La guerra in Europa

Ucraina. Zelensky: «Occidente senza coraggio. Valutiamo neutralità». Prossimi negoziati a Istanbul

Le principali banche giapponesi tagliano fuori Sberbank. Erdogan a Putin, «cessate il fuoco necessario più presto possibile». Secondo i media locali le forze ucraine hanno recuperato terreno, riprendendo il controllo anche di alcuni centri urbani. Le forze russe hanno colpito nuovamente il centro di ricerca nucleare a Kharkiv. Papa Francesco: in guerra potenti decidono, poveri muoiono. Il presidente ucraino ha rilasciato una intervista a media russi, trasmessa da Meduza nonostante il divieto

Dai profughi in fuga, alle battaglie nelle città: un mese di guerra in Ucraina

10' di lettura

Guerra sul campo e nelle città e guerra di parole in Ucraina, dove si consuma l’ennesima giornata di conflitto tra le Forze armate russe e l’esercito patriottico di Kiev, iniziato il 24 febbraio. Dal fronte continuano ad arrivare frammentate indicazioni sullo stato dei combattimenti: fonti di stampa segnalano che le forze ucraine hanno recuperato terreno, riprendendo il controllo anche di alcuni centri urbani.

Zelensky: l’Occidente manca di coraggio

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato l’Occidente di mancanza di coraggio mentre il suo Paese combatte contro l’invasione russa. Zelensky si è scagliato contro il «ping-pong dell’Occidente su chi e come dovrebbe cedere jet e altre armi mentre gli attacchi missilistici russi uccidono e intrappolano i civili». «L’Ucraina ha bisogno solo dell’1% degli aerei della Nato e dell’1% dei carri armati, non chiederemmo di più. Abbiamo già aspettato 31 giorni. Chi è in carica nella comunità euroatlantica? C’è ancora Mosca a causa delle intimidazioni?». E poi Zelensky dice di aver parlato con «i difensori di Mariupol oggi: sono in contatto costante con loro, la loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono sorprendenti. Se solo coloro che hanno pensato per 31 giorni a come consegnare dozzine di jet e carri armati avessero l’1% del loro coraggio...», ha aggiunto.

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Prossimo round di negoziati in Turchia

Intanto, scrive in un post su Facebook David Arahamiya, leader della maggioranza al Parlamento di Kiev, che fa parte della delegazione, «Un nuovo round di colloqui faccia a faccia tra Ucraina e Russia si terrà dal 28 al 30 marzo in Turchia».

La presidenza turca citata dalla Tass ha confermato: il presidente turco Erdogan e quello russo Putin si sono accordati per tenere a Istanbul l’annunciato nuovo round di colloqui tra le delegazioni ucraina e russa.

Erdogan a Putin, «cessate il fuoco necessario più presto possibile»

Recep Tayyip Erdogan ha detto a Vladimir Putin in un colloquio telefonico che «un cessate il fuoco è necessario al più presto possibile». E’ quanto riporta l’agenzia turca Anadolu su Twitter sottolineando che il presidente turco ha assicurato al presidente russo che «la Turchia continuerà a contribuire in tutti i modi» per cercare di arrivare al cessate il fuoco in Ucraina. Nel corso della telefonata «i due leader hanno concordato il prossimo incontro negoziate dei team della Russia e dell’Ucraina sarà ad Istanbul». Sia la parte ucraina che quella russa avevano già confermato il nuovo round negoziale dal 28 al 30 marzo in Turchia.

Nuove tensioni Usa-Russia dopo le parole di Biden

La guerra delle parole ruota intorno al discorso del presidente Usa Joe Biden, che ieri a Varsavia, in Polonia dove era in visita ai militari americani, ha attaccato il presidente russo Vladimir Putin definendolo “un dittatore e un macellaio” che “non può restare al potere”. Gli “insulti” del presidente americano “restringono ulteriormente le opportunità di ricucire i rapporti tra Russia e Usa”, ha commentato il Cremlino.

Per correggere il tiro dopo l’uscita del presidente Usa, il segretario di Stato americano Antony Blinken è stato costretto a precisare che gli Stati Uniti non hanno una strategia di cambio di regime in Russia. Parlando con i giornalisti a Gerusalemme, Blinken ha spiegato che gli Stati Uniti sono concentrati sul fare pressioni “senza precedenti” sulla Russia, sostenendo con forza l’Ucraina. “Credo che il presidente e la Casa Bianca ieri sera abbiano affermato che, molto semplicemente, il presidente Putin non può essere autorizzato a scatenare una guerra o ad aggredire l’Ucraina o chiunque altro”, ha detto Blinken. “Come sapete, e come ci avete sentito dire più volte, non abbiamo una strategia per un cambio di regime in Russia, o in qualunque altro posto”.

