciale in Ucraina. «Così comincio la mia giornata e così la finisco», afferma il presidente russo in un’intervista a Rossiya 1 registrata il 21 giugno e di cui riferisce oggi la Tass.

  • Miliziani di Wagner si ritirano anche dalla regione di Lipetsk

    I combattenti del gruppo Wagner hanno lasciato anche la regione di Lipetsk, nel sud della Russia. La conferma arriva dal governo regionale. «Le unità Wagner che si erano schierate sabato nella regione di Lipetsk hanno ora lasciato la regione» hanno riferito le autorità locali sui social media. La capitale regionale di Lipetsk si trova a 400 km da Mosca.

    Abitanti di Rostov "sollevati" e confusi dopo partenza della Wagner
  • Wp: Putin informato possibile rivolta Wagner il giorno prima

    Vladimir Putin sarebbe stato informato «più di 24 ore» prima della rivolta armata di Wagner. Lo rivela il Washington Post, che cita fonti delle agenzie di intelligence americane, secondo cui resta da capire per quale motivo il presidente russo non abbia preso alcun provvedimento per sventare il golpe di Yevgheny Prigozhin arrivato a circa 200 chilometri da Mosca prima di concludere un accordo per il ritiro dei suoi mercenari con la mediazione del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

    Secondo le fonti americane, la mancata reazione di Putin rifletterebbe l’assenza di coordinamento ad alto livello nel governo russo e anche rivalità interne. Lo stesso quotidiano sostiene poi che le agenzie di intelligence americane, già a metà giugno, avevano raccolto informazioni su un piano del capo di Wagner contro l’establishment militare russo, informazioni trasmesse alla Casa Bianca e ad altre agenzie governative in modo che non venissero colte di sorpresa.

  • Isw: Lukashenko punta a vantaggi dopo il successo da mediatore

    L’immagine del presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha un ruolo diretto nell’arrestare l’avanzata militare di Wagner su Mosca è umiliante per Vladimir Putin mentre potrebbe aver assicurato a Lukashenko altri vantaggi, soprattutto rispetto alle relazioni tra Minsk e Mosca. Lo sottolinea l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), tracciando una delle possibili interpretazioni dei fatti di ieri e delle conseguenze della rivolta Wagner poi rientrata con i successivi sviluppi su cui spicca il ruolo del presidente bielorusso Lukashenko.

    Il servizio stampa presidenziale bielorusso ha annunciato che Putin ha informato Lukashenko della situazione in corso nella Russia meridionale la mattina del 24 giugno, suggerendo che Putin si sia rivolto a Lukashenko per risolvere la ribellione armata. Secondo quanto riferito, Lukashenko ha usato i suoi “canali esistenti” per negoziare con il capo di Prigozhin. Secondo l’Isw, non è quindi escluso che Lukashenko possa cercare di utilizzare il suo ruolo di mediatore per ottenere una posizione di vantaggio da cui portare avanti i suoi obiettivi, come ritardare la formalizzazione l’Unione Russia-Bielorussia o impedire a Putin di utilizzare le forze bielorusse in Ucraina.

  • Vucic: non appoggeremo mai un putsch, neanche in Russia

    La Serbia non appoggerà mai un colpo di stato in nessun Paese, compresa la Russia. Lo ha detto il presidente Aleksandar Vučić con riferimento alla sollevazione del gruppo Wagner. «Tutto ciò è una rivolta con mezzi militari e con l’impiego dell’Esercito. Una cosa del genere non l’abbiamo appoggiata né in Turchia né in Russia, e non l’appoggeremmo né in America né in nessun altro Paese. Sono cose che non si possono consentire», ha detto Vučić alla tv privata Pink.

    Il governo, ha aggiunto, si cambia con le elezioni, con il consenso dei cittadin chiaramente espresso, e non in altri modi. Per Vucic, quello che è accaduto ieri è destinato ad avere pesanti conseguenze sia sul decorso del conflitto armato in Ucraina sia sulla situazione interna in Russia, in particolare sul ministero della difesa e le Forze armate. A suo avviso, la dirigenza russa ha commesso un grosso errore nel dare un enorme potere alla Wagner.

  • Kadyrov: nostre forze erano pronte a combattere la Wagner

    Il comandante ceceno Ramzan Kadyrov ha confermato che unità speciali delle forze ai suoi ordini sono state inviate ieri verso Rostov ed erano pronte a intervenire contro le forze della Wagner, ma poi, «grazie e Dio onnipotente, la situazione si è conclusa senza uno scontro».

    Ieri Kadyrov si era detto pronto ad aiutare il presidente Vladimir Putin a “schiacciare” la ribellione del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, e la radiotelevisione cecena Grozny aveva detto che 3mila militari delle forze speciali cecene erano stati inviati verso le «aree di tensione».

    «I nostri uomini hanno dimostrato alta capacità di combattimento e di essere pronti a difendere la madrepatria ad ogni costo se avessero ricevuto l’ordine», ha affermato Kadyrov sul suo canale Telegram, ripresto dall’agenzia Ria Novosti. Kadyrov ha precisato che a capo dell’operazione vi erano il comandante delle forze speciali Akhmat, Apty Alaudinov, e il comandante del reggimento Sever-Akhmat, Aindi Zingiev, ai quali ha espresso la sua gratitudine.

    Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ( EPA/TATIANA BARYBINA / SPUTNIK)

  • A Rostov i trasporti pubblici riprendono normale attività

    I servizi dei treni e degli autobus da e per Rostov sul Don sono ripresi normalmente e le autostrade che collegano la città con il resto della Russia sono state riaperte dopo le interruzioni di ieri, quando i miliziani della Wagner si erano impadroniti della città. Lo ha detto l’ufficio del governatore citato dall’agenzia Ria Novosti. Le stazioni dei treni e degli autobus sono aperte, i servizi funzionano normalmente così come la vendita dei biglietti e i collegamenti sono in orario, hanno sottolineato le fonti.

  • Incontro Cina-Russia su questioni di interesse comune

    Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha incontrato oggi a Pechino il viceministro degli Esteri russo Andriy Rudenko, nel primo incontro pubblico di diplomatici dei due Paesi da quando i mercenari ribelli hanno minacciato di prendere d’assalto la capitale russa. «Il ministro degli Esteri Qin Gang ha incontrato il viceministro degli Esteri russo Rudenko a Pechino e ha avuto uno scambio di opinioni con lui sulle relazioni Cina-Russia», ha affermato il ministero degli Esteri cinese in un comunicato, aggiungendo che i due hanno anche discusso di «questioni internazionali e regionali di interesse comune».

  • Miliziani di Wagner si ritirano dalla regione di Voroneh

    I combattenti del gruppo Wagner si stanno ritirando dalla regione di Voroneh. Lo rende noto il governatore, Alexander Gusev. «Il movimento delle unità della Wagner attraverso la regione di Voronezh sta procedendo normalmente e senza incidenti», ha detto e ha aggiunto che le restrizioni di viaggio imposte ieri contro l’ammutinamento saranno revocate una volta che «la situazione sarà finalmente risolta».

  • Isw: Cremlino di fronte a equilibrio instabile

    «Il Cremlino si trova ora di fronte a un equilibrio profondamente instabile. L’accordo negoziato da Lukashenko è una soluzione a breve termine, non a lungo termine, e la ribellione di Prigozhin ha messo in luce gravi debolezze nel Cremlino e nel Ministero della Difesa russo». È l’analisi di Isw, Istituto per lo studio della guerra, citato dal Guardian.

    «L’immagine di Putin che appare alla televisione nazionale per chiedere la fine di una ribellione armata e avvertire di una ripetizione della rivoluzione del 1917 - e quindi richiedere la mediazione di un leader straniero per risolvere la ribellione - avrà un impatto duraturo», evidenzia l’Istituto. La ribellione di Yevgeny Prigozhin, «ha messo in luce la debolezza delle forze di sicurezza russe e ha dimostrato l’incapacità di Putin di usare le sue forze in modo tempestivo per respingere una minaccia interna e ha ulteriormente eroso il suo monopolio sulla forza».

    «La rapida spinta di Prigozhin verso Mosca ha ridicolizzato gran parte delle forze regolari russe e ha messo in evidenza a qualsiasi figura della sicurezza, imprese statali e altre figure chiave del governo russo che le forze militari private separate dallo stato centrale possono ottenere risultati impressionanti», sottolinea ancora Isw.

  • L’Ucraina annuncia una grande controffensiva a Est

    L’Ucraina approfitta del «terremoto» in Russia per lanciare una «grande offensiva» sul fronte orientale. Nel primo pomeriggio di sabato annuncia che le sue truppe ucraine hanno liberato posizioni nel Donbass conquistate dai russi nel 2014, in particolare parti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr). «È solo l’inizio», promette Zelensky. Il Paese ha assistito con un mix di stupore, speranza e senso di rivalsa al precipitare della situazione in Russia, diffondendo voci su una presunta fuga di Putin da Mosca. In serata il presidente ucraino parla alla nazione in russo: «L’uomo del Cremlino è ovviamente molto spaventato e probabilmente si nasconde da qualche parte». Nella notte bombe russe su Sumy e Nikopol, almeno un morto.

  • Prigozhin si ritira, riprende l’offensiva in Ucraina

    La mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko sembrano aver posto fine al tentativo di «ribellione» delle truppe mercenarie russe Wagner guidate da Yevgeny Prigozhin che ha tenuto per 36 ore il mondo con il fiato sospeso. Lo «chef di Putin» e i suoi miliziani non saranno perseguiti, riprende l’offensiva in Ucraina e Prigozhin andrà in Bielorussia. Resta incerto il destino dei vertici militari russi accusati da Prigozhin di avere attaccato i suoi uomini mentre la sua marcia, giunta indisturbata fino a 200 chilometri da Mosca, rischia comunque di mostrare i punti deboli del regime. Gli uomini di Wagner hanno lasciato Rostov tra gli applausi della folla. La situazione in Russia resta all’attenzione del campo avversario con consultazioni ai massimi livelli che confermano il sostegno all’Ucraina. I media americani rivelano che le autorità erano stati informati da giorni dei piani di Prigozhin.

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