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Ue-Cina, Bruxelles lancia il piano per difendere la sua sicurezza economica

Dopo decenni di liberalismo commerciale, l’Unione europea vuole rafforzare le proprie difese in un contesto internazionale assai più instabile

di Beda Romano

(Winfried Rothermel/picture-alliance/dpa/AP Images)

2' di lettura

Si moltiplicano i segnali di una Europa più attenta alla difesa dei suoi interessi politici ed economici. In questi anni, la Commissione europea ha proposto varie misure per meglio controllare gli investimenti dall’estero o le attività nel mercato unico di aziende sussidiate da Paesi terzi. L’esecutivo comunitario ha presentato oggi una comunicazione dedicata alla sicurezza economica. Lo sguardo corre alla Cina, e non mancheranno nodi controversi.

Dopo decenni di liberalismo commerciale, l’Unione europea vuole rafforzare le proprie difese in un contesto internazionale assai più instabile. Il tema è stato posto in marzo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un discorso a Bruxelles. Tra le altre cose, aveva esortato i Paesi membri ad essere «più coraggiosi e più veloci» nell’usare strumenti economici contro la Cina. Aveva parlato di «riduzione dei rischi» (de-risking in inglese) nei confronti del Paese asiatico.

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Nel suo discorso di inizio primavera, l’ex ministra della Difesa tedesca aveva menzionato la possibilità per l’Europa di bloccare eventuali investimenti europei verso la Cina, o altri Paesi ritenuti pericolosi. Il timore è di trasferire know-how comunitario verso un Paese che sta dimostrando pochi scrupoli sul fronte economico. Il tema è molto controverso perché inevitabilmente mette a confronto tra i Ventisette Paesi liberisti e Paesi dirigisti.

Parlando al Sole 24 Ore giovedì scorso, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire aveva commentato: «Quanto al controllo degli investimenti in uscita, vale sicuramente la pena di valutare questa possibilità».

Berlino frena

Dal canto suo, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha spiegato che la strategia di sicurezza economica deve essere «mirata e focalizzata». Da Berlino, il cancelliere Olaf Scholz ha respinto ieri l’idea di «una vigilanza su tutto l’export europeo verso la Cina».

Attualmente la strategia comunitaria prevede, tra le altre cose, misure di lotta alla coercizione economica; un nuovo regime per meglio contrastare sussidi pubblici di Paesi terzi nel mercato unico; e un controllo sugli investimenti provenienti dall’estero. In questo contesto, è di questi giorni la decisione del governo italiano di ridimensionare il ruolo del socio cinese Sinochem nelle attività di Pirelli.

Nel tentativo di rafforzare l’Europa sul fronte internazionale, Bruxelles presentò nel 2022 una serie di provvedimenti per garantire forniture e produzioni in caso di emergenza (si veda Il Sole 24 Ore del 20 settembre 2022). Le proposte sono ora oggetto di discussioni preliminari in Consiglio e in Parlamento. Controversa è la possibilità di dare alla Commissione il potere di imporre priorità produttive nel caso di crisi.

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