Blinken, al termine dell’incontro con il premier israeliano Naftali Bennett, ha anche detto di apprezzare «gli sforzi diplomatici del premier Bennett per mettere fine all’aggressione del governo russo in Ucraina». «Apprezziamo - ha aggiunto - molto questi sforzi e siamo stati in coordinamento stretto con Israele». Nel suo intervento, Bennett ha detto che «Israele è con il popolo dell’Ucraina e continua ad aiutare a ridurre le sofferenze e per mettere fine agli spargimenti di sangue». «Facciamo - ha aggiunto - quello in nostro potere quando ci viene richiesto per contribuire agli sforzi per mettere fine a questa guerra. Lo facciamo mentre manteniamo uno stretto coordinamento con gli Usa e con i nostri partner europei».

Secondo quanto scrive il Washington Post, la dichiarazione di Biden su Putin di sabato - cioè quella in cui ha detto che «per l’amor di Dio, quest’uomo non può rimanere al potere» - è stata “improvvisata” e si è trattato di una dichiarazione “fuori copione” giunta al termine del suo discorso di circa 30 minuti, come se il presidente Usa sia stato “preso dalla forza della sua retorica” e abbia “cavalcato l’onda della sua orazione con una dichiarazione di nove parole che i suoi collaboratori non avrebbero voluto pronunciasse”. Il giornale, che cita fonti informate, aggiunge che le parole di Biden hanno “colto di sorpresa i collaboratori, che sapevano che non erano incluse nelle dichiarazioni che erano state preparate”.

L’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti Oksana Markarova è intervenuta sulla vicenda nella serata di domenica: «Abbiamo sentito le parole di Biden forti e chiare», ha detto intervistata da Nbcnews. Gli ucraini sanno bene, ha aggiunto l’ambasciatrice, che qualcuno che «è un criminale di guerra, che attacca i Paesi vicini, che fa tutte queste atrocità» non può stare al potere.

Analisti perplessi, le prese di distanza degli alleati

Per Richard Haass, importante diplomatico americano già responsabile per la pianificazione della politica del Dipartimento di Stato e coordinatore per l’Afghanistan e attualmente presidente del Council on Foreign Relations, le parole fuori programma di Biden hanno reso “una situazione difficile più difficile e una situazione pericolosa più pericolosa”. Non sarà semplice, aggiunge Haass, citato dalla Bbc e dal Guardian, “rimediare al danno provocato, ma suggerisco ai collaboratori (del presidente) di mettersi in contatto con le controparti e chiarire che gli Usa sono pronti a relazionarsi con il governo russo in carica”.

A stretto giro, sono arrivate poi le prese di distanza di diversi alleati Usa. Un ministro del governo britannico - il segretario all’Istruzione, Nadhim Zahawi - ha detto che “sta al popolo russo decidere da chi essere governato”. “ La loro economia sta collassando attorno a loro e credo quindi che i russi decideranno loro della sorte di Putin e dei suoi accoliti”, ha aggiunto Il presidente francese Emmanuel Macron “non utilizzerebbe” le parole di Biden per parlare di Vladimir Putin, definito un “macellaio”. Bisogna evitare - secondo il presidente francese, come riporta Bfmtv - “l’escalation” nelle “parole e nelle azioni” dopo quattro settimane di guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa.

Oggi all’Angelus in piazza S. Pietro a Roma, Papa Francesco è tornato a pregare per la fine della guerra in Ucraina, parlando della “bestialità della guerra”, “atto barbaro e sacrilego”. “La guerra non può essere qualcosa di inevitabile”, ha sottolineato il Pontefice. “La guerra non devasta solo il presente ma anche l’avvenire di una società. Ho letto che dall’inizio dell’aggressione in Ucraina un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli innocenti”.

Controffensive locali dell'esercito ucraino

In un tweet che riassume il suo rapporto di intelligence quotidiano sulla guerra in Ucraina il ministero della Difesa britannico riporta che le forze russe stanno cercando di accerchiare quelle ucraine davanti alle regioni separatiste nell’est del Paese. Allo stesso tempo, i soldati russi stanno avanzando da Kharkiv a nord e da Mariupol, a sud, ma il campo di battaglia nell’Ucraina settentrionale “rimane in gran parte statico con i contrattacchi ucraini locali che ostacolano i tentativi russi di riorganizzare le loro forze”.

