Ucraina, ultime notizie. Lavrov, Von der Leyen su elezioni Italia? Dittatoriale. In Russia 730 arresti in proteste contro la mobilitazione
I punti chiave
- In Russia 730 arresti in proteste contro la mobilitazione
- Appello della Cina: «Russia e Ucraina non lascino che il conflitto si allarghi»
- Onu, il 27 settembre nuova riunione del Consiglio di sicurezza
- Polonia: «altamente sconsigliabile» aprire le porte agli obiettori russi
- Finlandia, in 7 giorni raddoppiato numeri russi in arrivo
- Putin firma legge, pene più dure a chi si arrende o diserta
- Mosca, il «macellaio di Mariupol» nominato nuovo generale della logistica
- Michel: «La Ue deve aprire le porte ai russi in fuga»
- Turchia: «Non riconosciamo referendum russo su annessione»
- Toyota sospende produzione autoveicoli in Russia
- Attacco russo su Zaporizhzhia, un morto e 7 feriti
- Le notizie di ieri
Lavrov, Von der Leyen su elezioni Italia? Dittatoriale
«Sta a loro rispondere, ma non ricordo minacce del genere da altri leader dell’Ue». Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a margine dell’Assemblea Onu ha commentato le parole di Ursula Von der Leyen sulle elezioni in Italia. «L’Ue sta diventando un’entità dittatoriale», ha aggiunto.
Lavrov su referendum, Russia rispetterà volontà popolo
«I referendum sono basati su una richiesta del governo locale, le condizioni sono state pubblicate e dopo questi referendum la Russia rispetterà l’espressione della volontà del popolo di quei territori, che da lungo tempo soffre gli abusi del regime nazista» di Kiev. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov rispondendo ad una domanda a margine dell’Assemblea Generale Onu. «L’isteria che abbiamo visto è molto eloquente», ha poi affermato con i giornalisti sulle reazioni di Usa ed europei sui referendum.
Lavrov: «Russofobia grottesca, vogliono cancellarci dalle mappe»
«In Occidente c’è una russofobia grottesca». Quello che gli occidentali vogliono fare «non è sconfiggerci. Vogliono toglierci dalle cartine, cancellarci dalle mappe». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Lavrov ha anche aggiunto che «A Washington c’è una dittatura e l’Europa è soggiogata». «La diplomazia è sostituita da sanzioni illegali. Gli Usa e alleati non danno libertà a nessuno, non è democrazia», ha attaccato.
In merito a Taiwan Lavrov ha detto che «gli Stati Uniti stanno giocando con il fuoco».
Funerali del foreign fighter italiano a Kiev
Si è tenuta oggi a Kiev la cerimonia, secondo il rito ebraico, per la morte di Benjamin Galli, giovane originario della provincia di Varese, morto in Ucraina mentre combatteva come foreign fighter per difendere l’Ucraina e l’Europa dall’invasione russa. Lo ha reso noto l’avvocato milanese della famiglia, Piero Porciani. «Preghiamo per lui», il commento dei suoi cari.
Parolin: minaccia nucleare è ripugnante e va condannata
«Ogni minaccia di fare ricorso alle armi nucleari è ripugnante ed è da condannare inequivocabilmente». Lo afferma, nel suo intervento all’Assemblea dell’Onu, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. «La Santa Sede - ha sottolineato - ha seguito con profonda preoccupazione la situazione alla centrale di Zaporizhzhia e ricorda il Protocollo di Ginevra che proibisce gli attacchi contro le centrali elettriche nucleari se c’è la possibilità di rilascio di agenti nocivi per la popolazione civile. Per evitare un disastro nucleare, è fondamentale impegnarsi seriamente per trovare un esito pacifico al conflitto».
In Russia 730 arresti in proteste contro la mobilitazione
Sono 730 le persone arrestate oggi in Russia durante le manifestazioni contro la mobilitazione parziale annunciata dal presidente Vladimir Putin. Lo ha reso noto l’ong Ovd-Info spiegando di essere a conoscenza degli arresti effettuati in 32 diverse città della Russia, da San Pietroburgo alla Siberia.
