Ue conferma previsioni crescita Italia (più basse d’Europa). Ok correzioni conti entro aprile
di Beda Romano
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BRUXELLES - La Commissione europea ha confermato stamani le previsioni di crescita dell'Italia, rispetto alle stime di novembre, con un aumento del prodotto interno lordo dello 0,9% nel 2017 e dell'1,1% nel 2018. Sono le stime più basse di tutta l'Unione. Nella sua analisi della congiuntura, Bruxelles accoglie positivamente l'impegno del governo di correggere la traiettoria dei conti pubblici entro aprile, ma nel frattempo ha rivisto leggermente al rialzo le sue stime di debito pubblico.
“L'incertezza politica e il risanamento lento del settore bancario rappresentano un rischio per la crescita economica”, scrive la Commissione europea nel suo rapporto pubblicato questa mattina qui a Bruxelles. “Ciò detto, non si può escludere un impulsto più forte del previsto proveniente dalla domanda esterna”. La presa di posizione sulla situazione politica giunge mentre in Italia la maggioranza governativa dibatte nervosamente di elezioni anticipate.
Le nuove previsioni di crescita sono più o meno in linea con le stime comunitarie dell'autunno. In novembre, la Commissione prevedeva una espansione dell'economia dello 0,9% nel 2017 e dell'1,0% nel 2018. Sempre in autunno, Bruxelles stimava il debito al 133,1% nei due anni. Le stime pubblicate oggi sono leggermente peggiori sotto questo profilo. L'esecutivo comunitario si aspetta un debito al 133,3% del PIL nel 2017 e al 133,2% del PIL nel 2018.
La questione delle finanze pubbliche è sempre delicata. La Commissione europea ha chiesto all'Italia di correggere l'andamento del bilancio 2017, adottando misure strutturali per lo 0,2% del PIL (si veda Il Sole/24 Ore di sabato). “L'esecutivo comunitario accoglie positivamente l'impegno pubblico del governo di adottare queste misure (…) entro aprile”. Aggiunge Bruxelles: “Queste saranno prese in considerazione non appena sufficienti dettagli saranno disponibili per analizzarle”.
La presa di posizione è fredda e distaccata, nonostante l'eccitabilità con la quale l'establishment italiano segue la vicenda. La Commissione deve decidere sulla base delle scelte politiche del governo italiano se aprire o meno una procedura per debito eccessivo. Un rapporto sull'evoluzione dell'indebitamento è previsto il 22 febbraio. A questa relazione dovrebbe essere associata – non necessariamente in modo contestuale - la decisione dell'esecutivo comunitario su una eventuale procedura.
“Noi incoraggiamo il governo italiano ad adottare queste misure – ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici -, ma è assolutamente sbagliato parlare di ultimatum da parte nostra, stiamo discutendo in modo costruttivo e positivo con le autorità italiane (…) Non c'è alcun ultimatum, vogliamo vedere quali saranno le misure”. La parola ultimatum è un riferimento agli articoli di alcuni giornali nei giorni scorsi.
E' interessante notare che la Commissione europea imputa almeno in parte l'aumento del debito previsto nel 2017 alle risorse riservate dal governo italiano per sostenere il settore bancario e rimborsare gli investitori al dettaglio. La precisazione non è banale perché si può pensare che in parte questo incremento sia giustificato agli occhi dell'esecutivo comunitario. Proprio il cattivo stato di salute del settore bancario rischia, secondo Bruxelles, di “frenare la crescita del credito” e quindi l'economia.
Sempre a proposito di finanze pubbliche, il deficit è previsto al 2,5% del PIL nel 2017, invariato rispetto a novembre; mentre dovrebbe salire nel 2018, al netto di misure di risanamento, al 2,6% (dal 2,5% stimato in novembre). Sul fronte della congiuntura, la Commissione è dell'avviso che l'occupazione continuerà a crescere, ma non in termini di nuovi occupati quanto di incremento delle ore lavorate. In questo senso, nel futuro prevedibile la disoccupazione dovrebbe rimanere sopra all'11%.
Sul fronte della zona euro, la Commissione ha confermato stamani le informazioni raccolte sabato: la crescita economica dovrebbe essere dell'1,6% nel 2017, dall'1,5% in autunno, e dell'1,8% nel 2018, dall'1,7% in novembre (si veda Il Sole/24 Ore di domenica). In un comunicato, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis nota che “la ripresa economica continua per il quinto anno consecutivo”, precisando che “paesi con elevati deficit e debiti devono continuare a ridurre i passivi”.
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