Colpito nuovamente il centro di ricerca nucleare a Kharkiv

Sempre secondo il Kyiv Independent le due cittadine di Poltavka e Malynivka, nella regione sudorientale di Zaporizhzhia, sono state liberate, mentre precedentemente aveva reso noto che i militari di Kiev avevano ripreso la città di Trostyanets, nella regione settentrionale di Sumy. Intanto la Cnn riferisce di avere verificato diversi video che mostrano le truppe ucraine nuovamente in controllo di diversi villaggi nella regione di Sumy, oltre a Vilkhivka, un centro a 32 km dalla frontiera con la Russia nel nord-est.

Le forze russe hanno poi colpito nuovamente il centro di ricerca nucleare a Kharkiv: lo conferma un tweet del Parlamento ucraino. Secondo l'Ispettorato nazionale per l’energia nucleare, citato nel messaggio del Parlamento “è al momento impossibile valutare la gravità del danno, in quanto le ostilità continuano nella zona dell'installazione nucleare”.

Zelensky: non salveremo Mariupol senza tank e aerei

“È impossibile salvare Mariupol senza altri tank e aerei”: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un nuovo video - citato dal Kyiv Independent - in cui torna a chiedere nuovi aiuti militari all’Occidente. “L’Ucraina - ha spiegato - Non può abbattere i missili russi con fucili e mitra” e ha denunciato la lentezza nelle forniture al suo Paese. “Chi guida la comunità Euro-atlantica? È ancora Mosca, attraverso l’intimidazione?”, si è chiesto polemicamente.

Il presidente ucraino ha rilasciato intervista a media russi, trasmessa da Meduza nonostante il divieto

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rilasciato un’intervista in videoconferenza a giornalisti russi per la prima volta dall’inizio della guerra e l’intervista - rilasciata a Meduza, Dozhd e Kommersant - è durata circa due ore. Lo riferisce la stessa emittente Meduza, aggiungendo che una versione senza tagli verrà pubblicata fra poche ore. Precisamente alla conversazione hanno partecipato Ivan Kolpakov di Meduza, Tikhon Dzyadko di Dozhd tv, lo scrittore e giornalista Mikhail Zygar e il corrispondente di Kommersant Volodymyr Solovyov.

In serata, è però arrivata l’avviso dell’ente statale russo che regola le telecomunicazioni, Roskomnadzor, ha avvertito i media russi di non trasmettere l’intervista rilasciata dal presidente ucraino. Lo rende noto la Tass. Zelensky ha rilasciato oggi un’intervista telefonica a giornalisti russi per la prima volta dall’inizio della guerra. Nei confronti dei giornalisti russi che hanno intervistato il leader ucraino, riferisce invece il Kyiv Independent, sarà inoltre aperta un’indagine.

Nonostante il divieto, il sito russo di opposizione Meduza ha pubblicato l’intervista rilasciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in videoconferenza al portale e ad altri media russi. «Questa non è solo una guerra. È molto peggio», è il titolo del lungo colloquio, di cui viene anche pubblicato il video, della durata di circa un’ora e mezza.

L’intervista a Zelensky: valutiamo attentamente neutralità

L’Ucraina «sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità», afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’intervista rilasciata ad alcuni media russi e pubblicata su Meduza. Ma sul tema della demilitarizzazione Zelensky è stato categorico: «Denazificazione e smilitarizzazione? Non ne discutiamo affatto. Non ci sediamo affatto a un tavolo se si parla di una sorta di smilitarizzazione, una sorta di denazificazione. Per me sono cose assolutamente incomprensibili».

Zelensky ha però anche sottolineato un punto: «Dopo l’inizio dell’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina, c’è stata una profonda spaccatura storica e culturale tra ucraini e russi, che difficilmente verrà superata nei prossimi anni».

«La città di Mariupol sta vivendo una catastrofe umanitaria. La città è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati. Il porto è minato. È impossibile - prosegue Zelensky su Meduza - arrivarci con cibo, medicine e acqua, anche per il fuoco dei militari russi sui convogli umanitari, con i conducenti che vengono uccisi. Molti dei carichi sono stati ripresi».

Nella medesima intervista Zelensky ha anche detto: «Ho sentito molte persone che sostengono che la mia eliminazione è pianificata. Probabilmente ci sono stati diversi tentativi da parte di diverse persone».

