Il vertice a Bruxelles

Ue-Africa, 150 miliardi e più vaccini. Mario Giro: «Serve una vera politica»

L’ex viceministro degli Esteri dei Governi Renzi e Gentiloni: scelte economiche di sicurezza che prendano il posto delle politiche post coloniali di alcuni singoli Paesi europei come la Francia, la Gran Bretagna e il Portogallo»

di Gerardo Pelosi

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4' di lettura

Dal nostro inviato
Bruxelles - Il ritiro delle truppe francesi dal Mali annunciato dal presidente francese Emmanuel Macron è solo l’ultimo atto di una lunga storia che ha visto in questi anni praticamente assente tutta l’Unione europea da una vera politica (economica e di sicurezza) nei confronti dell'Africa. Può sintetizzarsi così il pensiero di Mario Giro, già viceministro degli Esteri nei Governi Renzi e Gentiloni e al quale si deve l’apertura di ambasciate italiane in almeno quattro paesi africani come la Guinea, il Mali, il Niger e il Burkina Faso. E le conclusioni del vertice Ue-Unione africana di venerdì 18 febbraio 2022 a Bruxelles con finanziamenti previsti fino a 150 miliardi di euro e la creazione di un vero hub per vaccini in Africa arrivano in ritardo rispetto alle esigenze di un continente in rapido mutamento.

Giro: la Francia sta pagando errori del passato

«La Francia - dice Giro - sta pagando ora errori del passato. Macron ha una sua politica nei confronti dell’Africa mirata soprattutto al business e alle esigenze degli imprenditori. Senza contare che in Francia esistono varie politiche sull’Africa come si è visto con le dichiarazioni dei vertici militari sul ritiro dal Mali anche se tutti sanno che 500 uomini russi della Wagner non possono certo sostituire i 5mila francesi».

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Una nuova politica europea per l'Africa

Quello che manca, secondo Giro, è una vera politica europea sull'Africa che superi le operazioni della cooperazione allo sviluppo. «Serve - dice Giro - una politica economica ma anche di sicurezza che prenda il posto delle politiche post coloniali di alcuni singoli Paesi europei come la Francia, la Gran Bretagna e il Portogallo». Quanto all’Italia non è passata affatto inosservata l’assenza del premier Mario Draghi alla sessione di apertura. Forse non è piaciuta neppure al presidente francese che non ha neppure letto l'intervento che Draghi gli aveva chiesto di leggere al vertice.

L’Italia si concentri su Costa d'Avorio, Niger e Ghana

«La posizione italiana sull'Africa - osserva sempre Giro - è rimasta per troppo tempo vittima dell’ossessione dei migranti; i Governi Renzi e Gentiloni avevano invertito la tendenza del passato con un’attenzione particolare al continente africano e l’apertura di quattro ambasciate italiane in Guinea, Mali, Niger e Burkina Faso». Ma per il Governo Draghi, commenta sempre Giro «l'Africa non sembra essere solo una priorità commerciale, politicamente se ne occupa a tratti mentre l’Italia avrebbe tutto l’'interesse ad essere parte attiva di una politica europea sull'Africa; e noi, avendo perso molto in Libano, Tunisia e Libia, dovremmo ora avviare una politica di partenariato non solo commerciale ad esempio con Niger, Costa d'Avorio e Ghana».

150 miliardi per investimenti pubblici e privati

Si procede nel frattempo con le consuete politiche di aiuto allo sviluppo. Il vertice Ue- Unione africana si è concluso con l'approvazione di un comunicato di almeno 150 miliardi di euro che, è scritto nelle conclusioni «sosterrà la nostra ambizione comune per il 2030 e l’Agenda 2063 dell’Ua, composto da un pacchetto di investimenti, salute e istruzione».È il pacchetto di investimento Global Gateway che mira a stimolare gli investimenti pubblici e privati basandosi su iniziative e partnership esistenti. Un tema sensibile sollevato nel vertice è stato quello dei brevetti. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha ammesso che tra i 27 «ci sono delle differenze» sul tema e che «occorre riflettere». Ma resta il fatto che il “carro” del trasferimento di tecnologia volontario è partito.

Il presidente sudafricano chiede aperture su brevetti

Il presidente dell'Unione africana Macky Sall ha detto che sui vaccini «abbiamo alcune conclusioni incoraggianti e speriamo che nei prossimi mesi, questa primavera, si possa arrivare a un compromesso dinamico, sull'argomento» dei brevetti. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha insistito sul fatto che «i governi davvero seri in materia di accesso ai vaccini anti-Covid dovrebbero approvare la sospensione dei diritti di tutela della proprietà intellettuale invece di nascondere dietro la tutela della proprietà intellettuale la ricerca del profitto da parte di chi produce i vaccini. Non è accettabile che sull'accesso ai farmaci l'Africa sia sempre in fondo alla fila».

Dall’Ue 450 milioni d dosi di vaccini

L’Ue ha comunque ribadito il suo impegno a fornire almeno 450 milioni di dosi di vaccini all’Africa entro metà 2022. Complessivamente sono stati messi in campo oltre 3 miliardi di dollari, equivalenti a 400 milioni di dosi di vaccino. Saranno mobilitati inoltre 425 milioni di euro per accelerare il ritmo della vaccinazione, la distribuzione delle dosi e la formazione delle équipe mediche, la capacità di analisi e sequenziamento in Africa.

Migranti: prevenire i flussi irregolari

Sulla migrazione si continuerà ad affrontare tutti gli aspetti in linea con le competenze nazionali, «in modo integrato, completo ed equilibrato». Lavoreremo in uno spirito di responsabilità e impegno comuni, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali». Prevenzione della migrazione irregolare, più cooperazione contro il traffico di esseri umani e la tratta di esseri umani, gestione rafforzata delle frontiere; miglioramenti effettivi in materia di rimpatrio, riammissione e reintegrazione, compresa la promozione rimpatrio volontario e facilitando il reinserimento sostenibile delle persone rimpatriate. E sui “migranti vulnerabili” lavorerà la task force Ua-Ue-Onu.


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