Ue in affanno, ma per ora ha la meglio sui suoi contestatori
di Vittorio Da Rold
2' di lettura
L'Europa non è in buon momento, ma anche i suoi molti sfidanti non se la passano molto meglio. Parafrasando Woody Allen potremmo dire che “L'Europa è in difficoltà, Parigi brucia ma anche i suoi contestatori non stanno molto bene”.
L’Unione europea sta dimostrando una resilienza insospettata come maggiore mercato unico al mondo nei confronti delle sfide secessioniste della Gran Bretagna, degli attacchi dei Paesi di Visegrad e delle richieste di flessibilità fiscale dell'Italia. Una capacità di reazione intransigente, ma moderata nei toni che nessun osservatore poteva immaginare alla vigilia di un assalto all’arma bianca sferrato da più fronti contemporaneamente.
Un progetto che resiste
Il progetto europeo resta, nonostante i marosi, un saldo baluardo dell’ordine globale liberale che dal dopoguerra ha diffuso più libertà e prosperità in tutto il continente. Un centro sotto attacco ma che consente libertà di movimento per beni, servizi, capitali e persone. Un centro scosso oggi dalle insurrezioni della periferia francesi, da coloro che non hanno beneficiato della globalizzazione, cittadini emarginati e stanchi dell’immigrazione di massa, timorosi del loro futuro.
Siamo di fronte a un passaggio epocale della storia europea anche se non sono in molti a rendersene conto fino in fondo. Mentre la Gran Bretagna è nel caos della Brexit, i Gilet gialli invadono gli Champs-Élysées e l'Est Europa flirta con politiche autoritarie, il presidente americano Donald Trump, in sintonia con Vladimir Putin, tifa per la rottura della Ue. “Divide et impera” dicevano gli antichi Romani. Trump vuole vincere facile e negoziare con Stati singoli, non con l’Ue nel suo complesso.
La sfida delle classi medie
Una sfida che va al cuore delle istituzioni di Bruxelles. Come se non bastasse le classi medie occidentali sono in rivolta sempre più aperta con le istituzioni preoccupate che automatizzazione e delocalizzazioni possano spazzar via la loro esistenza. Possibile? Il futuro assomiglia sempre di più a un cupo scenario distopico fatto di una massa di persone con redditi in declino e forti risentimenti contro le élites. Uno scenario da incubo.
Una strategia di crescita
Oggi l'Europa deve invertire la marcia e saper formulare una strategia che bilanci l’austerità tedesca dei conti in pareggio e del controllo ossessivo dell’inflazione con la necessità di rilanciare crescita e ridistribuzione. Ce la farà? È possibile, poiché non ci sono soluzioni nazionali alle sfide cinesi e americane. I Paesi vincenti saranno quelli, come ricorda il filosofo Massimo Cacciari, che a differenza dei piccoli Stati rinascimentali italiani, ricchi, culturalmente vivaci ma politicamente e militarmente deboli, sapranno unire gli sforzi e creare un mercato di dimensione globale, una difesa e una politica estera e commerciale comune.
Per fermare le rivolte Macron ha sforato il bilancio, annullato l'aumento della tassa sul carburante, alzato il salario minimo di 100 euro al mese e messo in soffitta una tassa pianificata sulle pensioni sotto i 2.000 euro al mese. La Commissione Ue è stata comprensiva. Ce la farà Macron? La risposta è ancora senza risposta. Ma intanto l'Ue e la sua moneta si stanno dimostrando più forti di quanto i suoi avversari potessero immaginare.
loading...