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Balneari, Ue chiede all’Italia una «soluzione urgente»

Giovedì 20 aprile sul tema delle norme Bolkestein si pronuncerà in via pregiudiziale la Corte di giustizia per rispondere al Tar Puglia

Balneari, Santanchè: "Rischio sanzioni? UE capisca nostre peculiarità"

2' di lettura

La Commissione Ue aumenta la pressione affinché Roma si allinei con la direttiva Bolkestein nel campo delle concessioni balneari. Varie fonti indicano che Bruxelles, in mancanza di decisioni per garantire trasparenza e concorrenza leale in questo settore, sarebbe pronta a stringere ulteriormente la “corda” della procedura di infrazione con un “parere motivato” dopodiché, in assenza di una risposta alle argomentazioni comunitarie, la Commissione potrà decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue.

Sempre secondo fonti di Bruxelles, il parere motivato non dovrebbe arrivare prima della sentenza della Corte di giustizia europea, attesa per giovedì 20 aprile. Interpellata dal Tar di Lecce sull'applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni per le spiagge, il verdetto della Corte secondo le previsioni dovrebbe confermare la giurisprudenza in materia. A confermare questo scenario sarebbero due considerazioni. La prima: in un incontro che si è svolto la settimana scorsa, la premier Giorgia Meloni avrebbe rassicurato il commissario Ue che ha la delega al Mercato interno, Thierry Breton, di voler revocare la proroga delle concessioni contenuta nel Milleproroghe e adottare la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione del settore quanto prima. La seconda: si preferirebbe attendere la sentenza della Corte di giustizia. Rimane il fatto che l’Unione europea chiede all’Italia «una soluzione urgente».

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La proroga al 2024 decisa dal governo

Già a fine febbraio la Commissione aveva indicato l'insoddisfazione per la proroga decisa dal governo al 2024, considerata peraltro illegittima dal Consiglio di stato dopo soli cinque giorni dall'approvazione del decreto.

La Corte di giustizia Ue

Giovedì 20 è dunque attesa una nuova sentenza da parte della Corte di giustizia Ue che, viene sottolineato, «potrebbe avere conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione». La Corte di giustizia Ue si pronuncerà in via pregiudiziale per rispondere al Tar Puglia in relazione alla causa Autorità di concorrenza nazionale/Comune di Ginosa su una serie di questioni. Viene chiesto alla Corta di stabilire che la direttiva in questione sia valida e vincolante o risulti invalida trattandosi di una direttiva di armonizzazione adottata a maggioranza e non all'unanimità e «se presenti o meno assenza di spazi discrezionali per il legislatore nazionale tali da poterla ritenere autoesecutiva e immediatamente applicabile».

Salvini, «garantire a chi lavora da tanti anni di poter continuare attività»

«Noi vogliamo garantire ai balneari che vogliono continuare a lavorare in uno stabilimento balneare che gestiscono da tanti anni il fatto che possano continuare a farlo». Così, rispondendo a una domanda dei giornalisti, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine di un incontro elettorale a Pietrasanta (Lucca), a sostegno della ricandidatura del sindaco Alberto Giovanetti. «Se qualcuno è stanco e non se la sente più - ha aggiunto il leader della Lega - è giusto che chieda l’indennizzo per tutti gli investimenti fatti su quella spiaggia. Se uno se la sente e ha voglia di andare avanti, magari con i suoi figlioli o i suoi nipoti, deve poterlo fare. Perché non può valere solo il criterio economico che ti porta la prima multinazionale di turno ad appropriarsi delle spiagge. Io personalmente sto lavorando anche per una mappatura delle spiagge e delle coste italiane per garantire chi lavora da tanto tempo in spiaggia di continuare a farlo».

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