A Mosca, un pesante contingente di polizia ha pattugliato un’area del centro dove era prevista una protesta e ha controllato le carte d’identità dei passanti. Gli agenti hanno fermato tutte le persone ritenute sospette. A San Pietroburgo, piccoli gruppi di manifestanti sono riusciti a radunarsi e gridare slogan di protesta prima di essere arrestati. Nella città di Novosibirsk, nella Siberia orientale, oltre 70 persone sono state arrestate dopo aver cantato un’innocua canzone di epoca sovietica inneggiante alla pace. In un’altra città siberiana, Irkutsk, la polizia ha convocato agli uffici di leva militare gli uomini che hanno preso parte a una protesta. Anche le persone che hanno cercato di tenere picchetti individuali consentiti dalla legge russa sono state detenute.
La rapida azione della polizia ha fatto seguito alla dispersione delle proteste di mercoledì scorso, quando oltre 1.300 persone sono state arrestate a Mosca, San Pietroburgo e in altre città.
Appello della Cina: «Russia e Ucraina non lascino che il conflitto si allarghi»
«Chiediamo alle parti in guerra in Ucraina di evitare che il conflitto si allarghi». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi parlando all’Assemblea Generale Onu. La Cina sostiene la risoluzione dei «problemi caldi in modo costruttivo seguendo il principio di non interferenza. Riguardo la guerra in Ucraina, la priorità urgente sono negoziati pace e affrontare le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti», ha aggiunto Wang. Parlando della questione di Taiwan, il ministro degli Esteri cinese ha poi affermato che: «Qualsiasi piano per interferire negli affari interni della Cina è destinato a incontrare la forte opposizione di tutti i cinesi e qualsiasi mossa per ostacolare la riunificazione della Cina è destinata a essere schiacciata dalle ruote della storia».
Onu, il 27 settembre nuova riunione del Consiglio di sicurezza
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una nuova riunione sull’Ucraina il 27 settembre. Lo fanno sapere fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro. Nella riunione si discuterà dei referendum di annessione russi, dopo che l’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, ha inviato una lettera alla presidenza francese chiedendo una sessione urgente. Kyslytsya ha chiesto anche al segretario generale Onu Antonio Guterres di informare i Quindici.
San Pietroburgo, granate stordenti e manganelli contro i manifestanti
Centinaia di arresti sono stati effettuati oggi a San Pietroburgo durante le manifestazioni contro l’ordine di mobilitazione di Vladimir Putin: un autobus carico di gente è stato portato via dagli agenti intervenuti alla dimostrazione. A riportarlo è il sito per i diritti umani Ovd-Info, secondo il quale nel corso del loro intervento i poliziotti hanno fatto uso di granate stordenti e di manganelli e tra gli arrestati ci sono anche adolescenti. La stessa fonte ha parlato di 235 arresti compiuti finora nel corso della giornata di oggi, e di oltre un migliaio in totale.
Autorità dell’Ossezia: «Grande flusso di auto dalla Russia alla Georgia»
Le autorità di governo ossete della Federazione russa hanno riconosciuto oggi che c’è un rilevante flusso di auto che cercano di attraversare la Georgia nel contesto della mobilitazione per combattere in Ucraina, con circa 2.300 veicoli contati solo a un valico di frontiera. «C’è un grande accumulo di veicoli privati, circa 2.300 in totale, che sono arrivati nella repubblica dell’Ossezia del Nord e sono in coda per passare attraverso il checkpoint di Verkhni Lars», ha dichiarato il ministero degli Interni della repubblica russa confinante con la Georgia.
New York Times: «Putin respinse la richiesta dei comandanti per il ritiro da Kherson»
Il presidente russo Vladimir Putin ha respinto le richieste dei comandanti impegnati nella guerra in Ucraina di ritirarsi da Kherson. Lo riporta il New York Times, citando funzionari statunitensi che hanno spiegato come Putin è stato coinvolto in maniera più diretta nella pianificazione della guerra in Ucraina. Sebbene abbia accettato alcune raccomandazioni dei comandanti russi, il maggiore coinvolgimento di Putin sulla pianificazione della guerra contro Kiev avrebbe «creato tensioni» tra gli ufficiali dell’esercito russo.
Zelensky: «Tecnici ucraini a Zaporizhzhia, ma in ostaggio»
Alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia «occupata dai russi, resta il personale tecnico ma sono come ostaggi, perché sul posto ci sono 500 combattenti russi. Ed è stato confermato dall’Aiea». Lo sottolinea il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista dei media francesi citata da Ukrinform.
