Commissario Ue, il sostegno di Tusk a Giuseppe Conte
Il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte si sta preparando per partecipare al G7 di Biarritz di domani, ultimo impegno internazionale dell'esecutivo giallo-verde ormai in carica solo per gli affari correnti. Ma c'è chi vedrebbe bene una prosecuzione dell'impegno di Conte anche in Europa come commissario nonostante le smentite dell'interessato
di Gerardo Pelosi
2' di lettura
Chiuso in conclave con il suo consigliere diplomatico Pietro Benassi, il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte si sta preparando per partecipare al G7 di Biarritz di sabato, ultimo impegno internazionale dell'esecutivo giallo-verde ormai in carica solo per gli affari correnti. Ma c'è chi vedrebbe bene una prosecuzione dell'impegno di Conte anche in Europa come commissario nonostante le smentite dell'interessato e le indicazioni contrarie a un passaggio diretto da Palazzo Chigi al Berlaymont di Bruxelles.
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Il sostegno di Tusk a Conte
Un sostegno alla candidatura di Conte nel ruolo di commissario è venuto comunque giovedì dal presidente uscente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk che ha detto di avere «molto apprezzato» l’operato di Conte, non solo per il suo contributo al Consiglio, ma anche per le sue iniziative internazionali, e per il modo in cui ha lavorato da premier in una situazione difficile come quella italiana. Più in particolare, a Tusk non sarebbe sfuggito il lavoro svolto da Conte nel dossier Brexit e in quello per risolvere la crisi greca. Un’investitura autorevole quella di Tusk che deve però fare i conti con i tempi e i modi della designazione del commissario italiano ormai sempre più nell’orbita di competenza del nuovo esecutivo italiano.
Lo slittamento del termine del 26 agosto
Quasi certamente il termine del 26 agosto fissato dalla presidente designata, Ursula von der Leyen per avere il nome del commissario italiano non verrà rispettato per il permanere della crisi. Una designazione (meno che mai un'autodesignazione) da parte di un Conte dimissionario non verrebbe vista bene dal Parlamento europeo e neppure dalla stessa von der Leyen. Quest'ultima vorrebbe infatti che nel collegio della sua Commissione, per i prossimi cinque anni, sieda un rappresentante italiano che abbia un buon livello di interlocuzione con il nuovo Governo italiano. Diverso è il discorso se si andrà a votare ad ottobre e occorrerà comunque fare un nome prima delle audizioni del Parlamento europeo per fare in modo che la nuova Commissione entri in vigore dal primo novembre.
Ipotesi portafoglio economico
Ma un problema tutt'altro che trascurabile riguarda anche l'eventuale portafoglio che Conte dovrebbe ricoprire. Un portafoglio economico “di peso” sollecitato più volte dalla stesso premier uscente, più in particolare quello della concorrenza, non sarebbe compatibile con il profilo di Conte, un giurista e avvocato senza competenze economiche e senza avere mai ricoperto incarichi internazionali od europei. La sua candidatura potrebbe incagliarsi nelle audizioni del Parlamento europeo che non ha mai apprezzato l'utilizzo degli incarichi europei per compensare sconfitte politiche interne. Il caso della ex premier slovena Bartusek insegna mentre è un caso a parte quello che nel luglio del 2014 (alla fine della Commissione Barroso) vide protagonista l'ex premier finlandese, Jyrki Katainen, che sostituì il vicepresidente della Commissione Ue e commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn che lasciava perché eletto nel Parlamento europeo.
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