Kiev, un referendum per l’annessione di Lugansk a Russia sarebbe senza valore

«Qualsiasi» falso referendum «nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali». Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, commentando l’ipotesi di una consultazione popolare nell’autoproclamata repubblica separatista di Lugansk per l’annessione a Mosca, che alla vigilia del conflitto ne aveva riconosciuto l’indipendenza, insieme quella di Donetsk. Il portavoce di Kiev, citato da Ukrinform, si è inoltre detto convinto che nessun Paese al mondo riconoscerebbe la validità del referendum.

Il leader dell’entità filorussa: al momento non stiamo preparando un referendum

Il leader dell’entità filo-russa, citato dalla Tass, che nelle scorse ore ne aveva ipotizzato l’organizzazione «in un prossimo futuro», ha comunque detto oggi che «al momento non sono in corso preparativi» per un possibile referendum sull’annessione a Mosca dell’autoproclamata repubblica separatista di Lugansk.

Kiev, «vogliamo Russia fuori da Aiea, terrorismo nucleare»

L’Ucraina sta lavorando per estromettere la Russia dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per «terrorismo nucleare» in seguito all’occupazione delle centrali nucleari ucraine di Chernobyl e Zaporizhzhia. Lo riporta The Kyiv Independent citando il ministero dell’Energia di Kiev.

Papa, in guerra potenti decidono e i poveri muoiono

«C’è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono». Così in un tweet Papa Francesco, che in un altro tweet dice: «Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l'umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell'uomo prima che sia lei a cancellare l'uomo dalla storia. Ogni responsabile politico rifletta e si impegni su questo!». E ancora: «Ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti. Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace!».

Onu: oltre 1.119 civili uccisi e 1.790 feriti

Sono oltre 1.100 i civili morti e quasi 1.800 i feriti dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Lo riferisce l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, nell’aggiornamento delle vittime del conflitto pubblicato oggi. Secondo i dati riportati dall’agenzia Onu, al 26 marzo ci sono stati 1.119 morti e 1.790 feriti tra i civili ucraini. Le vittime sono al momento state identificate in 224 uomini, 168 donne, 32 ragazzi e 15 ragazze, oltre a 52 bambini e 628 adulti in attesa di identificazione. I feriti sono stati identificati in 201 uomini, 150 donne, 32 ragazze e 24 ragazzi, oltre a 70 bambini e 1.313 adulti in attesa di identificazione. L’Onu sottolinea che le cifre reali «sono notevolmente superiori, soprattutto nel territorio controllato dal governo e soprattutto negli ultimi giorni», per la mancanza di informazioni da alcuni luoghi dove si sono verificate intense ostilità e molti dettagli delle vittime «sono ancora in attesa di verifica». Le Nazioni Unite inoltre «prendono atto» del rapporto della Procura generale ucraina, secondo il quale alle 8 (ora locale) del 26 marzo. erano stati uccisi 139 bambini e 205 erano rimasti feriti.

Le tre principali banche giapponesi fermano le transazioni con russa Sberbank

Le tre principali banche giapponesi interromperanno le transazioni in dollari e i trasferimenti di denaro con la più grande istituzione finanziaria russa, Sberbank, a seguito della sanzioni Usa. Lo scrive Kyodo News citando fonti vicine al dossier. MUFG Bank, Mizuho Bank e Sumitomo Mitsui Banking Corp. stanno effettuando transazioni in dollari con Sberbank attraverso gli Stati Uniti. L’interruzione dei loro rapporti in dollari con la banca russa probabilmente costringerà le società giapponesi che operano in Russia a cercare modi alternativi per regolare i pagamenti come l’utilizzo di banche non statunitensi, hanno affermato le fonti. Gli Stati Uniti hanno aggiunto Sberbank alla lista delle sanzioni a febbraio e il divieto di transazioni in dollari con la banca entra in vigore oggi. Sberbank non è tra le banche russe escluse all’inizio di questo mese dalla rete Swift. Le tre banche giapponesi hanno già interrotto le transazioni con altre importanti banche russe, inclusa la seconda istituzione finanziaria più grande del paese, la Vtb Bank, che è stata tagliata fuori da Swift il 12 marzo.

Quasi 72mila profughi in Italia, 1.100 in più di ieri

Sono 71.940 le persone giunte finora in Italia: 37.082 donne, 6.661 uomini e 28.197 minori. Così il Viminale in un tweet. Rispetto a ieri, l’incremento è di 1.156 ingressi nel territorio nazionale. Le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.


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