Media russi: «Il 30 settembre messaggio di Putin al Parlamento»
Il presidente russo Vladimir Putin potrebbe consegnare un messaggio all’Assemblea federale, il Parlamento russo, il prossimo 30 settembre. Lo ha detto una fonte parlamentare all’agenzia Ria Novosti. Putin, una volta all’anno, si rivolge infatti all’Assemblea federale con un messaggio sulla situazione nel Paese e sui principali orientamenti della politica interna ed estera, riporta sempre Ria Novosti. Si tratta di un documento politico e giuridico programmatico che esprime la visione delle direzioni strategiche dello sviluppo della Russia nel prossimo futuro. Il messaggio comprende sia disposizioni politiche, economiche, ideologiche, sia proposte specifiche per l’attività legislativa di entrambe le camere del Parlamento.
Per approfondire: «La Russia ha perduto la fiducia dell'Occidente: ci vorranno anni per ritrovarla»
Iran: «Kiev riduce la nostra presenza diplomatica, reagiremo»
Teheran prenderà le misure adeguate in risposta all’annuncio dell’Ucraina di ridurre le relazioni diplomatiche con l’Iran, per la decisione della Repubblica islamica di fornire droni alle forze russe. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. «L’Ucraina ha deciso di privare dell’accreditamento l’ambasciatore dell’Iran», ha spiegato Kanani, aggiungendo che la mossa deriva dalla propaganda dei media stranieri. «L’Iran ha assunto una posizione attiva e imparziale riguardo al conflitto tra Ucraina e Russia – ha poi precisato –. Consigliamo al governo ucraino di non essere influenzato da Paesi terzi che mirano a danneggiare le relazioni tra i due Paesi».
Polonia: «altamente sconsigliabile» aprire le porte agli obiettori russi
La Polonia non apre le porte ai russi in fuga da una potenziale mobilitazione. A chiarirlo è stato il ministro degli Esteri del governo di Varsavia, Zbigniew Rau, in un’intervista oggi all’agenzia Pap. Tanto da un punto di vista di sicurezza politica quanto da un punto di vista morale è «altamente sconsigliabile» far entrare un numero maggiore di russi, ha affermato.
Anche altri paesi vicini della Russia, gli Stati baltici e la Finlandia, condividono la posizione polacca, secondo cui l’obiezione di coscienza da sola non rappresenta un motivo sufficiente. «Abbiamo deciso di sospendere l’attuale rilascio di visti ai cittadini della Federazione Russa, abolendo così i visti turistici», ha affermato Rau, che tuttavia, non ha escluso eccezioni per i russi che sono davvero contrari alla guerra e, ad esempio, hanno partecipato ad azioni di protesta.
Francia: deputati chiedono commissione su finanziamenti russi
Otto deputati del partito del presidente Emmanuel Macron hanno chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul possibile «finanziamento russo» dei partiti francesi, dopo la rivelazione di informazioni declassificate degli Stati Uniti che parlano di diverse centinaia di milioni di euro versati dalla Russia a diversi Paesi. In un comunicato pubblicato oggi, i deputati del partito Renaissance fanno riferimento a una lettera inviata al presidente dell’Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet, in cui giustificano l’istruzione dell’indagine «in relazione alla gravità dei fatti» e affinché le informazioni accertate possano «essere portate a conoscenza dei cittadini francesi e del nostro sistema giudiziario». L’obiettivo, dicono, è «scoprire se i partiti politici francesi - e quali - hanno beneficiato di finanziamenti russi». Si parla di «prese di posizione a favore della Russia da parte di diversi politici francesi di spicco», di «prestiti contratti per finanziare campagne elettorali e per i quali le somme sono ancora dovute a distanza di anni» o di «nomine di ex parlamentari e ministri francesi in aziende russe».
Putin firma legge, pene più dure a chi si arrende o diserta
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare. La diserzione o la mancata comparizione alla leva è punita con la reclusione da cinque a dieci anni. Coloro che si arrendono volontariamente al nemico dovranno affrontare una pena detentiva fino a dieci anni. Inoltre, 15 anni di detenzione sono previsti per la diserzione durante la mobilitazione o la legge marziale, riporta la Tass.
Il presidente russo ha anche approvato una nuova norma che consente agli stranieri che prestano servizio nell’esercito russo di richiedere ed ottenere in tempi rapidi la cittadinanza anche se non in possesso di un permesso di residenza. L’emendamento alla Legge sulla cittadinanza della Federazione russa riguarda i militari di nazionalità straniera che abbiano firmato un contratto di almeno un anno con le Forze armate del paese.
