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Ue verso nuove sanzioni alla Russia: anche Sberbank fuori da Swift, embargo graduale sul petrolio

Bruxelles si prepara al varo di nuove misure ritorsive contro Mosca. Nel mirino banche, consulenza, industria e oligarchi. Lo stop al petrolio dovrebbe entrare pienamente in vigore il 31 dicembre

dal nostro corrispondente Beda Romano

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3' di lettura

È un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia piuttosto variegato quello che la Commissione europea sta presentando ai paesi membri nel corso del fine settimana e che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni. Prevede, oltre a un graduale embargo sul petrolio, anche un divieto per le imprese europee di effettuare consulenze nella finanza e nei servizi, un blocco all'export nel settore chimico e ulteriori misure sanzionatorie contro diverse personalità.

Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles sabato 30 aprile, le proposte presentate dall'esecutivo comunitario ai rappresentanti diplomatici dei Ventisette prevedono prima di tutto un allungamento della lista di banche russe escluse da Swift, l'ormai noto sistema di messaggeria finanziaria. Tre gli istituti di credito colpiti, tra cui Sberbank, una banca che raccoglie un terzo degli attivi bancari russi. Colpita potrebbe anche essere una banca bielorussa.

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Verso un embargo graduale sul petrolio

Come atteso da giorni ormai, l'Unione europea vuole interrompere l'approvvigionamento di petrolio proveniente dalla Russia (si veda Il Sole/24 Ore del 28 aprile). Il tema è delicatissimo poiché alcuni paesi europei sono particolarmente dipendenti: più della Germania, la Slovacchia e l'Ungheria. Il risultato è che l'embargo proposto dalla Commissione europea ai Ventisette sarà graduale, e dovrebbe entrare pienamente in vigore il 31 dicembre prossimo.In alcuni, questa gradualità potrà indurre a critiche.

Spiega però un diplomatico che questa stessa gradualità sancisce «l'irreversibilità delle sanzioni». Nel frattempo, i Ventisette potrebbero infatti riuscire a azzerare la dipendenza dal greggio russo. Nel contempo, saranno introdotte misure per scoraggiare l'export di petrolio russo verso paesi terzi. In questo senso, Bruxelles ha proposto ai Ventisette di impedire l'emissione di polizze assicurative europee o il transito nei porti europei. Interessante è anche la scelta comunitaria di voler vietare il lavoro di consulenza in Russia, nel settore dei servizi e della finanza.

Nel mirino anche industria e oligarchi

Sul fronte industriale, il nuovo pacchetto di sanzioni riguarderà il controllo all'export verso la Russia di circa 80 prodotti chimici, utilizzati tendenzialmente per la produzione di armi chimiche. Il divieto all'esportazione concernerà anche le apparecchiature necessarie per la produzione di armamenti chimici. Inoltre, il sesto pacchetto di misure sanzionatorie da quando la Russia ha invaso l'Ucraina alla fine di febbraio stabilisce che vengano colpite anche tre emittenti, sulla scia dei divieti contro Sputnik e Russia Today decisi a inizio marzo. Su questo fronte è ancora in corso un lavoro tecnico per utilizzare la più appropriata base legale.

Infine, le sanzioni colpiranno col divieto di viaggio nell'Unione nuove personalità russe: militari riconducibili a recenti eccidi e individui imparentati con oligarchi già sanzionati. Le proposte presentate dall'esecutivo comunitario verranno ora negoziate tra i paesi membri a livello diplomatico. L'obiettivo è di permettere l'entrata in vigore, con la pubblicazione delle nuove sanzioni nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, nel giro di una settimana, entro il 9 maggio, data simbolica sia per l'Europa che per la Russia.

Diplomatici qui a Bruxelles non si aspettano eccessive difficoltà negoziali, anche se alcuni settori sono delicati e nei dettagli spesso si nasconde il diavolo. Il nuovo pacchetto sanzionatorio europeo giunge in un momento particolare. Gli Stati Uniti hanno annunciato un forte aumento dell'invio di armi verso l'Ucraina nel tentativo di spostare definitivamente l'equilibrio delle forze in campo. La scelta, tuttavia, fa temere una ulteriore escalation militare. Mentre corre voce in Russia di una mobilitazione generale, Mosca ha deciso a metà settimana di interrompere le forniture di gas verso la Polonia e la Bulgaria.

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