Per approfondire: Perché la Russia ha scelto ora referendum, mobilitazione e minaccia nucleare
Finlandia, in 7 giorni raddoppiato numeri russi in arrivo
Dalla scorsa settimana è raddoppiato il numero di russi che vogliono attraversare il confine con la Finlandia. A dirlo, in un’intervista alla Bbc, è il prefetto della Carelia del Sud, Satu Sikanen. La Carelia del Sud, il cuo capoluogo è Lappeenranta, è una delle aree della Finlandia che ha il maggior numero di chilometri confinanti con la Russia. La situazione «è stabile e pacifica», e ogni persona che attraversa la frontiera dalla Russia viene «controllata in maniera esauriente» per mitigare qualsiasi minaccia alla sicurezza, ha spiegato Sikanen confermando che Helsinki è intenzionata a mettere in campo «restrizioni significative» per il rilascio dei visti.
Kiev: «In Lugansk referendum-farsa serve a mobilitazione»
«Durante il referendum-farsa in Lugansk vengono rilasciati passaporti russi alle persone che votano e contestualmente avvisi di mobilitazione agli uomini»: lo ha dichiarato alla tv ucraina il governatore in esilio Sergiy Gaidai, come riporta Ukrinform. «Il referendum è anche una specie di sondaggio sociale, anche se il sondaggio è condotto sotto la minaccia delle armi. Perché se qualcuno entra nel tuo appartamento e se non apri, minaccia di sfondare la porta.... Quando apri, entrano e ti danno una scatola di cartone», ha affermato.
«Ti nascondi e metti un segno di spunta, ma ci sono uomini armati e se scrivi “contro” mettono il tuo nome su una specie di quaderno. Invece se metti una crocetta a favore scattano le congratulazioni. Poi viene rilasciato anche un passaporto. Se sei un uomo, il passaporto viene rilasciato insieme a un avviso di mobilitazione», ha detto Gaidai, aggiungendo che «lo pseudo-voto è più che altro finalizzato alla mobilitazione, non ci sono seggi elettorali preparati e semplicemente non ci sono osservatori. Inoltre, le città sono state chiuse all’ingresso e all’uscita». «Gli impiegati pubblici sono stati immediatamente informati: se non venite al referendum o non partecipate, sarete licenziati, e poi forse qualcosa di peggio», ha concluso.
Russia, proteste anti-mobilitazione, numerosi arresti
Sono stati numerosi gli arresti compiuti in Russia durante le manifestazioni di protesta contro la mobilitazione decisa dal presidente Vladimir Putin. Stando agli attivisti per i diritti umani, ci sono immagini in cui si vedono i dimostranti portati via dagli agenti di polizia a Khabarovsk, Novosibirsk, Irkutsk, Tomsk e Chita, in Siberia. Manifestazioni sono in programma anche per oggi a Mosca e a San Pietroburgo. Le proteste sono scattate il giorno stesso della mobilitazione: stando al portale Ovd-Info, oltre 1.300 persone sono state fermate.
Ministero Difesa Mosca: uccisi 300 mercenari stranieri
Il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi l’uccisione nel corso di un’operazione speciale di 300 mercenari stranieri in un attacco missilistico contro un punto di dispiegamento temporaneo dei mercenari. “L’attacco - ha spiegato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dalla Tass - è stato sferrato nei pressi di Kalinovka, nella regione di Nikolaev”.
Mosca, Mizintsev (il «macellaio di Mariupol») è il nuovo generale della logistica
Mosca ha annunciato oggi la sostituzione del suo massimo responsabile della logistica: il generale dell’esercito Dmitry Bulgakov è stato sollevato dalle sue funzioni di viceministro della Difesa e sostituito dal generale Mikhail Mizintsev, soprannominato il “macellaio di Mariupol” per il suo ruolo nell’assedio alla città ucraina lo scorso maggio. Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa russo citato dall’agenzia di stampa statale Interfax. Mizintsev sarà «responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate», mentre la Russia è nel pieno della campagna di mobilitazione. «Bulgakov - spiega una nota - è stato trasferito a un nuovo incarico».
Lituania, ministro degli Esteri: «Nessun asilo ai russi in fuga»
La Lituania non concederà asilo ai russi in fuga dal loro paese per sottrarsi all’ordine di mobilitazione. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, su Twitter: «La Lituania non concederà asilo a coloro che stanno semplicemente scappando dalle responsabilità. I russi dovrebbero restare e combattere. Contro Putin».
Kherson, identificato il russo che ordina le torture degli ucraini
Il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha identificato il funzionario della Guardia russa che ha dato l’ordine di torturare gli ucraini nella città occupata di Kherson. Si tratta di Oleksandr “Alfa” Naumenko, colonnello della polizia e vice capo dell’amministrazione Rosgvardiya nell’oblast russo di Rostov, secondo i media ucraini. «Su suo ordine, i combattenti arrestano e torturano illegalmente i residenti locali, fanno irruzione nelle case delle persone e sequestrano le loro proprietà. È stato stabilito che Naumenko ha partecipato personalmente alla dispersione delle manifestazioni pacifiche nella città meridionale di Kherson. Ha dato l’ordine di usare granate assordanti e gas lacrimogeni contro i cittadini ucraini», afferma il servizio di sicurezza. «Inoltre, seguendo le sue istruzioni, l’esercito russo ha rapito due ucraini e li ha brutalmente torturati per diverse settimane. Hanno cercato di ottenere informazioni sulle forze armate di Kiev e sui luoghi di posizionamento dai civili catturati e li hanno persuasi a collaborare».
Michel: «La Ue deve aprire le porte ai russi in fuga»
L’Europa dovrebbe aprire le porte ai cittadini russi in fuga dal paese, a «quanti non vogliono essere strumentalizzati dal Cremlino». Ad affermarlo è il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in un’intervista a Politico dopo il suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Michel si è detto pronto ad avviare consultazioni con i colleghi dell’Ue sul modo in cui questo potrà essere realizzato: «In linea di principio credo che l’Unione Europa dovrebbe accogliere coloro che sono in pericolo a causa delle loro opinioni politiche. Se in Russia la gente è in pericolo per le proprie opinioni, perché non si adegua a questa folla decisione del Cremlino di avviare una guerra in Ucraina, dobbiamo tenerne conto». «Concordo – ha concluso – con l’idea che dovremmo rapidamente metterci a cooperare e coordinarci perché questo è un fatto nuovo, questa mobilitazione parziale».
Zelensky: «Israele non ha fatto nulla per aiutare l’Ucraina»
Israele non ha fatto nulla per aiutare l’Ucraina, non le ha fornito le armi antiaeree di cui ha bisogno, ma continua invece a esportare armi ad altri Paesi: l’accusa è stata formulata dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in due interviste ad altrettanti media francesi. «Israele non ci ha dato nulla. Zero» ha detto a Tg5 Monde. «Capisco che siano in una posizione difficile con la Siria e con la Russia», ha detto il leader di Kiev, ricordando come lo Stato ebraico abbia fornito aiuti umanitari, ma abbia rifiutato tutte le richieste di armi, in particolare di sistemi antiaerei di cui, ha detto Zelensky, l’Ucraina ha disperatamente bisogno per mettersi al riparo dai raid russi.
Intervistato invece dal quotidiano Ouest-France, alla domanda se la «pretesa denazificazione dell’Ucraina (dichiarata da Mosca) possa spiegare il rifiuto di Israele a sostenervi», Zelensky ha ribadito lo stesso concetto: «L’opinione pubblica israeliana non è per niente così e penso che ci sostenga. Non accuso i suoi dirigenti. Ma i fatti sono questi. Ci sono state discussioni con i dirigenti israeliani e ciò non ha aiutato l’Ucraina».La Moldavia convoca il Consiglio di sicurezza nazionale
La presidente moldava, Maia Sandu, ha convocato il Consiglio di Sicurezza nazionale per affrontare gli ultimi eventi a livello regionale, segnati dall’annuncio di mobilitazione parziale in Russia deciso dal presidente Vladimir Putin. La Moldavia – all’interno del cui territorio si trova la regione indipendentista filorussa della Transnistria – segue con particolare attenzione gli eventi in Ucraina, paese con il quale condivide una frontiera lunga 900 chilometri.
Russia, continua la fuga dei cittadini: 10 chilometri di fila al confine con la Georgia
La coda di veicoli in fila al confine tra Russia e Georgia ha raggiunto i 10 chilometri. A renderlo noto è la Bbc, precisando che l’attesa per riuscire a passare supera le venti ore. Da quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale, è iniziata la fuga verso i Paesi vicini di quanti tra i cittadini russi non vogliono rischiare di farsi coinvolgere nella guerra in Ucraina. Tra la gente in fila, il Guardian cita un 29enne sergente riservista: «Non ho idea di quando potrò rimettere piede in Russia», dice, alludendo al carcere previsto per chi si sottrae alla chiamata al fronte.
Kiev: da Mosca avvisi di leva agli ucraini con passaporto russo
Nelle zone occupate dai russi nella regione di Zaporizhzhia (Ucraina sud-orientale) e nell’oblast di Kherson (Sud) agli uomini che hanno ricevuto passaporti della Federazione sta arrivando la notifica di convocazione per la mobilitazione annunciata da Vladimir Putin. Lo ha reso noto lo Stato maggiore ucraino su Facebook. «Nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, le autorità di occupazione hanno iniziato a notificare convocazioni di leva agli uomini in età da coscrizione che hanno rinunciato alla cittadinanza ucraina e hanno ricevuto passaporti della Federazione Russa».
Per approfondire: Russia, la guerra ora «entra nelle nostre vite». Chi ha paura della chiamata alle armi
Zelensky: «Ritireremo credenziali a ambasciatore Iran»
Il governo ucraino intende ritirare le credenziali all’ambasciatore dell’Iran dopo che l’esercito russo ha usato droni prodotti dalla Repubblica islamica per una serie di attacchi su Odessa e sulla regione di Dnipropetrovsk. Lo ha annunciato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sottolineando di aver incaricato il ministero degli Esteri di dare «una dura risposta» a questo fatto. «È già stato deciso di privare l’ambasciatore dell’Iran in Ucraina delle credenziali nonché di ridurre notevolmente il numero del personale diplomatico dell’Ambasciata iraniana», ha aggiunto Zelensky.
Borrell (Ue): «Prendiamo sul serio minaccia nucleare Putin»
«È certamente un momento pericoloso perché l’esercito russo è stato messo all’angolo e la reazione di Putin – che minaccia di usare armi nucleari – è molto grave». Lo ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, parlando alla Bbc dei nuovi sviluppi della guerra in Ucraina. E sulla minaccia dell’uso di armi nucleari evocata da Vladimir Putin nel suo ultimo discorso Borrell ha sottolineato: «Quando le persone dicono che non è un bluff, bisogna prenderle sul serio». E sulla possibilità che Mosca accetti un negoziato, Borrell si è limitato ad osservare che «per ballare il tango bisogna essere in due».
Per approfondire: L’azzardo di Putin: il mondo a un passo dal conflitto nucleare
Turchia: «Non riconosciamo referendum russo su annessione»
La Turchia non ha riconosciuto i risultati di un finto referendum in Crimea nel 2014 e ha la stessa chiara posizione riguardo ai referendum farsa che la Russia sta conducendo nei territori occupati dell’Ucraina. Lo ha affermato il portavoce della presidenza turca Ibrahim Kalin, riferisce Ukrinform citando la Cnn Türk.«Non riteniamo corretti i tentativi di referendum unilaterale, poiché non abbiamo riconosciuto il referendum in Crimea nel 2014 e il suo risultato, e la nostra posizione su tali referendum è chiara. Riconosciamo l’integrità territoriale del popolo e dello stato ucraini. Stiamo con l’Ucraina», ha detto Kalin.
Per approfondire: Mobilitazione e referendum: così Putin all’angolo cerca l’escalation in Ucraina
Bernabè (Acciaierie d’Italia): con nuovo governo dovremo risolvere problema del gas
«Dobbiamo vedere con il governo appena insediato come risolvere il problema perché i problemi oggettivamente ci sono sia in termini di quantità che di prezzo». Così il presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, interpellato su eventuali problemi di forniture di gas per l’ex Ilva a margine del convegno dei Cavalieri del lavoro.
Per approfondire: Perché il prezzo del gas diventa gestibile solo se aumenta l’offerta
Intelligence Regno Unito: «I russi colpiscono dighe per rallentare le forze di Kiev»
Le forze russe stanno “probabilmente” tentando di colpire le chiuse delle dighe per inondare le posizioni dell’esercito ucraino e rallentarne l’avanzata nelle zone dove quest’ultimo è passato alla controffensiva. È la valutazione che fa l’intelligence britannica dopo l’attacco russo con missili balistici a corto raggio che ha preso di mira la diga Pechenihy sul fiume Siverskyy Donets e un altro raid condotto il 15 settembre contro la diga di Karachunivske, vicino a Krivyy Rih, nell’Ucraina centrale. Ma «è improbabile che gli attacchi abbiano causato interruzioni significative alle operazioni ucraine a causa della distanza che c’è tra le dighe danneggiate e le zone di combattimento», sostiene l’intelligence britannica.
Toyota sospende produzione autoveicoli in Russia
La Toyota sospenderà la produzione di autoveicoli in Russia a causa della impossibilità di reperire parti essenziali per la manifattura, a distanza di sette mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’azienda - che in marzo aveva già deciso l’interruzione temporanea delle operazioni nel suo stabilimento di San Pietroburgo - che produceva circa 80mila auto all’anno, è la prima casa auto giapponese ad annunciare lo stop dell’output in Russia, e in un comunicato spiega di «non vedere segnali che una ripartenza possa avvenire in futuro».
Tra gli altri costruttori nipponici, anche la Nissan ha recentemente esteso di tre mesi la sospensione delle attività nella sua fabbrica a San Pietroburgo che doveva riaprire a fine settembre, e per analoghe ragioni anche gli impianti di Mazda e Mitsubishi rimangono serrati. Il capo della Comunicazione di Toyota, Jun Nigata, ha comunque detto che la società continuerà a fornire assistenza ai clienti suoi e della controllata Lexus, mentre ai circa 2.350 dipendenti verrà offerto supporto finanziario e opportunità di riqualificazione professionale. Già da marzo la prima casa auto mondiale non esportava più nuovi veicoli in Russia, in linea con le sanzioni contro Mosca decise dal blocco occidentale.
Per approfondire: Da Starbucks al Ritz, le catene in fuga da Mosca cambiano nome e ripartono
L’Ungheria continuerà a concedere visti Schengen ai russi
L’Ungheria intende continuare a concedere i suoi visti Schengen ai cittadini russi, malgrado nell’Unione europea sia stata sospesa la facilitazione dei visti in conseguenza della guerra in Ucraina: lo afferma il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, in un’intervista all’agenzia russa Tass concessa a New York a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.
Referendum annessione, aperte urne per il secondo giorno di voto
In Ucraina, nelle autoproclamate repubbliche di Lugansk e di Donetsk, nel Donbass, e nelle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson, tutte occupate dai russi, si sono state aperte le urne per il secondo giorno delle votazioni per i referendum di adesione alla federazione russa: consultazione non riconosciuta dalla maggioranza della comunità internazionale. Il voto, ricorda l’agenzia Tass su Twitter, continueranno fino al 27 settembre.
Zelensky: «Chi vive in territori occupati saboti i russi»
“Ho una semplice richiesta a tutta la nostra gente che si trova nei territori temporaneamente occupati: fate la cosa principale, salvate la vita e aiutateci a indebolire e distruggere gli occupanti”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto video giornaliero sulla guerra in corso. «Nasconditi dalla mobilitazione russa - afferma Zelensky - Prova a raggiungere il territorio libero dell’Ucraina. E se entri già nell’esercito russo, sabota qualsiasi attività nemica, interferisci con qualsiasi operazione russa, fornisci tutte le informazioni importanti sugli occupanti: le loro basi, quartier generale, depositi di munizioni. E alla prima occasione, passa alle nostre posizioni. Fai di tutto per salvare vite umane e aiutare a liberare l’Ucraina».
Attacco russo su Zaporizhzhia, un morto e 7 feriti
È di un morto e sette feriti il bilancio di un attacco lanciato nella notte dalla Russia contro la città di Zaporizhzhia, vicino alla quale sorge la più grande centrale nucleare di Europa. Lo ha riferito il governatore dell’oblast di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, citato dal Kyiv Independent. Secondo il governatore, un razzo russo ha colpito una zona residenziale, provocando un incendio in un palazzo.
Biden: sanzioni “rapide e severe” se annessioni con referendum farsa proseguono
Joe Biden ha assicurato che gli Stati Uniti e i suoi alleati imporranno nuove sanzioni economiche “rapide e severe alla Russia” se annetterà territori in Ucraina, nel quadro dei ’referendum’ per cui si continua a votare nelle zone occupate fino al 27 settembre. “I referendum russi sono una farsa, un falso pretesto per tentare di annettere con la forza parti dell’Ucraina”, ha ribadito il presidente americano. I Paesi del G7 invitano “tutti i Paesi a respingere inequivocabilmente questi referendum fittizi”, “simulacri” che “non hanno né effetti né legittimità”.